Cadono le accuse di bancarotta fraudolenta per Scarlino energia, il fatto non sussiste

Il decreto di archiviazione è stato reso disponibile agli avvocati. Periccioli: «Una soddisfazione amara»

[21 Novembre 2019]

Il termovalorizzatore di Scarlino energia, al centro di una battaglia legale che con vari filoni d’indagine va avanti da oltre dieci anni, ha visto cadere le accuse di bancarotta fraudolenta rivolti agli amministratori dell’azienda perché “il fatto non sussiste”. Come informa la società, il Gip del tribunale di Grosseto – su richiesta del Pm – ha «disposto in data 17 luglio 2019 l’archiviazione del procedimento penale nei confronti di tutti i 16 imputati per il reato di bancarotta fraudolenta contestato ai vertici e consulenti di Scarlino energia spa».

Il decreto di archiviazione è stato reso disponibile agli avvocati solo nei giorni scorsi: dopo anni di indagine risulta che “non emergono condotte penalmente rilevanti a carico degli indagati per cui non sussistono elementi per sostenere in giudizio nei loro confronti l’accusa originariamente ipotizzata dal Pm” e che soprattutto “non si rinvengono ulteriori indagini da espletare né aspetti investigativi da approfondire: di qui la sussistenza dei presupposti per l’accoglimento della richiesta di archiviazione”.

«Una soddisfazione amara – commenta il presidente di Scarlino energia, Moreno Periccioli – Il corretto comportamento degli amministratori di Scarlino energia e dei loro consulenti, dei componenti l’organo di controllo, era stato già riconosciuto dal tribunale civile di Grosseto che, in presenza di una richiesta di fallimento presentata dalla procura, sulla base dell’esposto che ha provocato l’indagine che oggi viene archiviata, aveva rigettato la richiesta ed omologato il concordato in continuità richiesto da Scarlino energia. Per giungere alla stessa conclusione il Pm ha, legittimamente, incaricato due professionisti ed utilizzato per l’indagine, legittimamente, tutti i tempi previsti dalla legge più ulteriori sei mesi disposti, legittimamente, dal Gip. In questo lungo frattempo – osserva però Periccioli – il sottoscritto ed altri 15 amministratori e professionisti hanno visto accostare il loro nome e la loro reputazione all’accusa, gravissima, di bancarotta fraudolenta».

Con l’archiviazione delle accuse di bancarotta fraudolenta si chiude definitivamente questo capitolo giudiziario, ma il futuro dell’impianto rimane tutt’altro che certo. L’azienda era pronta ad assumere 21 nuovi dipendenti quando, a inizio anno, una sentenza del Consiglio di Stato ha invece bloccato il termovalorizzatore e portato la società ad attivare la procedura di licenziamento per tutti e 36 i suoi dipendenti. A seguito della richiesta della società Scarlino energia di adeguarsi alla decisione del Consiglio di Stato è stato attivato nei mesi scorsi un nuovo iter finalizzato a ottenere una nuova autorizzazione a operare, ma il presidente della Regione Toscana ritiene «che la conclusione dei lavori della Conferenza dei servizi non potrà che essere negativa». Nel mentre l’attesa continua, in una Toscana dove un recente studio testimonia un «rischio collasso a breve termine» per la gestione dei rifiuti a causa di carenza d’impianti in grado di gestirli sul territorio.

 

L. A.