Clima, impossibile rispettare i limiti indicati dal rapporto Ipcc? A Siena l’hanno già fatto

Con un territorio di 3.820 kmq e oltre 265mila abitanti, la Provincia ha raggiunto la carbon neutrality nel 2011 e da allora assorbe più gas serra di quanti ne emetta

[13 Agosto 2021]

Il record europeo di caldo (48,8 °C) registrato a Siracusa e i devastanti incendi che in queste settimane stanno attraversando la penisola ci ricordano quanto sia urgente la lotta alla crisi climatica in corso: in Italia il surriscaldamento sta procedendo a velocità più che doppia rispetto alla media globale, e gli eventi meteo estremi sono cresciuti di otto volte solo dal 2008.

Il rapporto pubblicato nei giorni corsi dall’Ipcc mostra chiaramente che le concentrazioni atmosferiche di CO2 sono le più alte degli ultimi 2 milioni di anni, un allarme rosso per il pianeta e in primis per la sopravvivenza della società umana. Al contempo, l’autorevole documento scientifico lancia un messaggio di speranza: è ancora possibile stabilizzare il clima a un riscaldamento globale inferiore a 1,5°C rispetto all’era preindustriale, ma per farlo è indispensabile raggiungere almeno zero emissioni nette di anidride carbonica (CO2) e forti riduzioni delle emissioni degli altri gas serra.

È questo l’obiettivo che l’Europa si è data per il 2050, ma si tratta di un’ambizione realizzabile? L’esperienza toscana, o meglio quella della Provincia di Siena – un territorio di 3.820 kmq e oltre 265mila abitanti – dimostra che raggiungere le emissioni nette zero è possibile, senza rinunciare al benessere socioeconomico: il Pil dell’area è anzi cresciuto di circa il 20% dal 2006 al 2016.

Qui la carbon neutrality è realtà (certificata ISO 14064) dal 2011, e a dimostrarlo ogni anno c’è il Bilancio territoriale con emissioni zero elaborato dal gruppo di Ecodinamica dell’Università di Siena; nel 2006 l’assorbimento delle emissioni climalteranti era del 72%, mentre nel 2016 era arrivato al 108%. Si tratta di una sfida che si rinnova ogni anno, ma finora è sempre stata vinta: l’ultimo Bilancio (quello del 2019) segna un assorbimento pari al 101%.

Significa che le emissioni di gas serra antropiche ovviamente ci sono, ma vengono completamente compensate dalla capacità degli ecosistemi locali di assorbire CO2.

Un risultato frutto di tanti fattori – a partire dal sostegno della Fondazione Mps – non tutti replicabili altrove: qui ad esempio il 92% dell’elettricità prodotta arriva da una fonte rinnovabile come la geotermia, l’area provinciale ha una bassa densità di popolazione e di attività industriale e allo stesso tempo vanta una vasta area forestale (circa il 45% della superficie), inoltre i rifiuti generati localmente sono gestiti in modo efficiente grazie a un’adeguata infrastruttura impiantistica a valle.

Soprattutto, però, a incidere sono state le scelte di politica pubblica: «Questo risultato è stato voluto, non è stato un regalo: è stato cercato e realizzato con azioni di governo sul territorio che si sono basate su ricerca scientifica e dati – spiega il chimico ambientale dell’Università di Siena Federico Maria Pulselli – Ad esempio monitoraggio di tutti i sistemi di riscaldamento privati e relativo efficientamento, politica di gestione rifiuti con riduzione progressiva delle discariche, politica di preservazione e gestione forestale, attenzione alla produzione geotermoelettrica, efficientamento degli edifici pubblici, uso di combustibili più sostenibili per i mezzi pubblici».

A ogni territorio spetta l’onere e l’onore di tracciare la strada per uno sviluppo più sostenibile, con la consapevolezza che l’obiettivo finale della carbon neutrality si può raggiungere. Basta volerlo, e agire di conseguenza basandosi sulle evidenze scientifiche a disposizione.