Dall’Enea un nuovo catasto solare, per calcolare il potenziale del fotovoltaico in città

«Possibile individuare le aree più idonee alla produzione di energia rinnovabile e quelle a maggior rischio di povertà energetica, favorendo la nascita di comunità energetiche»

[9 Maggio 2023]

Sebbene per la transizione ecologica del Paese non si possa prescindere dall’istallazione di grandi impianti fotovoltaici a terra (utility scale), occorre massimizzare al contempo la realizzazione di piccoli impianti sui tetti delle città. Ma dove?

Per rispondere, i ricercatori del centro Enea di Portici (Napoli) – in collaborazione con l’Università di Napoli Federico II – hanno messo a punto un “catasto solare” realizzato attraverso mappe 3D delle città, che mettono in evidenza il verde urbano e la geometria degli edifici, identificando la reale “area tetto” disponibile per l’installazione di pannelli fotovoltaici.

Al contempo, Enea ha messo a punto un metodo per valutare la riduzione della radiazione solare causata dall’inquinamento da polveri sottili, permettendo di calcolare l’effettiva radiazione solare disponibile, in considerazione anche dell’orientamento dei tetti, dell’ombreggiamento degli edifici e della vegetazione circostante.

«Si tratta di uno strumento Gis che consente di valutare in maniera accurata il potenziale di energia fotovoltaica producibile in città, tenendo conto di geometria degli edifici, aree verdi, inquinamento dell’aria e attività antropiche – spiega Grazia Fattoruso, ricercatrice Enea responsabile del progetto – Il suo utilizzo può supportare le amministrazioni locali e regionali nella pianificazione e nella gestione energetica basata sulle rinnovabili, nel raggiungimento degli obiettivi della transizione energetica che vede le città protagoniste  in iniziative per fronteggiare il problema della povertà energetica».

Il catasto solare è stato già sperimentato a Portici, dove si è stimato che l’installazione di pannelli fotovoltaici sui tetti potenzialmente idonei consentirebbe di produrre circa 500 GWh/anno.

«Conoscendo il potenziale fotovoltaico dell’intera città e in particolare di ogni sua superficie utilizzabile, è possibile individuare le aree più idonee alla produzione di energia rinnovabile come pure quelle a maggior rischio di povertà energetica per fattori socio-economici, favorendo – conclude Fattoruso – la nascita di comunità energetiche».