A che punto sono geotermia e teleriscaldamento, nel rapporto del Gse

«La Toscana si differenzia dal resto delle regioni per un elevato uso di fonte geotermica per alimentare le reti di teleriscaldamento»

[23 Dicembre 2020]

Il Gestore dei servizi energetici (Gse) ha pubblicato la seconda edizione del rapporto “Teleriscaldamento e teleraffrescamento in Italia”, che traccia un quadro dell’arte sui sistemi in esercizio nel nostro Paese ed approfondimenti dedicati alle diverse tipologie di reti e di impianti, compresi quelli che impiegano la geotermia come fonte rinnovabile di calore.

Complessivamente, i sistemi in esercizio in Italia alla fine del 2018 sono 314, diffusi in 250 comuni (soprattutto nelle regioni settentrionali del Paese) per un’estensione complessiva delle reti di 4.800 km e 9,3 GW di potenza installata. Se si considera il solo settore residenziale, queste reti soddisfano il 2% circa della domanda complessiva di prodotti energetici per riscaldamento e produzione di acqua calda sanitaria del Paese.

La maggior parte degli impianti a servizio delle reti è alimentata da fonti fossili, che toccano quota 84% in termini di potenza. Guardando invece all’energia immessa nelle reti il contributo delle rinnovabili sale: nel 2018 si tratta di 11,8 TWh termici (oltre 1 nMtep), di cui il 64% prodotta da gas naturale, il 24% da fonti rinnovabili, il restante 12% dalle altre fonti fossili.

Come spiega il Gse i fattori principali per lo sviluppo delle reti risultano principalmente le caratteristiche territoriali, le condizioni climatiche, la dimensione demografica e la densità abitativa; in questo contesto, in «Piemonte, Liguria, Umbria, Marche e Lazio la fonte energetica utilizzata è quasi esclusivamente il gas naturale, in Friuli Venezia Giulia, Valle d’Aosta, Trento e Bolzano è evidente l’impiego diffuso di biomassa solida. La Toscana si differenzia dal resto delle regioni per un elevato uso di fonte geotermica per alimentare le reti di teleriscaldamento».

Complessivamente, il 72% dei sistemi di teleriscaldamento e il 63% dei sistemi di teleraffrescamento in esercizio in Italia sono efficienti secondo la definizione della Direttiva 2012/27/CE. Le reti alimentate da fonti rinnovabili presentano però importanti elementi di vantaggio, dal punto di vista sia ambientale sia economico.

In Toscana il teleriscaldamento da fonte geotermica permette ad esempio risparmi economici pari almeno al 50% rispetto alle fonti tradizionali, tagliando al contempo drasticamente le emissioni di inquinanti atmosferici.

Un rete di teleriscaldamento efficiente si dimostra dunque uno strumento importante per l’attrattività economica di un territorio, oltre che un elemento di vantaggio per i cittadini e l’ambiente. Un dato di particolare rilevanza anche per la Toscana, dove ad oggi le altre reti di teleriscaldamento alimentate dalla geotermia sono già presenti nei Comuni geotermici di Castelnuovo Val di Cecina (PI), Monterotondo Marittimo (GR), Monteverdi Marittimo (PI), Montieri (GR), Pomarance (PI) e Santa Fiora (GR), Chiusdino (SI), Radicondoli (SI) e Piancastagnaio (SI).