Dal termovalorizzatore di Case Passerini alla bioraffineria di Livorno, la posizione di Legambiente e Cgil Toscana

Sia Fausto Ferruzza sia Maurizio Brotini plaudono al cambio rotta impresso dalla Regione

[8 Luglio 2019]

Come già riportato sulle nostre pagine, nei giorni scorsi la Regione Toscana ha comunicato l’intenzione di cancellare la realizzazione del termovalorizzatore di Case Passerini – impianto in grado di produrre energia e calore da 200mila tonnellate di rifiuti urbani l’anno – attraverso una variante al Piano regionale rifiuti e bonifiche (Prb) che potrebbe essere approvata in Consiglio il 23 o 24 luglio, e di sostenere la realizzazione di una bioraffineria all’interno dell’impianto Eni di Livorno, in grado di trattare (almeno) 200mila tonnellate l’anno di Css e plastiche per ricavarne biometanolo. Sia Legambiente Toscana sia Cgil Toscana hanno accolto con favore la notizia: riportiamo di seguito in commenti inviati alla nostra redazione, in versione integrale.

«Finalmente la Regione Toscana, con questa opportuna revisione del Piano Regionale Rifiuti, entra nell’ottica dell’economia circolare. Plaudiamo decisamente alla scelta della Giunta, che conferma quanto Legambiente ha sempre sostenuto. Vale a dire che l’opzione rifiuti zero comporta necessariamente e rigorosamente il varo di una stagione d’impianti mille. Il riciclo della materia, in altri termini, può sostenersi utilmente se e solo se innovazione tecnologica e sostenibilità sociale permetteranno alle varie filiere produttive di rinnovarsi in continuum con un nuovo modello circolare. Come per tutte le rivoluzioni copernicane, all’inizio ci saranno ritrosie e resistenze, ma la direzione di marcia è obbligatoriamente tracciata e fa ben sperare per il futuro della Toscana. E non solo della Toscana», dichiara Fausto Ferruzza (presidente di Legambiente Toscana).

«E’ buona e condivisibile la scelta della Regione Toscana di chiudere definitivamente con l’ipotesi di inceneritore di Case Passerini. Riduzione e riuso dei rifiuti, raccolta differenziata, impianti di trattamento intermedio e riciclo delle materie prime-seconde, in un’ottica di economia circolare: è questa la strada giusta da intraprendere, con il presupposto di prevedere risorse per salvaguardare le condizioni di lavoro e di salute degli addetti all’attività di raccolta ‘porta a porta’. Come Cgil Toscana lo abbiamo sostenuto da tempo; ora si coinvolgano le amministrazioni di Livorno e Collesalvetti sulla nuova bioraffineria, assieme alle organizzazioni sindacali e ambientaliste dei territori», sono le parole di Maurizio Brotini (segreteria Cgil Toscana).