Covid-19 spinge le rinnovabili, nel mondo eolico e solare valgono quanto il nucleare

Calo record per l’elettricità prodotta da carbone, ma neanche la crisi da pandemia basta a raggiungere il trend necessario per contenere il riscaldamento globale a +1,5 °C

[14 Agosto 2020]

In Italia il ritardo sulle rinnovabili rispetto ai target Ue 2030 è noto, ma per fortuna nel mondo il trend inizia ad accelerare. Lo certifica l’ultimo rapporto di Ember, un think tank indipendente senza fini di lucro su clima ed energia che fornisce dati, analisi e soluzioni politiche per accelerare la transizione globale dell’elettricità dal carbone alle rinnovabili.

Secondo l’analisi appena pubblicata “l’energia eolica e solare insieme hanno generato quasi tanta energia priva di CO2 quanto le centrali nucleari, che hanno prodotto il 10,5% dell’elettricità globale nel primo semestre del 2020”. E questa è veramente una notizia, che mette a tacere anche i più scettici sulle potenzialità delle rinnovabili. Non solo: “l’eolico e il solare sono rapidamente aumentati fino a diventare una delle principali fonti di elettricità nella maggior parte dei paesi del mondo e stanno riducendo con successo la combustione di carbone in tutto il mondo”. Quindi raggiunta la quota del nucleare e ridotto drasticamente l’uso del carbone.

Questa analisi semestrale aggrega la produzione nazionale di elettricità per 48 paesi che rappresentano l’83% della produzione mondiale di elettricità. E si basa sulla Global electricity review pubblicata a marzo 2020. Ma veniamo ai numeri: nei 48 paesi analizzati, la generazione eolica e solare è passata da 992 terawattora nel 2019 a 1.129 terawattora nel primo semestre del 2020. Ciò significa che la quota eolica e solare dell’elettricità globale è passata dall’8,1% nel 2019 al 9,8% nel primo semestre del 2020, quasi paria a quella legata al nucleare. E allargando il campo d’osservazione, la quota delle rinnovabili è già più che raddoppiata dal 4,6% del 2015, quando è stato firmato l’accordo di Parigi sul clima.

Nello specifico, molti paesi chiave – Cina (10%), Stati Uniti (12%), India (10%), Giappone (10%), Brasile (10%) e Turchia (13 %) –  ora “generano circa un decimo della loro elettricità da energia eolica e solare”.

Ancora migliori le performance dell’Ue e del Regno Unito con, rispettivamente, il 21% e il 33%, che le pongono al vertice mondiale. Malissimo, invece, la Russia: eolico e solare sono solo lo 0,2% della sua elettricità.

Grazie a questa situazione, la produzione globale di elettricità carbone è diminuita dell’8,3% nella prima metà del 2020, rispetto al primo semestre del 2019. Si tratta di un nuovo record, a seguito di un calo su base annua del 3% nel 2019, che all’epoca era il calo maggiore almeno dal 1990. Ovviamente c’è di mezzo il Covid-19, infatti il calo nel primo semestre 2020 è legato proprio al fatto che la domanda di elettricità è diminuita a livello globale del 3,0%, ma anche a causa dell’impiego crescente di vento e solare.

Secondo l’analisi Ember il 70% della caduta del carbone nel primo semestre 2020 può essere attribuito alla minore domanda di elettricità dovuta al coronavirus, il 30% è legato all’aumento della generazione eolica e solare.

Gli Stati Uniti – nonostante Donald Trump – e l’Ue stanno correndo per ridurre il carbone, con cali rispettivamente del 31% e del 32%. Al contempo il carbone cinese è diminuito solo del 2%, il che significa che la sua quota di produzione di elettricità da carbone è salita al 54% globale quest’anno, dal 50% nel 2019 e dal 44% nel 2015. Proprio la Cina è stata recentemente redarguita dal segretario generale dell’Onu per non aver fatto abbastanza – secondo lo studio “A New Coal Boom in China si prevede anzi un aumento enorme nella costruzione di nuove centrali a carbone nel Paese –, consapevole che per raggiungere gli obiettivi di Parigi sul clima molto passa dal contributo alla causa della “fabbrica del mondo”.

I pur incoraggianti numeri esposti nel report Ember, infatti, non bastano per la transazione elettrica da fonti fossili a rinnovabili. Secondo il rapporto, il carbone deve diminuire del 13% ogni anno in questo decennio ma, anche di fronte a una pandemia globale, la produzione di carbone si è ridotta solo dell’8% nella prima metà del 2020. Lo scenario di contenimento del riscaldamento globale a +1,5 °C mostra che il carbone deve scendere a solo il 6% di produzione globale di elettricità entro il 2030, dal 33% nel primo semestre 2020. Non sarà affatto facile, ma qualche segnale positivo c’è. Ora è il momento di spingere, anche per l’Italia.