Ecco come l’inquinamento atmosferico abbatte la resa del fotovoltaico in Italia

Enea: «La connessione tra la produzione e il consumo di energia deve andare di pari passo con le tematiche di salvaguardia dell’ambiente»

[2 Luglio 2021]

L’energia solare catturata tramite il fotovoltaico rappresenta una delle principali energie rinnovabili su cui l’Italia – come il resto del mondo – sta puntando per attuare la transizione energetica, un percorso frenato però dall’inquinamento atmosferico.

Secondo uno studio condotto dall’Enea insieme all’Università Federico II di Napoli, il solo particolato atmosferico PM2.5 – oltre a mietere 52.300 vittime l’anno nel nostro Paese – ha un impatto rilevante sulla resa degli impianti fotovoltaici italiani, con perdite medie annue pari al 5% e con punte che possono arrivare alla doppia cifra in aree particolarmente inquinate da polveri sottili.

«Si tratta di un problema molto serio per una fonte energetica come quella fotovoltaica, caratterizzata di per sé da basse densità di potenza per unità di area di impianto, soprattutto se si pensa agli impegni previsti dal Pniec e dal Pnrr e che dimostra, una volta di più, come la connessione tra la produzione ed il consumo di energia debba andare di pari passo con le tematiche di salvaguardia dell’ambiente», spiega Girolamo Di Francia, responsabile del laboratorio Sviluppo applicazioni digitali fotovoltaiche e sensoristiche dell’Enae.

L’impatto delle polveri sottili sulla resa degli impianti è stato oggetto di un altro studiopubblicato sulla rivista “Nature Energy” e relativo alla Cina, dove è stato calcolato che per effetto dell’inquinamento la capacità produttiva è diminuita del 13%.

«Analizzando il funzionamento dei rilevatori ottici per polveri sottili, ci siamo resi conto che il particolato disperde in maniera rilevante la radiazione solare proprio nel range di lunghezze d’onda in cui ci si attende che le celle solari funzionino al meglio – conclude Di Francia – Il nostro è uno dei pochi laboratori di ricerca al mondo in grado di studiare questa problematica sia dal punto di vista sperimentale che di modellistica perché da anni si occupa della rilevazione puntuale dell’inquinamento atmosferico al suolo oltre che delle tematiche connesse allo sviluppo delle applicazioni fotovoltaiche, una competenza probabilmente unica».