Che fine ha fatto il tavolo tecnico promesso dal Mise sulla geotermia?

Atteso per fine aprile, se ne sono perse le tracce. Rossi e Fratoni: «Riconvocarlo al più presto»

[21 Giugno 2019]

Il decreto Fer 1 elaborato dal Governo per incentivare la produzione di energia elettrica da rinnovabili ha ricevuto il via libera dalla Commissione Ue in quanto conforme alla normativa europea sugli aiuti di stato, e dunque potrà proseguire il suo iter: per la prima volta senza il contributo della geotermia però, esclusa dal Governo e in attesa del nebuloso Fer 2 che ancora non si intravede all’orizzonte. Per tornare a dare una prospettiva di sviluppo sostenibile al comparto il Mise ha acconsentito lo scorso 27 marzo a mettere in piedi un tavolo tecnico di confronto sul tema col territorio, dopo mesi di battaglia politica portata avanti dai cittadini dei territori geotermici toscani, dai Comuni e dalla Regione Toscana. Era atteso per fine aprile però, e da allora se ne sono perse le tracce lasciando col fiato sospeso interi territori e il futuro di un’energia rinnovabile che – tra l’altro – contribuisce già oggi a soddisfare oltre il 30% della domanda di elettricità toscana.

Il governatore Enrico Rossi, insieme all’assessore all’Ambiente Federica Fratoni, hanno dunque rivolto una lettera al sottosegretario allo Sviluppo economico con delega all’Energia Davide Crippa, all’indomani della conferma dell’esclusione della geotermia dal decreto rinnovabili Fer 1, per «dare corso a quanto concordato».

Crippa si prese infatti l’impegno di riconvocare entro un mese da allora (ovvero entro il 27 aprile, ndr) il tavolo di lavoro che era stato appena costituito, con la disponibilità da parte dei soggetti e degli enti interessati a lavorare in sinergia per realizzare impianti innovativi nel campo della geotermia che consentiranno un’ulteriore riduzione degli inquinanti e la raccolta della CO2 per scopi commerciali. Nel frattempo i tecnici del Ministero e della Regione si sarebbero dovuti confrontare alla ricerca della migliore soluzione a far sì che non si bloccassero gli investimenti nel settore geotermico, con particolare attenzione alle soluzioni impiantistiche in grado di minimizzare gli impatti ambientali e di venire incontro alle esigenze di sviluppo dei territori: da marzo però tutto tace, con gravi ripercussioni. Occorre riprendere il dialogo: «Restiamo in attesa della convocazione al tavolo di confronto», concludono Rossi e Fratoni.