Andamento lento nelle metropoli. Legambiente: «I centri urbani siano il fulcro della ripartenza post Covid verso un futuro sostenibile»

Ecosistema Urbano 2020: le città italiane con le trasformazioni urbane green

Trento, Mantova e Pordenone in testa , Pescara, Palermo e Vibo Valentia ultime

[9 Novembre 2020]

Quella che viene fuori da “Ecosistema Urbano 2020”, il report annuale sulle performance ambientali dei capoluoghi italiani stilato da Legambiente in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 ore, è «Un’Italia a due velocità: la prima più dinamica e attenta alle nuove scelte urbanistiche, ai servizi di mobilità, alle fonti rinnovabili, alla progressiva restituzione di vie e piazze ai cittadini, alla crescita degli spazi naturali. La seconda, più statica con un andamento troppo “lento” nelle performance ambientali delle metropoli soprattutto sul fronte smog, trasporti, raccolta differenziata e gestione idrica».

Il cambiamento green delle città italiane è lento e in vetta alla classifica – realizzata prima della pandemia di Covid-19 – ci sono Trento, Mantova, Pordenone, Bolzano e Reggio Emilia.

Legambiente spiega che «Trento e Mantova mantengono come lo scorso anno il primo e il secondo posto in graduatoria con buone performance complessive, seguite da Pordenone che, dopo una lenta scalata, conquista il terzo posto superando così Bolzano che scende al quarto posto. Quinta la città di Reggio Emilia protagonista di una rincorsa alla top ten costante negli ultimi anni.

In fondo alla classifica ancora una volta città del Centro e del Sud: Pescara (102esima), Palermo (103esima) e Vibo Valentia (104esima). 

Tra le grandi città, che vanno molto piano ma non lontano, per quanto riguarda performance ambientali come  smog, trasporti e gestione idrica, si conferma la crescita di Milano (29esima) sempre più attenta alla vivibilità urbana.

A completare il quadro di Ecosistema Urbano, le 17 Best Practices premiate  che raccontano esperienze virtuose che meritano di essere replicate sul territorio nazionale.  Legambiente sottolinea che «Tra queste c’è Cosenza che sull’esempio di Pesaro ha realizzato la Ciclopolitana, una rete ciclabile lunga più di 30 Km che sarà ultimata entro fine 2020. Prato che vanta un complesso residenziale (il NzeB di San Giusto), un mix di alta efficienza energetica con bassi costi di costruzione, pensato per il fabbisogno di famiglie in difficoltà economiche. Benevento che punta a realizzare una rete di quasi 25 chilometri di piste ciclabili integrate con i mezzi del trasporto pubblico e ferroviario per migliorare la mobilità urbana e sviluppare il turismo».

Gli estensori del rapporto sono convinti che «I centri urbani devono essere il fulcro della ripartenza post Covid» ed evidenziano che «A tal riguardo un altro dato interessante che emerge da Ecosistema Urbano 2020 è che la propensione al cambiamento in ambiti specifici caratterizza qua e là anche centri urbani che non sempre occupano posizioni di vertice in graduatoria come Ferrara insieme a Pordenone e Mantova per la gestione dei rifiuti, Treviso che depura tutti i suoi reflui come Bolzano e contiene lo spreco di acqua come Pordenone e Trento. C’è poi chi mette al centro del proprio agire l’aumento dello spazio urbano dedicato alle bici come Reggio Emilia o Mantova».

Presentando “Ecosistema Urbano 2020”, il presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani, ha ricordato che «L’Europa ha destinato al nostro Paese 209 miliardi di euro, una cifra molto importante che non potrà non riguardare le aree urbane, utili anche per il raggiungimento degli obiettivi Onu sullo sviluppo sostenibile al 2030. È qui infatti che si gioca una partita fondamentale per fronteggiare le tre crisi attuali – l’emergenza sanitaria, economica e climatica – e per vincere la sfida della modernizzazione del Paese. I dati contenuti in questa edizione di Ecosistema Urbano, relativi al 2019 e quindi ad una situazione pre-pandemia, ne sono la testimonianza più evidente.  L’Italia non può mancare questa occasione irripetibile per rendere le nostre città più moderne, sostenibili e sicure. Dopo decenni di discussioni, analisi dei problemi e definizione della loro soluzione come abbiamo fatto con questo rapporto annuale, ora abbiamo la possibilità di risolverne una gran parte grazie alle risorse europee. Le soluzioni da adottare le ritroviamo a macchia di leopardo in diversi capoluoghi di provincia. Noi col Rapporto Ecosistema Urbano le raccontiamo annualmente per rendere merito agli amministratori più smart e coraggiosi e farle copiare da quelli meno innovativi e temerari, perché le buone idee non hanno copyright».

Per Mirko Laurenti, responsabile Ecosistema Urbano, ha concluso: «Con Ecosistema Urbano vogliamo dare un contributo alla riflessione globale sul futuro delle città, partendo dalle esperienze positive, da chi è riuscito negli anni a realizzare significative azioni e cambiamenti in chiave green. Nel nostro Paese la sfida, ora, deve essere quella di pianificare gli interventi dandogli continuità. Copiare dalle altre città europee. Far sì che il Governo istituisca finalmente una cabina di regia per le città e, utilizzando con criterio il Recovery Fund europeo, sostenga e spinga i sindaci affinché imbocchino con decisione la strada della sostenibilità, dando gambe a quei progetti che rappresentano l’unica via per stare al passo con l’Europa e il resto del mondo, guardando con fiducia a un futuro più sostenibile, condiviso, salubre. I cittadini delle nostre città, in gran parte, lo chiedono con forza».