Ma le risorse restano drammaticamente insufficienti, anche col Pnrr

Dal ministero della Transizione ecologica oltre 300 mln di euro contro il dissesto idrogeologico

La Lombardia la fa da padrone, seguono Piemonte, Toscana,Veneto, Emilia Romagna e Sicilia

[22 Dicembre 2021]

Con 18 decreti firmati dal ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani, il dicastero assegna le risorse contro il dissesto idrogeologico a disposizione del Mite per il 2021. Si tratta di oltre 300 milioni di euro, di cui oltre 240 milioni già erogati al 15 dicembre, per più di 130 interventi “urgenti” in tutta Italia.

«Per i progetti – spiegano dal Mite – è stata rilasciata l’intesa dai presidenti delle Regioni e delle Province autonome. Gli interventi finanziati saranno attuati proprio dai presidenti delle Regioni in qualità di Commissari di governo e anche dalle Province autonome».

Il ministero sta già provvedendo a trasferire le risorse: la Lombardia la fa da padrone, con oltre 32 milioni di euro, seguono il Piemonte (26 milioni di euro circa), la Toscana (25 mln) il Veneto (22 mln), l’Emilia Romagna (20 mln) e la Sicilia (19 mln).

Importi di rilievo, seppure estremamente ridotti rispetto alle effettive necessità di un territorio che vede il 91% dei comuni italiani a rischio idrogeologico e quasi 7,5 milioni di persone che vivono in territori a rischio molto elevato ed elevato per frane e alluvioni.

Di fatto, già nel 2013 il ministero dell’Ambiente stimò in 40 miliardi di euro (e 15 anni di lavori) il fabbisogno per rimettere in ragionevole sicurezza l’Italia: circa 2,5 miliardi di euro all’anno. Il problema è che ammonta a neanche 7 miliardi di euro la cifra stanziata dallo stesso ministero negli ultimi 20 anni. E neanche l’arrivo del Pnrr sembra aver cambiato di molto la rotta.

Come spiegava il Consiglio nazionale dei geologi dopo l’alluvione dei mesi scorsi in Sicilia e Calabria, «le risorse previste nel Pnrr di 2,49 miliardi di euro per i prossimi cinque anni, che erano peraltro già state stanziate con il Piano nazionale del 2019, sono decisamente insufficienti, occorre dunque necessariamente riprogrammare la spesa prevedendo adeguate risorse aggiuntive, se si vogliono ottenere risultati significativi nella gestione del rischio idro-geologico».