Geotermia, da Pd e Lega nuovi emendamenti per la proroga delle concessioni toscane

Dopo i tentativi andati a vuoto con la conversione in legge del decreto Milleproroghe e poi del Sostegni-ter, ora il tentativo si ripete col decreto Energia: l’obiettivo è spostare la deadline al 2039 o al 2042, assicurando ritorni adeguati a territorio e imprese locali

[1 Aprile 2022]

Il decreto Energia approvato dal Governo ha già introdotto nuove semplificazioni per l’installazione di impianti a sonde geotermiche a circuito chiuso, ma le novità più corpose per lo sviluppo della geotermia italiana – e toscana in particolare – potrebbero arrivare durante la conversione in legge del testo, di cui si sta occupando il Parlamento.

Dopo due analoghi tentativi andati a vuoto, prima con la conversione in legge del decreto Milleproroghe e poi con quella del decreto Sostegni-ter, parlamentari del Pd e della Lega sono tornati ad avanzare (separatamente) emendamenti per la proroga delle concessioni geotermiche alla base dell’attività geotermoelettrica toscana, l’unica regione italiana dove ad oggi sono attive centrali geotermoelettriche.

Più nel dettaglio, sei deputati Pd (Sani Luca, Nardi Martina, Cenni Susanna, Ciampi Lucia, Braga Chiara, Morani Alessia) hanno avanzato una proposta emendativa che interviene sull’art. 15 del decreto Energia – già dedicato alle semplificazioni per le sonde geotermiche –, con un articolato pacchetto d’interventi.

«Al fine di contribuire al rafforzamento della sicurezza degli approvvigionamenti energetici a prezzi ragionevoli ai clienti finali, alla riduzione delle emissioni di gas climalteranti ed al fine di garantire gli investimenti necessari al mantenimento in efficiente esercizio e al potenziamento della capacità di generazione di energia elettrica da fonte geotermica installata, il titolare della concessione – si legge nella proposta emendativa – manifesta al Ministero della transizione ecologica, entro il 30 giugno 2022, la volontà di presentare un opportuno piano di investimenti. Al concessionario che, entro il 30 giugno 2022, si impegna a mettere in atto tale piano, è prorogata la concessione in essere per un numero di anni commisurato al tempo di ritorno dell’investimento e comunque non oltre il 31 dicembre 2042. Al fine di migliorare la concorrenza sui mercati dell’energia, la proroga di cui sopra è condizionata all’obbligo di cessione, da parte del titolare e a partire dalla data del 1° luglio 2022, di una quota di almeno il 30 per cento della produzione di energia alle imprese a forte consumo di energia elettrica di cui al decreto del Ministro dello sviluppo economico 21 dicembre 2017 in grado di garantirne un acquisto su base pluriennale un prezzo concorrenziale, sulla base dei criteri individuati da ARERA, garantendo una equa remunerazione, tenendo conto del costo di generazione dell’energia da fonti geotermoelettrica».

Inoltre, i titolari di concessioni di impianti di fonti energetiche geotermiche «di cui al decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387 legge 23 luglio 2009 n. 99, sono tenuti dal 1° gennaio 2023 a corrispondere annualmente 0,05 centesimi di euro per ogni kWh di energia elettrica prodotta dal campo geotermico della coltivazione; tali risorse sono finalizzate alla realizzazione di progetti ed interventi per lo sviluppo sociale, economico e produttivo dei comuni sui cui territori insistono le concessioni».

Per quanto riguarda invece l’iniziativa della Lega, 22 deputati (Potenti Manfredi, Lucchini Elena, Andreuzza Giorgia, Badole Mirco, Benvenuto Alessandro Manuel, Dara Andrea, D’Eramo Luigi, Lorenzoni Eva, Patassini Tullio, Raffaelli Elena, Tateo Anna Rita, Valbusa Vania, Vallotto Sergio, Binelli Diego, Carrara Maurizio, Colla Jari, Fiorini Benedetta, Galli Dario, Micheli Matteo, Pettazzi Lino, Piastra Carlo, Saltamartini Barbara) hanno presentato un emendamento – sempre all’art. 15 del decreto Energia – per chiedere che le concessioni geotermiche in capo al concessionario siano confermate «almeno sino al 31 dicembre 2039, in connessione ai piani di investimento pluriennale programmati ed agli ammortamenti degli impianti e degli investimenti effettuati, in corso e programmati, anche connessi al perseguimento di finalità di contenimento dei costi energetici, tutela dell’ambiente e riduzione degli impatti previsti in tali piani di sviluppo e sulla base delle linee guida da adottarsi dalle regioni entro novanta giorni».

Entrambi gli emendamenti saranno ora oggetto dell’iter parlamentare per la conversione in legge del decreto Energia.