A partire dal 2025 il mercato delle batterie varrà 250 miliardi di euro e 5 milioni di occupati

Si presenta in Italia Battery2030+, il piano d’azione strategico europeo sui sistemi di accumulo di ultima generazione per mobilità (è qui il 40% del valore delle nuove autovetture) e reti elettriche

[28 Giugno 2019]

Secondo stime Ue, a partire dal 2025 il mercato delle batterie raggiungerà un giro d’affari di 250 miliardi di euro l’anno e porterà alla creazione di circa 5 milioni di nuovi posti di lavoro. Si tratta di un segmento fondamentale della transizione energetica che siamo chiamati a percorrere, ma come europei siamo già in ritardo su questo fronte: attualmente la tecnologia di riferimento per la produzione dei sistemi accumulo si basa sul litio, un settore però in cui la quota europea nel mercato mondiale resta estremamente limitata (3%). Il dominio in questo campo è dei produttori asiatici, legato in primis al mondo della mobilità elettrica, che vede la Cina primeggiare con 1,2 milioni di auto elettriche vendute nel 2018, oltre la metà del totale mondiale. Se non recupererà terreno in fretta, l’Europa rischia dunque di trovarsi spiazzata sia sul fronte delle energie rinnovabili sia su quello della nuova mobilità: un suicidio industriale (e dunque occupazionale) prima ancora che ambientale.

È proprio per escludere questo scenario che è nato Battery2030+, il piano d’azione strategico europeo sui sistemi di accumulo di ultima generazione per mobilità e reti elettriche, che punta sulla ricerca per far crescere la competitività dell’industria Ue e ridurre il gap con i produttori asiatici. Per fare il punto della situazione il Politecnico di Torino e l’Enea, che partecipano a Battery2030+ per l’Italia, hanno riunito oggi all’evento di presentazione a Roma, sotto l’egida della ricerca di sistema, i principali protagonisti del settore, tra cui Commissione europea, Confindustria, Cnr, Enel, Fca, Rse e Terna.

«Con questa iniziativa – spiega Gian Piero Celata, direttore del dipartimento di Tecnologie energetiche dell’Enea – la Commissione Ue punta a sviluppare una filiera europea di ricerca, sviluppo e produzione delle batterie che contribuisca al progressivo abbandono delle fonti fossili per una più ampia diffusione della mobilità elettrica e delle rinnovabili attraverso lo stoccaggio di energia». Progressi cui anche l’Italia è chiamata a contribuire: «Dall’esperienza della European battery alliance, su input dei delegati Mise e Miur per il SETPlan, Enea – aggiunge Celata – ha promosso l’Alleanza italiana per le batterie che riunisce enti di ricerca, aziende, associazioni di categoria e università, con l’obiettivo di fare sistema con i principali player nazionali, condividendo informazioni su finanziamenti e iniziative di ricerca e sviluppo acquisite dai tavoli di lavoro europei a cui partecipiamo».

A che punto siamo, dunque? «La transizione energetica verso le fonti rinnovabili – conclude Celata – richiede un’accelerazione nello sviluppo di sistemi di accumulo per la loro determinante funzione di equilibrio della rete elettrica e per l’elettrificazione della mobilità, soprattutto considerando che le batterie rappresentano fino al 40% del valore delle nuove autovetture. Per questo cresce l’esigenza di migliorare le prestazioni dei sistemi di accumulo in termini di densità di energia e di cicli di vita, utilizzando materiali innovativi e a basso impatto ambientale. Nei laboratori Enea stiamo sperimentando sia batterie allo stato solido che quelle a litio-ione di tipo avanzato con silicio nanostrutturato e grafite. Tra i sistemi di accumulo più promettenti, inoltre, ci stiamo concentrando sulle batterie allo zolfo e agli ioni di sodio che in futuro potranno sostituire gli ioni di litio principalmente nell’uso stazionario ma anche nella mobilità elettrica, con numerosi vantaggi in termini di sicurezza, riduzione dei costi di produzione e soprattutto di prestazioni, con tempi di ricarica più brevi e autonomia maggiore».