L’impianto di recupero di San Zeno al centro del progetto

Che faccio, lo butto? Castiglion fiorentino si impegna contro lo spreco alimentare

Sebastiani: «C'è ancora molto da fare soprattutto nella direzione di un profondo cambiamento culturale tra i consumatori»

[7 Febbraio 2022]

Dopo una piccola inversione di rotta nel corso del 2020, lo spreco alimentare in Italia è tornato a crescere nell’ultimo anno: il nuovo rapporto Waste watcher, appena presentato da Last minute market e Università di Bologna coi dati 2021, stima che solo nell’ultimo anno abbiamo sprecato 1.866.000 tonnellate di cibo nelle nostre case, per un controvalore di 7,37 mld di euro. Allargando lo sguardo  allo spreco di filiera (produzione/distribuzione) arriviamo a quasi 10 mld di euro e altre 3.299.457 ton/anno sprecate.

Numeri pesanti, che interrogano sulla pressante necessità di ridurre lo spreco alimentare per poter davvero imboccare la via dell’economia circolare e di uno sviluppo più sostenibile, anche dal punto di vista sociale oltre che economico e ambientale. Una scelta di campo che il Comune di Castiglion fiorentino (AR) ha compiuto con il progetto “Che faccio lo butto?”, presentato proprio in occasione della Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare, puntando sulla collaborazione con Gestione ambientale e Aisa Impianti per sensibilizzare la cittadinanza.

«Siamo veramente felici ed orgogliosi che il comune di Castiglion Fiorentino ci abbia chiamato per organizzare insieme a loro un  progetto della durata di oltre un anno a cui noi daremo tutto il nostro appoggio e che vedrà l’impianto di recupero integrale di San Zeno al centro di alcune iniziative previste», dichiara il direttore generale di Aisa Impianti, Marzio Lasagni.

In collaborazione con Gestione Ambientale, i rioni e le scuole, il progetto “Che faccio lo butto?” coinvolgerà dai più giovani agli adulti in incontri, appuntamenti ed eventi  per sensibilizzare alla salute alimentare, la tutela ambientale e al corretto uso delle materie prime proprio a partire dalla tavola, come ad esempio utilizzare il cibo altrimenti destinato ai rifiuti e gestire al meglio quello che rimane, e imparare una corretta raccolta differenziata.

«Siamo soddisfatti di aderire a Spreco zero e di metterci in rete con altri comuni italiani per scambiarci buone pratiche contro gli sprechi, a partire da quello alimentare – commenta l’assessore all’Ambiente di Castiglion fiorentino, Francesca Sebastiani – Il  progetto  ‘Che faccio lo butto?’ è finalizzato alla sensibilizzazione e alla promozione di buone pratiche che producono effetti positivi tra i cittadini castiglionesi, dobbiamo però rimanere consapevoli che c’ è ancora molto da fare soprattutto nella direzione di un profondo cambiamento culturale tra i consumatori finali e in particolar modo tra i più giovani per ridare valore al cibo sensibilizzandoli sul problema dello spreco alimentare e sulla necessità di prevenirlo e ridurlo».

Naturalmente, una quota di rifiuti organici – come quelli alimentari e gli scarti di cucina – resterà da gestire, e la rotta dell’economia circolare indica chiaramente come valorizzare al meglio questa frazione per evitare che vada sprecata.

In questo caso la soluzione impiantistica d’elezione è quella dei biodigestori anaerobici, in grado di ricavare biometano e compost dai rifiuti organici; non a caso Aisa Impianti, all’interno del progetto da 37 mln di euro per rinnovare il polo di gestione e recupero rifiuti di San Zeno (AR), sta investendo con decisione sull’ampliamento dell’impianto di compostaggio e soprattutto sulla realizzazione di un biodigestore. Una volta completato la Provincia di Arezzo sarà completamente autosufficiente nel recuperare tutta la frazione organica raccolta in forma differenziata sul territorio, producendo al contempo circa 2 milioni di metri cubi di biometano l’anno.