La Regione annuncia un’ordinanza

A rischio l’iter autorizzativo per l’ampliamento della discarica di Podere Rota

Monni: «Se c’è una contaminazione questa va interrotta e si deve procedere alla bonifica»

[26 Gennaio 2022]

La Regione Toscana annuncia un imminente ordinanza per predisporre un piano di caratterizzazione della discarica di Podere Rota, al fine di definire gli interventi necessari per la bonifica del sito: un atto che produrrà conseguenze anche sull’iter autorizzativo in corso per l’ampliamento della discarica, come anticipa l’assessora all’Ambiente Monia Monni.

Tutto nasce nel marzo scorso, quando Arpat invitava le amministrazioni competenti ad emettere un’ordinanza nei riguardi del responsabile della «potenziale contaminazione» del sito della discarica di Podere Rota, in particolare sotto il profilo delle acque sotterranee; una potenziale contaminazione che Csai addebiterebbe a condizioni naturali del sottosuolo o all’impiego di fertilizzanti in agricoltura, e non all’attività di discarica.

Tutto questo mentre, paradossalmente, sia il gestore del servizio idrico locale (la partecipata pubblica Publiacqua) sia l’Asl hanno appena confermato che non risultano criticità nell’acqua potabile distribuita, anche dopo aver incrementato i costanti controlli nell’area.

Niente da fare: «Se c’è una contaminazione – dichiara Monni –  questa va interrotta e si deve procedere alla bonifica. La tutela dell’ambiente è la precondizione. Sulla discarica erano in corso complesse valutazioni di carattere tecnico, necessarie per poter individuare i corretti atti amministrativi da mettere in campo. La consulenza tecnica pervenuta dalla Procura ha accelerato la definizione della situazione e anticipato le conclusioni: adotteremo un’ordinanza che intimerà la predisposizione di un Piano di caratterizzazione, funzionale a definire gli interventi necessari per la bonifica del sito».

Una novità che pesa come un macigno anche sull’iter autorizzativo in corso per l’ampliamento della discarica di rifiuti non pericolosi di Podere Rota, per evitare la chiusura dell’impianto attualmente prevista al 31 dicembre, ricavare biometano dai rifiuti e dotare contestualmente il territorio di impianti funzionali a un nuovo distretto dell’economia circolare.

«Non c’è dubbio – sottolinea infatti Monni – che tale atto avrà riflessi anche sul procedimento autorizzativo in corso per l’ampliamento della discarica perché, ribadisco, la tutela dell’ambiente è sempre stata e rimane la precondizione per qualunque intervento».

Difficile però capire come si concili questa “tutela dell’ambiente” con una Regione che ha fallito tutti i principali obiettivi dell’ultimo Piano rifiuti, mentre il nuovo ancora non è pronto e nel frattempo si generano ogni anno 10,1 mln ton/anno di rifiuti speciali e 2,28 mln ton/anno di rifiuti urbani, che già oggi non riusciamo a gestire per carenza d’impianti; un gap che minaccia di arrivare presto a superare 1 mln di ton/anno, lasciando così campo libero all’export (col conseguente inquinamento atmosferico e climatico, oltre ai costi aggiuntivi per imprese e cittadini) o peggio agli smaltimenti illegali.

«La convocazione della prima Conferenza dei servizi relativa al progetto di ampliamento della discarica di Podere Rota per rifiuti speciali non pericolosi, già rimandata molte volte (almeno quattro) negli ultimi mesi, è convocata per il 23 febbraio prossimo, ma immagino – commenta il sindaco di San Giovanni Valdarno, Valentina Vadi – che subirà un ulteriore rinvio a seguito delle novità intervenute nelle ultime ore. Attendo il testo dell’ordinanza per comprenderne più precisamente i dettagli, ma, sicuramente la strada intrapresa dalla Regione Toscana dopo tanti mesi è quella che noi indicavamo oltre un anno fa, a tutela della salute pubblica e a garanzia dei diritti delle comunità locali».

Nel frattempo, Csai è al lavoro per rimediare a inquinamenti non dipendenti dalla sua volontà, come aggiungono dalla Regione riguardo all’individuazione dell’inquinamento da miscelato contente “keu” sulla SP7 del Valdarno. Nel merito, Monni spiega infatti che «Csai su questo fronte si muove come soggetto non responsabile della contaminazione, sta definendo il piano di caratterizzazione che dovrà concludersi in tempi brevissimi».