I risultati dell’ultima Analisi trimestrale del sistema energetico

Enea, l’Italia resta indietro sul clima: CO2 e rinnovabili non in linea con gli obiettivi al 2030

Gracceva: «La distanza fra le emissioni stimate a inizio 2019 e quelle per centrare il target resta vicina ai massimi dell’ultimo decennio»

[28 Giugno 2019]

L’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea) ha appena pubblicato l’ultima Analisi trimestrale del sistema energetico italiano, dalla quale emerge qualche buona notizia: nel I trimestre del 2019 sono diminuiti i consumi di energia primaria (-3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente), le fonti rinnovabili sono cresciute (+5%) e le emissioni di CO2 sono calate (-3%). Tutto bene dunque? Purtroppo no, perché si tratta in gran parte di risultati dettati dal caso – in primis le temperature miti dell’inverno che hanno limitato l’utilizzo del riscaldamento – pronti a cambiare segno al mutare delle contingenze, facendo pesare l’assenza di un’adeguata politica industriale a sostegno della decarbonizzazione del Paese: «Il duplice calo di consumi ed emissioni, anche se contenuto, segna una positiva inversione di tendenza per il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione – sottolinea Francesco Gracceva, l’esperto Enea che coordina l’analisi – ma la distanza fra le emissioni stimate a inizio 2019 e quelle per centrare il target al 2030 resta vicina ai massimi dell’ultimo decennio».

La natura aleatoria dei progressi raggiunti in questo primo trimestre 2019 emerge dall’analisi di quasi tutte le variabili osservate. La riduzione dei consumi di energia come già accennato proviene «in primis da fattori di natura climatica», gli stessi che hanno influenzato l’andamento della quota di generazione elettrica da fonti rinnovabili: «Il risultato dei primi mesi del 2019 è da ricercare nell’incremento della generazione solare ed eolica (complessivamente +24% rispetto ai primi tre mesi del 2018), tuttavia in buona parte compensato dalla minore produzione idroelettrica (-12% la variazione tendenziale) per la siccità dei primi mesi dell’anno in corso)». Tra l’altro, proprio perché non governato, l’ottimo risultato delle fonti rinnovabili intermittenti porta con sé «segnali di potenziali crescenti criticità» legate alla sicurezza energetica, in linea con la richiesta al Governo delle imprese di settore di spingere sul capacity market (ovvero al riconoscimento di un compenso agli impianti che devono essere disponibili quando le fonti intermittenti vengono a mancare o non coprono la richiesta della rete, come accade al solare di notte o all’eolico in assenza di vento). Infine, anche «il calo delle emissioni nei primi mesi del 2019 sembra in linea con la riduzione dei consumi di energia, avvenuta come visto principalmente per effetto di un clima più mite rispetto allo scorso anno».

Non rimane dunque da constatare che «dopo gli anni di forte riduzione per la crisi economica fino ai livelli minimi del 2014 (anno caratterizzato tra l’altro da temperature invernali miti e da forte idraulicità), nel corso degli ultimi quattro anni l’andamento delle emissioni di CO2 in Italia è risultato nel complesso sostanzialmente costante», come emerge dal grafico in alto. Altre criticità arrivano dagli «indicatori relativi allo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili, invariati sul trimestre, ma in forte peggioramento rispetto a un anno prima perché i progressi nelle installazioni continuano a non essere in linea con la traiettoria coerente con i target».

In definitiva, torna a pesare come un macigno la mancanza di un’adeguata politica industriale. «In una ottica di più lungo periodo – osservano dall’Enea – il ritorno alle forti riduzioni delle emissioni di CO2 registrate nel triennio 2013-2015 (quasi -3,5% in media) pare pertanto problematico in assenza di deciso processo di disaccoppiamento tra economia ed energia (tramite forte riduzione della domanda di energia nei settori di impiego finale), ed energia ed emissioni (accelerazione della penetrazione delle rinnovabili)». Nel mentre in Italia il clima continua a riscaldarsi a velocità pressoché doppia rispetto alla media globale, portando in dote numerosi eventi meteorologici estremi come l’ondata di calore che stiamo patendo in questi giorni.