Elettricità da geotermia, ecco com’è andata l’Italia nell’ultimo anno

Terna: dal calore della terra ricavati 5.646 GWh, il 5% della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili

[18 Marzo 2021]

I dati raccolti nell’ultimo anno da Terna – la società che gestisce la rete elettrica nazionale ad alta e altissima tensione – mostrano un quadro sostanzialmente stabile per la geotermia italiana, che vede tutte le centrali geotermoelettriche attive sul territorio concentrate in Toscana, la regione che per prima al mondo (a partire da oltre due secoli fa) ha visto nascere le tecnologie geotermiche.

In corso d’anno dal calore naturalmente custodito nel sottosuolo sono stati ricavati 5.646 GWh di energia elettrica, contro i 5.689 del 2019: si tratta sempre del 5% di tutta l’elettricità prodotta a partire da fonti rinnovabili, anche se guardando alla realtà toscana il dato è molto più alto, storicamente superiore al 70%.

Allargando il quadro d’osservazione, Terna informa che durante il corso del 2020 la richiesta di energia elettrica è stata soddisfatta per il 38% da fonti energetiche rinnovabili (Fer), in crescita rispetto al 35% raggiunto nel 2019. Dalle fossili è dipeso il 51% degli approvvigionamenti, mentre il rimanente 11% è arrivato dall’estero.

Si tratta in ogni caso di dati fortemente legati al quadro pandemico, che ha comportato sensibili cambiamenti nell’uso dell’elettricità a causa delle misure di distanziamento imposte per contenere i contagi. Non a caso nel 2020 la richiesta di energia elettrica (302.751GWh) è risulta in riduzione (-5,3%) rispetto al 2019, un contesto che nelle fasi di contrazione più marcate ha sensibilmente favorito la componente rinnovabile, che nel mese di maggio ha soddisfatto oltre il 50% della domanda di elettricità raggiungendo un nuovo massimo storico. A consuntivo 2020 però, questo dato come già accennato si è contratto fino a fermarsi a quota 38%.