Intervista al presidente Fabio Murzi

Acqua dell’Elba, dalla società benefit alla sostenibilità per l’Isola con orizzonte 2035

«Un modo nuovo di intendere il ruolo dell’azienda nella società: prendersi cura delle persone, valorizzando la bellezza in tutte le sue forme»

[12 Luglio 2021]

Si è appena concluso il Sea essence international festival sostenuto da Acqua dell’Elba, in un contesto ancora profondamente segnato dalla pandemia: come valuta quest’edizione così particolare del Seif? 

«Siamo molto contenti di aver potuto riavviare Seif, pur in forma diversa dal solito. Un’ edizione che ricorderemo per due fatti principali: innanzitutto la firma del manifesto di sostenibilità per l’Isola d’Elba che auspichiamo possa portare ad un significativo miglioramento dell’Isola d’Elba e ad un aumento della qualità della vita delle persone; in secondo luogo perché questa edizione è la prima manifestazione pubblica di Acqua dell’Elba da quando è divenuta Società benefit: una trasformazione che segna la volontà dell’impresa di essere ancora più incisiva nella sua azione in favore della società, dell’ambiente e della comunità locale. Seif è un tassello importante di questa azione e siamo felici di aver potuto contribuire, anche quest’anno, ad un incremento della sensibilità delle persone nei confronti della sostenibilità del mare».

Acqua dell’Elba si è affacciata a quest’appuntamento appunto in una nuova veste, essendo appena divenuta Società benefit: lo scopo è quello di assumersi «responsabilità dirette e obbligazioni concrete per creare valore per l’ambiente e la società». In che modo? 

«Acqua dell’Elba il 25 giugno è diventata Società benefit. Un impegno preciso per generare un impatto positivo, oltre che per i soci azionisti, anche per tutti gli stakeholders dell’impresa: dipendenti e ‘collaboratori, fornitori e clienti, comunità locale e territorio, ambiente.

Un modo nuovo di intendere il ruolo dell’azienda nella società. Oltre al perseguimento degli obiettivi economici, Acqua dell’Elba si assumerà responsabilità dirette e obbligazioni concrete per creare valore per l’ambiente e la società. Questo in seguito all’apposita modifica dello statuto che vincola l’azienda al soddisfacimento anche di queste nuove finalità di beneficio comune.

Organizzativamente questo significherà una maggiore strutturazione e ampliamento delle numerose attività portate avanti nel tempo nell’ambito della sostenibilità. Nella fattispecie prendersi cura delle persone, valorizzando la bellezza in tutte le sue forme: estetica, esperienziale, sociale e culturale. In particolare: creando profumi ispirati dalla bellezza del mare, che soddisfino l’idea di ben-essere delle persone, valorizzando la relazione tra uomo e natura e promuovendo al contempo un modello di crescita sostenibile; realizzando eventi e attività di sensibilizzazione e promozione dei temi della bellezza e del ben-essere delle persone, anche tramite coinvolgimento di fondazioni e partner locali e/o istituzionali contribuire in modo concreto alla crescita sostenibile del territorio e della comunità in cui la società opera; promuovere politiche rispettose e migliorative dell’ambiente e volte alla riduzione dell’impatto generato sul’’ambiente e sul territorio; rafforzare il rapporto con gli stakeholder attraverso una valorizzazione della trasparenza nelle informazioni rese dalla società.

Le finalità di beneficio comune saranno perseguite, nell’esercizio dell’attività economica, attraverso lo svolgimento di attività il cui obiettivo è quello di generare un misurabile valore condiviso e di creare le premesse per il mantenimento di risultati economici soddisfacenti».

Il Seif ha offerto il palcoscenico ideale anche per presentare il manifesto di Elba 2035, l’iniziativa pensata per guidare lo sviluppo sostenibile dell’isola nei prossimi tre lustri: quali sono i suoi capisaldi? 

«Elba 2035 è un processo il cui obiettivo è sempre stato quello di “far nascere un dibattito dal basso” sul tema della sostenibilità, ascoltando pareri, sogni e desideri delle persone che lo abitano. A partire da questo processo di condivisione, l’obiettivo è di tramutare la visione comune che ne emerge in progettualità sentite “come proprie” e non “calate dall’alto”. Un modo diverso – dal nostro punto di vista migliore rispetto a tanti bei progetti che però possono essere vissuti come “lontani” – per “far entrare” la sostenibilità nel cuore delle persone e nella loro quotidianità.

Il processo non è nato per declinare gli obiettivi di Agenda 2030 sul territorio; per questo esistono associazioni e progettualità specifiche. I pilastri su cui poggia le fondamenta Elba 2035 sono specificatamente “nati” e “stati adattati” all’Isola d’Elba e sono 3:

Ambiente e bellezza del territorio. L’obiettivo, in quest’ambito è il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2035, la tutela del mare, la valorizzazione della biodiversità e della geodiversità e la gestione responsabile di acqua e rifiuti.

Turismo sostenibile. L’obiettivo in questo ambito è la valorizzazione e l’ampliamento delle attività in armonia con la natura di cui è possibile godere sull’isola.

Cultura, identità e lifestyle. L’obiettivo in questo ambito è la valorizzazione del patrimonio culturale e identitario dell’isola in un’ottica di sostenibilità sociale».

A livello internazionale, le più importanti roadmap per lo sviluppo sostenibile – dall’Agenda Onu alla nuova legge europea sul clima – individuano una tappa cruciale nel 2030: perché allungare di 5 anni l’orizzonte all’Elba?

«Già nel 2019, quando abbiamo ipotizzato e successivamente lanciato il progetto si parlava, in molte sedi, del 2050 come termine massimo entro cui trasformare radicalmente, all’insegna ovviamente della sostenibilità, la nostra società e la nostra economia. Il limite che però sconta una data così lontana nel tempo è quello di poter non essere avvertita con il dovuto senso di urgenza da parte della popolazione. Di qui la scelta di porre un punto intermedio – all’epoca, appunto, il 2035 – così da anticipare di 15 anni la realizzazione di progettualità che dal nostro punto di vista non potevano e non possono aspettare tanto.

Inoltre abbiamo ritenuto fondamentale adattare il dibattito sulla sostenibilità alla realtà territoriale: la stessa Agenda 2030, quando fu lanciata nel 2015, si dava 15 anni per mettere a terra i suoi obiettivi molto ambiziosi. Alla stessa stregua, nel nostro caso, abbiamo voluto mantenere medesimo arco temporale per quanto agli obiettivi locali. Che sono legati ad Agenda 2030 ma non solo. Quindici anni per tale processo (dall’ascolto alla messa a terra) ci sono sembrati, proprio prendendo a prestito quanto preventivato dall’Onu, un corretto arco temporale».

I 7 sindaci e le associazioni ambientaliste dell’Isola, tra i quali le differenze su come interpretare il concetto di sostenibilità sono evidenti, hanno firmato tutti il manifesto Elba 2035? 

«Il manifesto è stato firmato da quasi tutti gli invitati ai tavoli di lavoro. Persone portatrici di visioni ed interessi diversi, a volte contrastanti, hanno deciso di mettere da parte ciò che le divide per identificare quello che, pensando al futuro, le unisce. Già da oggi. Un risultato che riteniamo straordinario proprio per la complessità delle tematiche affrontate e per aver finalmente per la prima volta aver fatto sottoscrivere il documento a quasi tutti gli stakeholders partecipanti. Questo manifesto ci consente oggi di non partire da zero bensì di fissare alcuni punti certi che segneranno una rotta da seguire per i futuri comportamenti pubblici e privati. Il manifesto è un documento aperto al quale tutti possono contribuire e sul quale si può convergere anche in futuro: confidiamo in questo senso di ricevere altre adesioni».

L. A.