Dall’Università di Siena Lca e valutazione ambientale del primo parco fotovoltaico di terza generazione

Parisi: «La tecnologia messa a punto dal team di ricercatori ha un potenziale eccellente per contribuire al mix energetico europeo in ottica di decarbonizzazione»

[6 Luglio 2022]

I ricercatori dell’Università di Siena hanno avuto un ruolo centrale in uno studio recentemente pubblicato su Nature Energy – di cui abbiamo già fornito un primo resoconto qui –, che indaga le prestazioni ambientali ed energetiche del primo parco solare di terza generazione, ovvero realizzato impiegando perovskite, grafene e altri materiali bidimensionali al posto del silicio.

Il team di ricercatori ha verificato la fattibilità tecnica dell’integrazione di questi moduli fotovoltaici innovativi in un parco solare operante in condizioni reali per 9 mesi, dimostrando l’efficacia e la scalabilità del processo di fabbricazione su larga scala.

Per l’Università di Siena, a lavorare sul progetto è stato il gruppo di ricerca “Research on renewable energy and sustainability”, coordinato da Adalgisa Sinicropi e Maria Laura Parisi, professoresse associate del dipartimento di Biotecnologie, chimica e farmacia dell’Ateneo toscano.

«In questo contesto i ricercatori hanno contribuito al lavoro realizzando un modello prospettivo di analisi del ciclo di vita per valutare la sostenibilità ambientale dei pannelli fotovoltaici innovativi e delle relative prestazioni considerando scenari energetici al 2050. I risultati ottenuti hanno fornito un supporto fondamentale per l’eco-design del sistema, dimostrando che la tecnologia messa a punto dal team di ricercatori ha un potenziale eccellente per contribuire al mix energetico europeo in ottica di decarbonizzazione», spiega Parisi.

I  test eseguiti sui pannelli fotovoltaici installati ad Heraklion, sull’isola di Creta, hanno infatti dimostrato che i nuovi materiali sono vantaggiosi in termini di prestazioni e di impatto ambientale, rappresentando una pietra miliare verso la fase di commercializzazione di questa tecnologia fotovoltaica. La tecnologia delle celle solari a perovskite è caratterizzata da bassi costi di produzione un’elevata efficienza di conversione, simile alle celle solari in silicio monocristallino di ultima generazione, che possono convertire circa il 26% dell’energia solare in elettricità.

«Lo studio – aggiunge Sinicropi – si basa su un approccio multidisciplinare che ha consentito la realizzazione e l’installazione del primo parco ad energia solare realizzato con pannelli fotovoltaici di terza generazione basati sull’integrazione della perovskite con materiali bidimensionali come il grafene o altri in sostituzione del silicio e completamente equipaggiata con sistemi di acquisizione di dati in tempo reale. I test eseguiti hanno dimostrato che i nuovi materiali sono vantaggiosi in termini di prestazioni e di impatto ambientale. I materiali bidimensionali (2D) sono elementi fondamentali di questa tecnologia in quanto migliorano l’efficienza e, soprattutto, la durata dei moduli, che è la chiave per il percorso verso la loro industrializzazione».