Amianto, dalla Regione Toscana 116mila euro per nuovo screening e sistema informativo

Migliora il monitoraggio, ma resta indispensabile realizzare sul territorio gli impianti dove accogliere i materiali derivanti da bonifiche

[24 Ottobre 2016]

Da una parte una mappatura, realizzata dal Lamma, in grado di coprire – utilizzando la Carta tecnica regionale e ortofoto con infrarosso – tutto il territorio regionale per l’identificazione delle coperture potenzialmente contenenti amianto. Dall’altra la realizzazione di un sistema informativo, che realizzerà Arpat, dedicato alla rilevazione sistematica delle situazioni di pericolo derivanti dalla presenza di amianto. Sono questi i due progetti per i quali la Giunta regionale ha approvato uno stanziamento di 116mila euro, ritenendoli indispensabili per realizzare compiutamente il Piano regionale di tutela dell’amianto: dopo l’insediamento ad aprile del 2015 di un gruppo tecnico di lavoro (Arpat, Lamma e Ispo) con il compito di armonizzare i diversi aspetti tecnico-scientifici, socio-sanitari e ambientali correlati alla problematica dell’amianto, si potrà adesso – comunicano dalla Regione – procedere nell’iter previsto con una fase di approfondimenti ulteriore.

«Con grande sforzo siamo riusciti a recuperare nel bilancio risorse per 116mila euro che vogliamo destinare subito a un lavoro che reputiamo fondamentale per la salute dei cittadini e la salvaguardia dell’ambiente – ha spiegato l’assessore all’Ambiente, Federica Fratoni – le due azioni che andremo a finanziare promuovono quell’accelerazione utile per avviarsi al necessario e auspicato completamento del Piano».

Anche perché, nel mentre le operazioni di mappatura vanno avanti con sempre più accurati livelli di dettaglio, da anni è nota la stima che vede oltre 1.145 siti da bonificare sul territorio, contenenti almeno 2 milioni di tonnellate di amianto (dati 1999) che, anche se fossero presenti le risorse necessarie per bonificare tutto e subito, non sapremmo dove mettere. Nell’ultimo Prb (Piano regionale di gestione dei rifiuti e bonifica dei siti inquinati) come del resto nei suoi predecessori ha evidenziato «una strutturale carenza di impianti per lo smaltimento» dei rifiuti pericolosi sul territorio – secondo i principi di sostenibilità e prossimità – con il caso specifico dell’amianto a costituire «una criticità di rilievo». In questi anni poco è cambiato: oltre ai dovuti monitoraggi e alle auspicate bonifiche, gli impianti per poter gestire i relativi rifiuti rimangono indispensabili.

L. A.