Ecco da dove l’Italia importa il 93% del petrolio che consumiamo

Italy for climate: «I prodotti petroliferi sono gli unici combustibili fossili per cui la Russia non è il primo fornitore, ma anche in questo caso arrivano da Paesi con governi autoritari o a rischio stabilità»

[11 Aprile 2022]

L’Italia è ormai una Repubblica fondata sul gas naturale (che soddisfa circa il 40% della nostra domanda di energia), con il petrolio a seguire in seconda battuta: entrambi combustibili fossili che importiamo per la quasi totalità, in un rapporto di reciproca dipendenza con Paesi assai problematici.

Importiamo infatti il 96% del gas naturale che consumiamo (per il 40% dalla Russia) e il 93% del petrolio. «D’altronde, come anche per il gas, le riserve nazionali sono assai limitate: quelle accertate (al 2019), secondo i dati ufficiali del Ministero della transizione ecologica, basterebbero si e no a coprire un anno di consumi», spiegano da Italy for climate.

A differenza degli altri combustibili fossili, l’approvvigionamento di prodotti petroliferi è estremamente diversificato, con quasi 50 diversi Paesi da cui importiamo l’oro nero, anche se l’import di fatto è concentrato soprattutto da 5 Stati; da qui arrivano infatti i due terzi del nostro petrolio.

«L’Azerbaijan è il nostro primo fornitore, avendoci garantito nel 2021 il 19% delle importazioni di prodotti petroliferi, seguito dalla Libia con il 15%, da Russia e Iraq con circa il 12% e dall’Arabia Saudita con l’8%», dettaglia Italy for climate.

Ne emerge dunque, come per il gas, un’altra forma di pericolosa dipendenza dall’estero, dalla quale è possibile staccarci in modo strutturale solo affidandoci alle fonti energetiche più diffuse nel nostro Paese: le rinnovabili.

«I prodotti petroliferi sono gli unici combustibili fossili per cui la Russia non è il primo fornitore nazionale. Ma anche in questo caso i principali fornitori, per lo più dell’area nord africana e della penisola araba, sono Paesi con governi autoritari o comunque a rischio di stabilità. Anche quella dei prodotti petroliferi, quindi, resta una dipendenza pericolosa che la transizione energetica potrebbe contribuire a ridurre in modo significativo», concludono nel merito da Italy for climate.