A che punto sono i limiti della crescita? Dal Club di Roma due nuovi rapporti, 50 anni dopo

Bardi: «Nessuna tecnologia, da sola, ci aiuterà se continuiamo a credere che la crescita economica sia sempre e per sempre una buona cosa»

[7 Giugno 2022]

Cinquanta anni fa il Club di Roma pubblicava il suo primo rapporto “I limiti della crescita” – The limits to growht, erroneamente tradotto in italiano come “I limiti dello sviluppo” –, un’opera ormai iconica in quanto vero spartiacque per l’ambientalismo scientifico.

Realizzato nel 1972 dal System dynamics group dell’Mit di Boston, il rapporto pubblicato dal Club fondato da Aurelio Peccei è stato infatti il primo studio a esplorare in modo sistematico le ricadute ambientali delle sempre più impattanti attività umane, svelando il paradosso di una crescita economica apparentemente infinita su di un pianeta (ovviamente) finito.

Allora gli autori avvertirono che, ad un certo punto nei primi decenni del XXI secolo, l’incremento senza sosta della popolazione umana, dell’industrializzazione, dell’impiego di risorse naturali e dell’inquinamento avrebbero portato a superare la capacità di carico del pianeta: di fatto è quanto sta succedendo, ma ancora non abbiamo iniziato a perseguire davvero un modello di sviluppo diverso.

Sono dunque molti gli interrogativi che restano da approfondire, come sottolineano dal Wwf: i loro modelli avevano ragione? Cosa abbiamo imparato da questo rapporto? Cosa abbiamo fatto in 50 anni e cosa non abbiamo fatto? E, soprattutto, cosa possiamo fare?

Ora, nel 2022, il Club di Roma ha coinvolto due degli autori originali del libro del 1972, Dennis Meadows e Jorgen Randers, insieme a una serie di altri pensatori, scienziati, analisti ed economisti di fama mondiale provenienti da tutto il mondo, per rispondere a queste domande e affrontare il problema numero uno del nostro tempo.

A mezzo secolo di distanza da quell’avvertimento, il Club di Roma ha dunque predisposto la pubblicazione di due nuovi rapporti legati al rilancio della grande sfida della sostenibilità.

Il primo rapporto, dal titolo “Limits and Beyond” curato da Ugo Bardi e Carlos Alvarez Pereira è uscito in questi giorni; il secondo sarà pubblicato in settembre con il titolo “Earth For All” ed è realizzato dal team dell’iniziativa internazionale voluta dal Club, Earth4All appunto.

«Se vogliamo evitare o forse più realisticamente mitigare la doppia crisi del cambiamento climatico e dell’esaurimento delle risorse, allora – spiega Bardi – dobbiamo muoverci con decisione verso nuovi modi di fare le cose e liberarci dalla nostra dipendenza dai combustibili fossili. Oggi abbiamo tecnologie per l’energia rinnovabile che non esistevano quando è stato pubblicato il rapporto The limits to growth. Ma nessuna tecnologia, da sola, ci aiuterà se continuiamo a credere che la crescita economica sia sempre e per sempre una buona cosa».