Dal Governo via libera al parco eolico in Mugello e alla centrale geotermica in Val di Paglia

Si tratta di progetti circa 40 MW complessivi: insieme daranno elettricità sufficiente a circa 200mila persone, risparmiando l’emissione di 40mila ton di CO2 e il consumo di 32 mln di mc di gas fossile

[1 Settembre 2022]

Su proposta del premier Mario Draghi, il Consiglio dei ministri ha dato oggi il via libera definitivo a due impianti rinnovabili da lungo tempo in sospeso in Toscana: la centrale geotermica proposta da Sorgenia ad Abbadia San Salvatore (SI) e il parco eolico progettato da Agsm in Mugello.

L’unica soluzione credibile e strutturale contro il caro bollette sta nell’accelerare lo sviluppo delle fonti rinnovabili, e il Cdm oggi ha dato il buon esempio con un colpo di coda insperato, vista l’estrema lentezza con cui le autorizzazioni hanno continuato a marciare anche sotto il “Governo dei migliori”.

Sia la centrale geotermica sia il parco eolico avevano già ottenuto l’autorizzazione da parte della Regione, nonostante la Toscana sia il territorio più ostico del Paese per realizzare nuovi impianti rinnovabili, ma in entrambi i casi a mettersi di traverso è stata la Soprintendenza (e dunque il ministero della Cultura) adducendo problematiche paesaggistiche.

Un conflitto che è arrivato fino al tavolo del Consiglio dei ministri, nonostante non si parli certo di impianti monstre: la centrale geotermica prevede una potenza installata di neanche 10 MW, mentre l’eolico arriva a 29,6 MW.

Il paesaggio toscano, già modellato in profondità nel corso dei secoli, continuerà ad essere modificato da mano umana. Le opzioni sono essenzialmente due: attendere che venga desertificato (o allagato, a seconda dei casi) dalla crisi climatica in corso, oppure installare gli impianti che servono, dove le energie rinnovabili sono disponibili. Stavolta il Governo ha scelto la seconda opzione, sollecitato anche dall’interrogazione avanzata lo scorso giugno in Parlamento da Rossella Muroni.

In Mugello sorgerà dunque l’impianto eolico “Monte Giogo di Villore”, su un crinale appenninico a 10 chilometri dai capoluoghi dei Comuni di Vicchio e Dicomano, entrambi favorevoli al progetto. Il progetto prevede investimenti da 35 mln di euro per installare 29,6 MW di pale eoliche, quanto basta per generare 80 GWh di energia elettrica all’anno (l’equivalente dell’elettricità consumata da 100mila persone) e risparmiare al contempo l’emissione di circa 40 mila tonnellate di CO2, oltre all’uso di 16 milioni di mc di gas fossile.

La centrale geotermica che troverà posto in Val di Paglia rappresenta invece una doppia novità, in quanto propone una tecnologia diversa rispetto a quella flash, che caratterizza tutte e 34 le altre centrali geotermoelettriche attive in Toscana, attingendo a fluidi geotermici ad alta entalpia con perfomance ottime: queste centrali da sole stanno soddisfacendo circa il 35% della domanda di elettricità toscana, coltivando una risorsa rinnovabile e con impatti ambientali minimi.

Nel caso di Abbadia è diverso il fluido geotermico cui si attinge (ai margini della media entalpia, 160°C) e soprattutto la tecnologia, in quanto Sorgenia prevede di realizzare impianto geotermico di tipo binario con tecnologia Orc (Organic rankine cycle), ovvero senza alcuna emissione in atmosfera grazie all’impiego di uno scambiatore di calore e alla totale reiniezione del fluido geotermico nel sottosuolo.

Con i suoi 9,999MW di potenza installata, l’impianto de “Le Cascinelle” potrebbe generare l’equivalente dell’elettricità necessaria per soddisfare il fabbisogno di 32mila famiglie, ovvero altri 80 GWh l’anno; inoltre, Sorgenia metterà gratuitamente a disposizione l’uso diretto del calore per favorire l’insediamento delle filiere produttive che potrebbero farne uso.

Dal punto di vista scientifico, inoltre, la realizzazione e successiva gestione dell’impianto permetterebbe di valutare sul campo la fattibilità tecnica di un ciclo binario in quest’area della Toscana, cosa che nelle altre zone di coltivazione geotermica – tradizionale e amiatina – viene ritenuta difficoltosa a causa di alcune caratteristiche del fluido geotermico, come alta temperatura e alta presenza di gas incondensabili.

Come del resto spiegava già un decennio fa Roland Horne, l’allora presidente dell’International geothermal agency (Iga) e professore di Scienze della Terra alla Stanford University, «la tecnologia a vapori di flash non è obsoleta così come non è innovativa quella a ciclo binario: entrambe sono sperimentate e utilizzate nel mondo da molti anni e sono da considerarsi “environmental friendly”. L’utilizzo della tecnologia è legata al tipo di fluido e non si può decidere a priori».