Cambia lo statuto di Aisa impianti, dallo smaltimento al recupero dei rifiuti

Cherici: «La nostra Regione, ma anche altre, hanno un modello di riferimento pubblico»

[18 Febbraio 2022]

La partecipata pubblica Aisa impianti si è riunita in assemblea straordinaria, portando – come condiviso coi Comuni soci nelle scorse settimane – a una revisione dello statuto aziendale, con l’oggetto sociale integrato per dare formalmente corso ai nuovi rami d’impresa.

Come spiegano dalla società, da una parte «Zero Spreco oggi è un gruppo capace di operare dalla progettazione d’impianti per la produzione di biocarburanti ricavati da matrici rinnovabili alla loro gestione e distribuzione», mentre per quanto riguarda il termovalorizzatore «la definizione di “smaltimento” è stata sostituita da quella ben più importante e centrale di “recupero”» energetico – è nei casi di semplice incenerimento dei rifiuti, ovvero senza recupero di energia, che si parla invece di “smaltimento” –, riferendosi così all’operazione di recupero R1 indicata nel Testo unico ambientale (D.Lgs. 152/06, allegato C). Al contempo è stata introdotta la figura del responsabile anticorruzione, come da indicazione di legge, e sono stati consolidati i settori dei biofertilizzanti per la loro produzione e distribuzione.

«Sono particolarmente grato al nostro territorio che ha compreso da subito il processo di trasformazione, ora confermato nello statuto – afferma il presidente di Aisa impianti, Giacomo Cherici (nella foto, ndr) – per molti motivi, primo fra i quali aver permesso di inserire all’interno dell’economia circolare questo nuovo modello impiantistico con la vocazione al recupero totale. Significa che l’energia necessaria a farlo funzionare proviene dall’interno e non è quindi soggetta agli impatti degli aumenti energetici. Se poi si considera che la centrale già oggi distribuisce energia e calore e presto produrrà biometano per l’autotrazione, azzerando il traffico di rifiuti, va da sé che la nostra Regione, ma anche altre, hanno un modello di riferimento pubblico. Lo sviluppo è stato sostenuto dal sindaco di Arezzo Ghinelli e da tutti i Comuni soci, cui va il nostro grazie. Hanno infatti consentito di realizzare una centrale di recupero totale, che terrà in sicurezza il territorio provinciale, partendo da un impianto di smaltimento».

Il principale obiettivo aziendale è infatti quello di rendere autosufficiente la provincia di Arezzo in tema di recupero dei rifiuti urbani: a conclusione del Progetto di riposizionamento dell’impianto di San Zeno, autorizzato nell’agosto 2020 dalla Regione Toscana, la provincia di Arezzo non avrà più bisogno di ricorrere ad altri impianti, permettendo così di contenere anche i costi della Tari pagata dai cittadini.