Filiere del futuro: l’Italia conta già oltre 21mila imprese attive nel comparto delle rinnovabili

Realacci: «Il nostro Paese dà il meglio di sé quando incrocia i suoi cromosomi antichi, la sua identità con un modo tutto italiano di fare economia»

[24 Marzo 2023]

È stato presentato alla fiera K.ey 2023 di Rimini il primo rapporto Filiere del futuro, realizzato dalla fondazione Symbola insieme all’Italian exhibition group, per mettere a fuoco la geografia produttiva delle rinnovabili in Italia.

Passando per un’analisi di elenchi ottenuti dalle principali organizzazioni di categoria del settore e per processi di text mining sugli oggetti sociali delle imprese, nel rapporto si è arrivati a conteggiare un totale di 21.378 imprese, che si caratterizzano per coinvolgimento attivo nella filiera. L’analisi dei risultati restituisce un quadro articolato dal punto di vista settoriale, che pone in risalto i diversi ambiti di intervento delle imprese nella filiera delle rinnovabili, dalla installazione e manutenzione (44,15), al commercio (14,1%), alla manifattura (11,2%), alla produzione di energia (7,2%), alla consulenza, collaudo e monitoraggio (7,1%).

Guardando ai territori, quasi un terzo delle imprese si concentra in Lombardia, Lazio e Veneto. La Lombardia, in particolare, con 3.778 imprese e 17,7% di quota percentuale è la regione con la maggiore presenza di imprese in Italia, seguita dal Lazio con 2.446 e una quota del 19,5%. Al terzo posto si colloca il Veneto (1.995, 9,3%), regione seguita dalla Campania (1.733, 8,1%) e quindi a brevissima distanza dall’Emilia-Romagna (1.703, 8,0%). Queste cinque regioni costituiscono nell’insieme il 53,6% del totale delle imprese individuate.

«C’è un’Italia che eccelle in molti segmenti della nuova economia sostenibile – commenta Ermete Realacci, presidente della fondazione Symbola – Il nostro Paese dà il meglio di sé quando incrocia i suoi cromosomi antichi, la sua identità con un modo tutto italiano di fare economia: che tiene insieme innovazione e tradizione, coesione sociale, nuove tecnologie e bellezza, capacità di parlare al mondo senza perdere legami con territori e comunità, flessibilità produttiva e competitività. C’è molto da fare ma da qui possiamo partire per affrontare non solo i nostri mali antichi ma il futuro e le sfide che ci pone».