In ipotesi un tetto ai prezzi del gas, una tassa sugli “extra profitti” da 200 mld di euro e uno sganciamento del mercato dell'energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili

Crisi energetica, i temi affrontati al vertice europeo di Versailles spiegati dal premier Draghi

Sulle rinnovabili «il procedimento autorizzativo è ancora molto lento e questo è vero sia a livello comunitario sia a livello nazionale»

[11 Marzo 2022]

A conclusione del vertice informale dei capi di Stato e di governo dell’Ue sul Modello europeo di crescita e di investimento per il 2030 – che si è svolto tra ieri e oggi a Versailles –, il premier Mario Draghi ha tenuto una conferenza stampa, soffermandosi in particolare sulla crisi energetica in corso.

«Se dovessi riassumere quello che ho detto io e anche la discussione che c’è stata, la risposta alla situazione energetica – riassume Draghi – è fondata su 4 pilastri. Il primo è la diversificazione, in due sensi: innanzitutto quello nei confronti di altri fornitori di gas rispetto al gas russo. Su questo noi abbiamo già cominciato a lavorare, stiamo facendo un buon progresso e devo ringraziare anche il ministro di Maio per questo, l’Italia è già attiva in questa direzione. L’altra direzione della diversificazione è quella della sostituzione di fonti fossili con rinnovabili. Come detto anche in Parlamento questa è l’unica strada su cui contare nel lungo periodo, ma occorre fare molto di più ora in questa situazione per aumentare visibilmente gli investimenti in quest’area. Il Consiglio dei ministri ieri ha approvato le delibere riguardanti 6 parchi eolici. Quindi le cose si stanno muovendo, ma il procedimento autorizzativo è ancora molto lento e questo è vero sia a livello comunitario sia a livello nazionale. Su questo punto la Commissione ha promesso che aiuterà gli Stati membri in ogni modo possibile».

Il secondo pilastro valutato a Versailles è quello di «introdurre un tetto ai prezzi del gas. Questo è un argomento molto complesso – sottolinea il premier – Io credo che qualche effetto importante lo possa avere. Tanto è vero che da quando si è cominciato a discutere di questo, è una coincidenza forse, il prezzo dei gas è caduto fortemente da oltre 200 euro a circa 116 euro oggi. Su questo ci sono pareri vari, molti hanno sostenuto l’opportunità di questa misura. La Commissione, credo al prossimo Consiglio europeo, presenterà più in generale un rapporto su come diminuire il contagio dal gas al resto dell’elettricità».

In quest’ottica rientra dunque – e questo è il terzo pilastro – l’ipotesi di staccare il mercato dell’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili dal mercato del gas: «Oggi c’è un solo prezzo, quindi anche l’energia elettrica prodotta a bassissimo costo, come è quella prodotta dall’energia da molte fonti rinnovabili, arriva al consumatore a un prezzo uguale a quella prodotta con il gas. Questa è la causa principale della lievitazione delle bollette».

Infine, il quarto pilastro del dibattito, ovvero la tassazione degli “extra profitti” delle società elettriche: «La Commissione – conclude Draghi – stima che attraverso una tassazione dei sovra profitti delle società elettriche possa arrivare un gettito di circa 200 miliardi. Quindi è certamente una fonte a cui guardare con molta attenzione. Io lo dico da tanto tempo ma ora arriva anche il parere positivo della Commissione europea e, da quel che ho sentito, molti paesi membri pensano di perseguire questa strada. A proposito di queste insufficienze energetiche, la discussione si è allargata anche all’eventuale insufficienze di altre materie prime tra cui l’agroalimentare. In merito una delle risposte che viene naturalmente data è che se questo dovesse perdurare o aggravarsi occorrerà importare da altri paesi, Stati Uniti, Canada, Argentina».