Acqua, investimenti da 10 mld di euro in Italia per avere 620 mln di metri cubi in più

Utilitalia: «Gli eventi siccitosi e quelli alluvionali hanno ormai una ricorrenza ciclica, pertanto devono essere affrontati con interventi strutturali»

[21 Settembre 2022]

Per garantire nei prossimi anni un approvvigionamento sicuro di acqua potabile, i gestori italiani del servizio idrico investiranno circa 10 miliardi di euro: 3 nel sud e nelle isole, 4 al centro e 3 al nord; di questi, oltre il 50% (5,2 miliardi) è in programma per investimenti nel triennio 2022-2024.

Sono alcuni dei dati che emergono dal paper “Acqua, investimenti e climate change”, realizzato da Utilitalia – la Federazione delle imprese idriche, ambientali ed energetiche – e presentato oggi a Torino in occasione della prima giornata del Festival dell’acqua.

Come evidenziato da Luca Mercalli, presidente della Società meteorologica italiana, l’estate 2022 è stata in Italia e in Europa «la più calda e asciutta mai registrata nelle serie di osservazione meteo e i ghiacciai hanno perso in un solo anno il maggior volume di sempre, pari a 4 metri di spessore medio. Gli scenari climatici prospettano un ulteriore aumento di questi fenomeni estremi nei prossimi decenni, quindi sono indispensabili strategie di adattamento per salvaguardare la risorsa idrica. Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha detto a proposito della epocale crisi climatica in atto che abbiamo una sola scelta, azione collettiva o suicidio collettivo».

Sotto questo profilo, la tutela e oculata valorizzazione di un bene comune come l’acqua rappresenta uno snodo fondamentale per incrementare la resilienza di fronte all’avanzata della crisi climatica.

«Gli eventi siccitosi e quelli alluvionali – argomenta la presidente di Utilitalia, Michaela Castelli – hanno ormai una ricorrenza ciclica, pertanto devono essere affrontati con interventi e processi strutturali sostenibili nel lungo periodo. Parliamo di maggiori sistemi di accumulo, produzione di risorse idriche complementari, di infrastrutture che favoriscano soluzioni orientate al riuso delle acque e di interventi sui sistemi di irrigazione e produzione; il tutto rafforzando la governance in un’ottica industriale, creando maggiori sinergie con altri usi e provvedendo ad una corretta ripartizione dei costi».

Tra gli investimenti in programma, poco più di 6,5 miliardi di euro sono destinati a interventi nei servizi di adduzione e distribuzione, circa 2,5 miliardi sono ripartiti equamente tra i segmenti di fognatura e depurazione, mentre la quota restante (circa 1 miliardo di euro) è destinata ad interventi negli altri segmenti della filiera tra cui captazione, potabilizzazione e dissalazione.

La realizzazione di tali interventi comporterà una maggiore quantità di acqua disponibile – intesa come acqua recuperata o come acqua supplementare prodotta – stimata in circa 620 milioni di metri cubi. Sono circa mille i progetti che i gestori hanno in cantiere: si tratta di nuovi serbatoi, nuovi approvvigionamenti, riutilizzo delle acque reflue, riduzione delle dispersioni e interconnessioni tra acquedotti, ampliamento della rete fognaria e ammodernamento degli impianti di depurazione.