Coldiretti, dalle campagne 1 milione di posti di lavoro in 10 anni grazie a verde e digitale

Prandini: «Dobbiamo ripartire dai nostri punti di forza. L’Italia è prima in Europa per qualità e sicurezza alimentare»

[16 Dicembre 2020]

La filiera agroalimentare italiana è una delle prime vittime della crisi climatica in corso – gli agricoltori della Coldiretti stimano danni da 14 miliardi di euro al comparto solo nel corso dell’ultimo decennio –, ma al contempo attraverso la transizione verde e digitale può trovare la via per un nuovo percorso di sviluppo sostenibile: è quanto sostiene la più grande associazione agricola italiana, che ha presentato ieri le sue proposte per il Piano nazinale di ripresa e resilienza post-Covid nel corso dell’assemblea L’Italia riparte dagli eroi del cibo.

«Dobbiamo ripartire dai nostri punti di forza – dichiara nel merito il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini – L’Italia è prima in Europa per qualità e sicurezza alimentare ed è possibile investire per dimezzare la dipendenza alimentare dall’estero e creare un milione di posti di lavoro nei prossimi 10 anni. Digitalizzazione delle campagne, foreste urbane per mitigare l’inquinamento in città, invasi nelle aree interne per risparmiare l’acqua, chimica verde e bioenergie per contrastare i cambiamenti climatici ed interventi specifici nei settori deficitari ed in difficoltà dai cereali all’allevamento fino all’olio di oliva sono alcuni dei progetti strategici elaborati dalla Coldiretti per la crescita sostenibile del Paese».

Va da sé infatti che da una transizione ecologica del comparto trarrebbe vantaggio l’intera performance ambientale italiana. Secondo le rilevazioni Istat, ad esempio, più del 50% del volume d’acqua complessivamente utilizzato in Italia ogni anno è destinato all’irrigazione.

Per quanto riguarda una migliore gestione delle risorse idriche, la progettualità avanzata da Coldiretti punta a realizzare 6.000 invasi in aziende agricole per un volume totale di stoccaggio di 30 milioni di metri cubi, 4.000 grandi invasi interaziendali, consortili o pubblici, 10.000 nuovi impianti irrigui per un risparmio d’acqua di almeno il 30% e strutture medio piccole per la produzione idroelettrica. Un progetto – dichiara l’associazione degli agricoltori – ideato ed ingegnerizzato e poi condiviso dalla Coldiretti con Anbi, Terna, Enel, Eni e Cdp.

Altrettanto importante sarebbe favorire l’impiego di acque reflue depurate in agricoltura, che da sole potrebbero riuscire a soddisfare la metà del fabbisogno irriguo nazionale secondo le stime Anbi, sebbene ad oggi una normativa nazionale confusa e contraddittoria ne limiti fortemente l’impiego.

Sul fronte della sostenibilità la Coldiretti propone anche di ripristinare e mantenere fertilità dei suoli attraverso la riduzione dei potenziali inquinanti e materiali non biodegradabili, grazie all’ausilio di un puntuale e moderno monitoraggio dei terreni mediante una piattaforma con uso di big data incentivando l’agricoltura di precisione (Adp) per arrivare al 10% del territorio nazionale. Il progetto punta a sostenere le filiere bioplastiche e biochemicals che rappresentano una filiera industriale d’eccellenza a livello nazionale.

Per quanto riguarda invece i cambiamenti climatici, come documenta Ispra dal settore agroalimentare arriva il 7% delle emissioni nazionali di gas serra e oltre il 90% delle emissioni di ammoniaca (e in entrambi i casi il contributo degli allevamenti è determinante). Ma l’agricoltura può offrire anche importanti soluzioni su questo fronte, grazie all’assorbimento di CO2 legato alla crescita delle piante: un impegno che Coldiretti punta a concretizzare anche nell’obiettivo di piantare in Italia 50 milioni di alberi nell’arco dei prossimi cinque anni nelle aree rurali e in quelle metropolitane anche per far nascere foreste urbane.

Ma per il rilancio del Paese serve anche una visione per il futuro di settori come l’allevamento e la quarta gamma dei prodotti pronti al consumo come le (assai poco sostenibili, dal punto di vista dei packaging monouso) insalate in busta. Sotto questo profilo il progetto della Coldiretti intende favorire la transizione verde delle filiere bovina, suina, avicola e dell’ortofrutta, tramite produzione di energia da fonti rinnovabili (biogas per produzione biometano), riduzione dell’impronta di carbonio, miglioramento della fertilità dei suoli, utilizzo più efficiente delle risorse tramite tecniche di “precision farming” e miglioramento dei processi di recupero sottoprodotti.