Con le soluzioni basate sulla natura 20 milioni di nuovi posti di lavoro

Ma sono necessarie politiche di transizione giusta, senza lasciare nessuno indietro

[14 Dicembre 2022]

Secondo il rapporto “Decent Work in Nature-based Solutions” pubblicato da International Labour Organization (ILO), United Nations environment programme (Unep)  e International union for conservation of nature (Iucn),  «Si potrebbero creare 20 milioni di posti di lavoro sfruttando ulteriormente il potere della natura per affrontare le principali sfide che la società deve affrontare, come il cambiamento climatico, il rischio di disastri e l’insicurezza alimentare e idrica».

Il rapporto, presentato alla 15esima Conferenza della parti della Convention on biological diversity (COP15 Cbd) in corso a Montreal, sottolinea «La necessità di una transizione giusta: rendere più ecologica l’economia in modo equo e inclusivo, creando opportunità di lavoro significative e senza lasciare nessuno indietro».

Illustrando il rapporto, Susan Gardner, direttrice della Divisione ecosistemi dell’Unep, ha detto: «Accogliamo con favore l’enfasi data alle soluzioni basate sulla natura alla COP27 di Sharm el Sheikh. Non solo le NbS sono una parte fondamentale dell’equazione di mitigazione, ma hanno molteplici benefici collaterali, attenuando gli impatti dei cambiamenti climatici e affrontando diverse sfide tra cui l’insicurezza alimentare e idrica, gli impatti dei disastri e le minacce alla salute e al benessere umano. Quel che questo rapporto mette in luce è come far funzionare NbS per le persone e l’economia e questo sarà un fattore chiave di successo. Per raggiungere questo obiettivo è necessaria un’ampia coalizione con i giovani in primo piano».

La risoluzione 5/5 dell’United Nations Environment definisce le soluzioni basate sulla natura (NbS)  come «Azioni per proteggere, conservare, ripristinare, utilizzare e gestire in modo sostenibile ecosistemi terrestri, d’acqua dolce, costieri e marini naturali o modificati  perché  affrontino le sfide sociali, economiche e ambientali in modo efficace e adattativo, fornendo allo stesso tempo benessere umano, servizi ecosistemici, resilienza e e benefici  per la biodiversità».

Attualmente quasi 75 milioni di persone la vorano già in attività NbS e il rapporto rileva che «La stragrande maggioranza (96%) vive in Paesi a reddito medio-basso in Asia e nel Pacifico, sebbene la maggior parte della spesa globale per NbS avvenga nei Paesi ad alto reddito. Molti di questi lavori sono part-time e si stima che l’occupazione totale sia di circa 14,5 milioni di posti di lavoro equivalenti a tempo pieno (FTE)». Tuttavia, il rapporto avverte che «Ci sono problemi nella misurazione dell’occupazione NbS. Inoltre, le cifre non tengono conto delle perdite di posti di lavoro e degli spostamenti che potrebbero verificarsi con l’implementazione delle NbS».

Nei Paesi a reddito basso e medio-basso, quasi tutto il lavoro NbS (rispettivamente il 98% e 99%) è nei settori dell’agricoltura e della silvicoltura. Una percentuale che scende al 42% nei Paesi a reddito medio-alto e al 25% nei Paesi ad alto reddito. Nei Paesi industrializzati, dove la produttività agricola è elevata, la spesa per NbS si concentra nel ripristino degli ecosistemi e nella gestione delle risorse naturali. I servizi pubblici contribuiscono alla quota maggiore del lavoro NbS nei Paesi ad alto reddito (37%), con l’edilizia che rappresenta anche una quota equa (14%).

ILO, Unep e IUCN sono convinti che «Se gli investimenti in NbS fossero triplicati entro il 2030, si potrebbero generare altri 20 milioni di posti di lavoro in tutto il mondo».  Un  passo fondamentale verso il raggiungimento  degli obiettivi per la biodiversità, il ripristino del territorio e  climatici stabiliti nel rapporto  “State of Finance for Nature 2021” dell’Unep .

Ma il nuovo rapporto avverte che «Attualmente non c’è alcuna garanzia che l’occupazione NbS soddisfi lo standard dell’ILO per i lavori green. Questo richiede che i posti di lavoro siano nel settore ambientale e soddisfino gli standard per il lavoro dignitoso, in linea anche con gli standard internazionali e nazionali del lavoro, e il lavoro dignitoso (definito come lavoro produttivo retribuito equamente e in condizioni di libertà, equità, sicurezza e dignità umana)».

Il rapporto chiede «L’attuazione delle politiche di Just Transition, comprese misure per incubare e sostenere le imprese e le cooperative che lavorano nelle NbS, un adeguato sviluppo delle competenze, misure per aiutare i lavoratori a prepararsi e ottenere posti di lavoro NbS, università che integrino le NbS nei loro programmi di studio tradizionali, e politiche che aiutano le NbS a conformarsi alle norme fondamentali del lavoro, compresi i salari minimi, la sicurezza e la salute sul lavoro, la libertà di associazione e l’uso del dialogo sociale».

Il nuovo Green Jobs for Youth Pact , presentato da ILO e Unep  alla COP27 Unfccc, punta a creare 1 milione di nuovi posti di lavoro verdi e  a garantire che le raccomandazioni formulate in questo rapporto siano realizzate sul campo.

ILO, Unep e Iucn sottolineano che «Saranno inoltre necessarie politiche di “transizione equa” per mitigare i rischi per l’occupazione e i mezzi di sussistenza che la transizione verso pratiche più sostenibili creerà nel breve e medio termine. Come afferma il rapporto, in particolare quando i lavori e le pratiche lavorative attuali comportano l’uso insostenibile della natura, tali politiche potrebbero includere: servizi di inserimento lavorativo, programmi di pubblico impiego, formazione al reimpiego, accesso alle indennità di disoccupazione, pensionamento anticipato, l’uso e il pagamento dei programmi di servizi ecosistemici (SPO)».

Per Stewart Maginnis, vicedirettore generale dell’Iucn, «Se pianificato e implementato secondo lo standard globale Iucn per le soluzioni basate sulla natura, le NbS forniscono un mezzo scalabile ed efficace per affrontare le crisi nterconnesse climatiche e della biodiversità i, offrendo al contempo importanti benefici per il benessere umano e i mezzi di sussistenza, compresi buoni posti di lavoro green. Questo le rende uno strumento essenziale nell’attuazione del Global Biodiversity Framework post-2020».

Vic van Vuuren, direttore del dipartimento delle imprese dell’ILO, ha concluso: «E’ fondamentale che mentre aumentiamo l’uso delle soluzioni basate sulla natura ci assicuriamo di non aumentare anche il deficit di lavoro dignitoso, come il lavoro informale, le condizioni di bassa retribuzione e bassa produttività che molti lavoratori nelle NbS devono affrontare attualmente. Le linee guida per una transizione giusta dell’ILO forniscono un quadro per aiutarci a farlo».