Cermec, nulla è dovuto per la fidejussione ErreErre: l’orizzonte Retiambiente si avvicina

Ciacci: «Questa sentenza premia il grande lavoro che abbiamo fatto per far valere le nostre tesi, e sicuramente ha un effetto estremamente positivo per la società»

[9 Maggio 2022]

Come confermano direttamente da Cermec, la società interamente partecipata dai Comuni di Massa e Carrara dedita all’economia circolare, la Corte d’appello di Venezia ha dichiarato «l’inefficacia nei confronti di Cermec s.p.a. della lettera di fideiussione rilasciata in data 29.12.2008 dall’allora direttore generale e per l’effetto dichiara che, in relazione al contratto di finanziamento del 29.12.2008, non sussiste alcuna obbligazione di garanzia a titolo fideiussorio per le obbligazione assunte da ErreErre s.p.a., oggi fallita, e che quindi nulla è dovuto da Cermec s.p.a. a titolo di garanzia fideiussoria».

In altre parole è stata rovesciata la decisione di primo grado sulla fidejussione da oltre 15 milioni di euro, che condannava Cermec a versare la somma, nata a garanzia del finanziamento richiesto dalla vecchia partecipata ErreErre – oggi fallita – per la costruzione dell’impianto di produzione di cdr (combustibile derivato da rifiuti). La fidejussione in oggetto sarebbe infatti illegittima, in quanto prestata senza che l’allora vigente cda l’avesse espressamente approvata.

«Questa sentenza – commenta l’amministratore unico di Cermec, Alessio Ciacci – premia il grande lavoro che con impegno, assieme ai legali (gli avvocati Silvio Crapolicchio e Sergio Menchini e i rispettivi colleghi di studio), ai consulenti, al collegio e a tutta la struttura, abbiamo fatto per far valere le nostre tesi e sicuramente ha un effetto estremamente positivo per la società. Certo la “partita” non è ancora definitivamente conclusa perché la sentenza potrà ancora essere impugnata in Cassazione: ma la Corte d’Appello ha pronunciato una sentenza netta, oltretutto condannando la parte avversaria al pagamento delle nostre spese legali per entrambi i gradi di giudizio, per oltre 100.000 euro».

La strada sembra dunque ormai spianata per la chiusura definitiva del concordato che ancora grava su Cermec e per il suo ingresso ufficiale in seno a Retiambiente, il gestore unico dei servizi d’igiene urbana nel territorio dell’Ato costa, con cui è per il momento in vigore un contratto transitorio.