Come la pandemia ha cambiato il turismo in Toscana

Presenze dimezzate nel 2020, ma anche un modo diverso di viaggiare: lento, interno e in ambienti naturali

[2 Agosto 2021]

Nel suo rapporto annuale sul turismo in Toscana, l’Irpet – l’Istituto regionale per la programmazione economica – mostra gli effetti della pandemia Covid-19 sul comparto, in assoluto tra i più colpiti. Nel 2020 il turismo in Toscana segna infatti il 54,3% di presenze in meno, e ovviamente il comparto più penalizzato è quello straniero (-76,5%) rispetto alle presenze di italiani (-28,7%).

Questi almeno sono i dati nelle strutture ricettive ufficiali perché, spiegano dalla Regione, se si potessero quantificare i flussi anche degli affitti di case indipendenti e degli  appartamenti ‘non ufficiali’ come gli Airbnb alla fine le perdite sarebbero probabilmente inferiori rispetto a quelle che appaiono: -45,3% (-26,8% solo sulle non ufficiali).

Non si tratta di una precisazione da poco, perché sintomatica di un cambiamento profondo nel modo di vivere il turismo in Toscana, che almeno in parte potrebbe essere destinato a restare anche una volta terminata l’emergenza sanitaria.

Case e appartamenti sono infatti stati tra «i più ricercati nel 2020 assieme alle strutture per il turismo all’aria aperta, una tendenza giudicata strutturale e di medio periodo, assieme al ritrovato protagonismo del turismo interno e del ‘viaggio lento’ – sottolineano dalla Regione – I turisti hanno prediletto la rarefazione delle persone e la natura, due dati di cui far tesoro, assieme ad un’esperienza turistica sempre più digitale e con prenotazione estremamente flessibili. Quanto al turismo organizzato, la maggior parte degli esperti non precede un ritorno ai livelli pre-pandemia prima del 2023 o anche fino al 2024».

Di certo i cambiamenti intercorsi lo scorso anno sono stati dettati dall’emergenza sanitaria più che frutto di una programmazione atta a indirizzare lo sviluppo turistico regionale su binari più sostenibili, e la ricaduta principale legata al tracollo delle presenze è naturalmente sulla dimensione economica.

Il turismo pesa in Toscana per circa il 10% sul lavoro attivato nella regione e si calcola che 46,8 milioni di presenze in meno in un anno siano valse  5,8 miliardi di euro di minori entrate, sui 10 complessivamente persi dall’intera economia toscana. A mitigare il crollo ci hanno pensato, grazie soprattutto al breve ma intenso boom estivo, gli italiani e il mercato interno, che storicamente costituisce però in Toscana solo una percentuale piccola dell’intero movimento, fatto da sempre di turisti in arrivo per lo più da oltralpe e da oltre oceano.

In termini di ambiti turistici, l’area fiorentina è la più penalizzata (-80,7%), ma anche gli altri territori caratterizzati da un’ampia presenza straniera hanno sofferto molto (-53,8% per Valdelsa ed Etruria Volterrana); hanno retto meglio le aree maggiormente frequentate da italiani, dal -40% per l’Amiata al -25,1% per la Maremma, passando dal 30,2% per la Costa degli Etruschi e l’Elba.

Ma quali sono stati gli effetti sulle possibilità di impiego? Secondo la Regine «il blocco dei licenziamenti imposto per legge falsa in parte le statistiche sulle cessazioni, laddove si confronti il 2020 con il 2019: esiste infatti una parte di lavoro congelato, sottoutilizzato o non utilizzato che resta nella disponibilità delle imprese. Quanto ai contratti di lavoro avviati nel settore dei servizi turistici, ce ne sono stati nel 2020 circa centomila in meno, con una flessione del 44,5 per cento: il triplo rispetto ai meno 34 mila del complesso dell’industria manifatturiera (-29,3%) o degli altri settori dei servizi (-10,4%), sei volte in più rispetto ai meno 17 mila del commercio (-27,3%) e tredici volte il volume mancante nei contratti del settore dei trasporti e magazzinaggio (-26,6%). Il saldo invece, dato complessivo dell’intera Toscana, dice che tra avviamenti e cessazioni mancano alla fine dell’anno, rispetto al 2019, circa 12 mila contratti».

La speranza adesso è che si possa presto ripartire, auspicabilmente in modo più sostenibile rispetto al mix di overtourism e marginalizzazione che finora ha diviso il turismo toscano. Per ora la “ripartenza” è soprattutto digitale: 1600 nuovi operatori che nel 2021 si sono  iscritti alla piattaforma “Make” di Fondazione Sistema Toscana e 1030 nuovi pacchetti e idee di possibili viaggi,  3 milioni di visualizzazioni per 1 milione circa di utenti su www.visittuscany.it (rispetto all’anno scorso i francesi cresciuti di quasi nove volte, i tedeschi del 249 per cento, gli svizzeri del 135),   85 milioni di visualizzazioni su google e 13 milioni su facebook per la campagna “Toscana Rinascimento senza fine”.