Il comparto vale il 3% del Pil regionale e investe 600 milioni di euro l’anno

Crescono gli investimenti nei servizi pubblici locali toscani, danno lavoro a 19mila persone

De Girolamo (Cispel): «Le aziende sono pronte a raccogliere la sfida della sostenibilità, ma perché questo sia possibile serve una politica industriale regionale chiara e forte, che decida»

[21 Febbraio 2020]

La transizione verso il Green new deal sarà tangibile solo quando passerà dalle sale conferenze ai condomini di città, perché l’approccio più concreto per migliorare la vita dei cittadini passa dai servizi pubblici locali: acqua, energia, gestione rifiuti e trasporto pubblico sono tra i principali alfieri dello sviluppo sostenibile su cui puntare, in un percorso pionieristico che in Toscana sta già portando frutti maturi come testimonia il Rapporto annuale sull’analisi dei bilanci e delle performance economiche delle aziende toscane di servizio pubblico locale, elaborato dall’istituto di ricerca Utilitatis e presentato stamani a Firenze da Confservizi Cispel Toscana.

Per redigere il documento sono state prese in esame 138 aziende associate Cispel, che emergono come un importante volano di sviluppo economico (e non solo) per il territorio toscano: nel 2018 ad esempio gli investimenti sono cresciuti del 17% sull’anno precedente, e gli occupati nel comparto sono arrivati a circa 19mila. «Il settore industriale delle aziende di servizio pubblico locale (acqua, rifiuti, energia, trasporti, edilizia pubblica, farmacie, illuminazione) fattura in Toscana oltre 4 miliardi di euro nel 2018 – snocciola Alfredo De Girolamo, presidente di Confservizi Cispel Toscana – occupa 20.000 addetti e investe 600 milioni di euro l’anno. Una realtà industriale grande, che consolida e migliora i suoi risultati negli ultimi anni, con bilanci in ordine, buona redditività e capacità di investimento. Numeri che sono la base della proposta che avanziamo alle forze politiche e sociali in vista delle prossime elezioni regionali: le utilities toscane al centro dell’agenda economica regionale, con investimenti, innovazione e occupazione di qualità in tutti i settori». Ad esempio nel campo dell’economia circolare, dove le aziende associate Cispel sono pronte a mettere in campo investimenti da 1 miliardo di euro in 10 anni.

Un settore industriale che può essere uno dei motori della crescita dell’economia regionale nei prossimi anni, per contrastare la previsione di stagnazione o recessione, e che ha la possibilità di assumere, come spiega Alessandro Petretto – professore emerito di Economia pubblica dell’Università di Firenze – il ruolo di «incentivare tutta la componente di green economy e investimenti in settori tipicamente ambientali come il servizio idrico e i rifiuti, ma anche nel trasporto pubblico locale».

«Il settore con l’indotto – argomenta nel merito De Girolamo – vale circa il 3% del Pil regionale, ma con spiccate caratteristiche anticicliche: aumenta gli investimenti mentre gli investimenti pubblici e privati in Toscana arretrano, aumenta l’occupazione, stabile e qualificata, mentre il dato generale toscano vede difficoltà occupazionali e aumento dei lavori precari. Soprattutto, spiega il presidente Cispel, quello dei servizi pubblici locali è un comparto che può essere centrale per le sfide epocali che ci attendono: «Sostenibilità, lotta ai cambiamenti climatici, economia circolare, mobilità sostenibile, rivoluzione digitale e welfare innovativo sono la sfida dei prossimi anni. Le aziende sono pronte a raccoglierla, ma perché questo sia possibile serve una politica industriale regionale chiara e forte, che decida».