Geotermia, che fine hanno fatto gli incentivi promessi? Tre deputati scrivono al Mise

Per una rapida definizione del decreto Fer 2 è stata rinnovata la richiesta al ministro Patuanelli «di convocare urgentemente un tavolo istituzionale tra ministero dello Sviluppo economico, regioni interessate, enti territoriali competenti ed associazioni di categoria coinvolte»

[6 Dicembre 2019]

Nonostante le rassicurazioni arrivate quest’estate sul re-inserimento degli incentivi a sostegno della produzione di elettricità da una fonte rinnovabile come la geotermia – arrivate dal ministero dello Sviluppo economico (Mise) dopo un’intensa mobilitazione messa in campo dai cittadini e dalle istituzioni dei territori geotermici –, l’obiettivo di fatto non è ancora stato raggiunto mettendo nuovamente in allarme l’intera filiera industriale in primis in Toscana, dove la geotermia è riuscita nell’ultimo anno a coprire il 29,2% del fabbisogno elettrico regionale nel pieno rispetto dei vincoli ambientali (come mostra l’ultimo report di Arpat).

Per questo prima 15 aziende dell’area amiatina, seguite da altre 22 dell’area geotermica tradizionale – dove lo sviluppo industriale della geotermia è nato per la prima volta al mondo oltre due secoli fa – sono tornate ad appellarsi pubblicamente al mondo politico affinché il promesso tavolo di confronto col Mise venga riaperto al più presto.

Sollecitazioni che sono state accolte da tre deputati toscani – Susanna Cenni, Lucia Ciampi e Stefano Ceccanti –, i quali hanno rivolto una missiva al ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, affinché si arrivi rapidamente allo sblocco di una situazione che sta di fatto bloccando una leva fondamentale per declinare sul territorio lo sviluppo sostenibile.

«Lo scorso 28 ottobre il suo ministero, rispondendo ad una mia interrogazione urgente in commissione Attività produttive della Camera dei deputati, ha confermato – si ricorda nella lettera – che gli incentivi agli impianti geotermici “sia a totale reiniezione dei fluidi, sia con assetto tradizionale”, verranno introdotti con il decreto ministeriale Fer2. Ad oggi però tale decreto non è stato però ancora emanato […] Tali ritardi stanno allarmando operatori del settore ed associazioni di categoria oltre a numerose comunità rispetto alle ricadute negative per lo sviluppo economico, occupazionale e sociale locale che potrebbe causare la mancanza degli incentivi».

Anzi, i «notevoli ritardi» per l’emanazione del Dm Fer2 stanno già provocando i primi effetti negativi:  «Enel, l’attuale concessionario, è stato costretto a rivedere drasticamente i progetti e gli investimenti nella geotermia causando gravi difficoltà alle aziende dell’indotto delle zone del monte Amiata e delle Colline metallifere della Val di Cecina. Alla luce di quanto esposto – concludono i deputati – le rinnoviamo quindi la richiesta (già ufficializzata in un apposito ordine del giorno alla Camera dei deputati) di convocare urgentemente un tavolo istituzionale tra ministero dello Sviluppo economico, regioni interessate, enti territoriali competenti ed associazioni di categoria coinvolte, sul tema dei meccanismi di incentivazione per gli impianti con fluidi geotermici anche al fine di provvedere rapidamente all’emanazione del decreto ministeriale Fer 2 tenendo realmente conto delle istanze di tutti i soggetti coinvolti».

L. A.