Cittadini e sindaci chiedono attenzione ai parametri per l’accesso ai nuovi incentivi

Geotermia, il Fer 2 è atteso entro febbraio. Dalla Regione quattro proposte per lo sviluppo

Il governatore della Toscana Enrico Rossi a Larderello: «In questo territorio ci sono grandi possibilità. Vanno garantite migliorando la qualità ambientale»

[10 Gennaio 2020]

In Toscana il vecchio anno si è chiuso nel segno della crisi climatica, e il nuovo è arrivato insieme agli allarmi sull’inquinamento atmosferico: il 2019 è stato il quinto anno più caldo per la nostra regione almeno dal 1955 (gli altri sono tutti vicinissimi, 2018, 2015, 2014, 2003), e dall’inizio del 2020 si sono già registrati circa 100 superamenti del limite di legge per l’inquinamento atmosferico (in particolare nella piana fiorentina e lucchese, non nel territorio dei Comuni geotermici). Nonostante i progressi conseguiti negli ultimi anni l’importanza di proseguire sulla strada della transizione energetica è dunque evidente, e per la Toscana la geotermia rappresenta una risorsa fondamentale: già oggi rappresenta oltre il 70% di tutta l’elettricità prodotta da fonte rinnovabile sul territorio, e nel percorso che la Regione sta improntando verso l’obiettivo carbon neutral dovrà ricoprire un ruolo ancora più importante.

Una rilevanza che è stata sottolineata oggi nel corso dell’iniziativa organizzata al Teatro de Larderel di Pomarance da Confapi e dalle organizzazioni sindacali, che hanno chiamato a raccolta nella capitale globale della geotermia le principali istituzioni regionali, rappresentate dal presidente della Giunta Enrico Rossi e dal presidente del Consiglio Eugenio Giani, per fare il punto della situazione. Nonostante rappresenti la culla dell’energia rinnovabile in Toscana, il territorio geotermico sta infatti vivendo anni difficili, con problematiche che sono esplose da quando – per la prima volta dopo oltre trent’anni – il Governo Conte 1 ha eliminato gli incentivi finora dedicati a sostenere la produzione di energia elettrica da geotermia (come accade per le altre fonti rinnovabili), attraverso il decreto Fer 1.

Solo grazie alla mobilitazione dei cittadini e delle istituzioni locali si è iniziato a porre rimedio al torto, con un lungo iter che sembra adesso vicino a concludersi: «Proprio stamani ho parlato con la sottosegretaria Alessia Morani del ministero dello Sviluppo economico – dichiara Rossi – Mi ha rassicurato sul fatto che a febbraio conta di approvare il decreto che reinserirà la geotermia tra le fonti di energia rinnovabili che possono accedere agli incentivi. È un provvedimento che aspettiamo da due anni». Il diavolo si nasconde però nei dettagli, e gli ultimi passi saranno cruciali per centrare l’obiettivo come sottolineato oggi sia dai sindaci del territorio intervenuti a Pomarance sia dal movimento di cittadini GeotermiaSì: «Il Fer 2 – dichiarano dal movimento nel promemoria consegnato oggi a Rossi e Giani (nella foto), e disponibile integralmente in allegato – dovrà prevedere vincoli ambientali che non siano puramente teorici ma che possano essere soddisfatti all’atto pratico da parte del concessionario, altrimenti rischieremo di avere un decreto che in teoria risolverebbe il problema ma che invece sul piano concreto aumenterebbe le difficoltà per tutti».

In attesa dunque di novità sugli incentivi dal ministero, la Regione sta predisponendo anche altri strumenti per promuovere lo sviluppo sostenibile del territorio. «L’annuncio del reinserimento della geotermia tra le fonti rinnovabili incentivabili è una buona notizia. In attesa che torni a far sentire i suoi effetti, la Regione – afferma il presidente Rossi – intende dare il via ad un pacchetto finanziario in grado di dare ossigeno a questo settore. A breve convocheremo a Firenze un incontro con Fidi Toscana, mondo imprenditoriale e Cosvig, il Consorzio per lo sviluppo delle aree geotermiche, per mettere a disposizione di questo settore un primo pacchetto di finanziamenti a condizioni vantaggiose».

Dopo aver ricordato come ormai da quasi due anni la Regione ha steso un Accordo di programma che Enel ha condiviso, ma che ha deciso di non firmare finché la produzione geotermica non verrà nuovamente incentivata, il presidente Rossi ha detto che occorre poi cominciare subito a discutere cosa fare dopo il 2024, e cosa chiedere ad Enel quando scadranno le concessioni per lo sfruttamento geotermico: «Mi auguro quindi – aggiunge Rossi – prima della fine del mio mandato di firmare un accordo di programma per lo sviluppo delle aree geotermiche sia con il Governo che con Enel, che si era detta favorevole ma che aveva congelato la sua firma fino al reinserimento della produzione geotermica tra le fonti di energia rinnovabili finanziabili attraverso incentivi, ovvero con il cosiddetto decreto Fer 2 che il Governo promette di approvare a febbraio».

«Conto infine – queste le altre due proposte avanzate da Rossi – entro la fine della legislatura di adottare due provvedimenti, uno per trasformare il Cosvig in una vera e propria Agenzia per lo sviluppo di queste aree (un’ipotesi avanzata per la prima volta nel corso del Consiglio regionale straordinario ospitato la scorsa estate a Larderello, ndr) e l’altro per dichiarare questo territorio Distretto geotermico, così da permettere un confronto tra tutti i soggetti interessati allo sviluppo della geotermia».

Una road-map pensata per coniugare la sostenibilità ambientale con lo sviluppo socio-economico a livello locale: Rossi ha infatti ricordato come l’industria geotermica dia lavoro, direttamente e con l’indotto, a circa 4.000 occupati suddivisi tra i Comuni dell’area e che «sarebbe un errore macroscopico sottovalutarne l’importanza per questa zona, di cui rappresentano almeno il 50% del Pil e non possiamo permetterci di rinunciare a questa ricchezza. In questo territorio – conclude Rossi – ci sono grandi possibilità di sviluppo. Vanno garantite migliorando la qualità ambientale, recuperando la CO2 sfruttandola per usi industriali, sottoponendo alla Valutazione di impatto ambientale i nuovi impianti geotermici e migliorando il funzionamento di quelli già in funzione».