9 millennial su 10 scelgono aziende socialmente e ambientalmente responsabili, anche con uno stipendio ridotto

Ma il 63% dei lavoratori ritiene gli amministratori delegati poco credibili e poco attenti a queste tematiche

[5 Giugno 2019]

Quando pensano al posto di lavoro ideale i millennial immaginano investimenti per migliorare la salute del pianeta, concrete strategie green e valori di sostenibilità. Da una recente indagine statunitense pubblicata dalla CNBC  è w emerso che ben l’86% dei millennial si ridurrebbe lo stipendio pur di far parte di un’azienda rispettosa dell’ambiente e che applichi concrete politiche di responsabilità sociale d’impresa (Corporate social responsibility – CSR),

Gli esperti dicono che per attrarre i migliori talenti bisogna integrare al meglio la CSR, trasformando i nuovi collaboratori in reali vettori di cambiamento. In un mondo in cui le tematiche ambientali ricoprono un ruolo sempre più centrale, sono soprattutto i lavoratori più giovani a pretendere che la propria azienda agisca in maniera responsabile: secondo una ricerca di GreenBiz, 2 giovani su 3 non lavorerebbero per un’azienda che non abbia un forte impegno in campo ambientale e l’85% vorrebbe avere l’opportunità di farsi promotori del raggiungimento di obbiettivi legati alla CSR.

Un’altra ricerca pubblicata su Forbes evidenzia che il modo in cui un’azienda gestisce le sue relazioni sociali, economiche e ambientali presenta un forte impatto sul suo successo: e che «Le politiche di responsabilità sociale porterebbero a un aumento del 30% del capitale annuo».

Lo studio “il ruolo dei collaboratori nel promuovere la responsabilità sociale d’impresa” sui Work Place Trend  pubblicato dal Gruppo Sodexo in occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente,  riassume i consigli degli esperti per agire in maniera più responsabile, attrarre i migliori talenti e trasformare i propri collaboratori in vettori di cambiamento: «Le aziende dovrebbero integrare più a fondo la responsabilità sociale d’impresa in tutte le funzioni organizzative coinvolgendo in prima linea i dipendenti nelle politiche di sostenibilità ambientale e recuperando in questo modo la loro fiducia».

Anche Pedro Tarak, presidente e co-fondatore di Sistema B International, un’organizzazione globale dedicata alle nuove economie che promuove la creazione di “B Corp”, aziende socialmente responsabili, è convinto dell’importanza del coinvolgimento dei collaboratori come nuovi vettori di cambiamento. «Chi dirige un’attività deve riconoscere che gran parte della forza lavoro pensa che lo scopo delle aziende non sia solo aumentare i profitti. La nuova sfida per essere competitivi non è essere i migliori del mondo, bensì migliori per il mondo. Le aziende devono rapportarsi con i collaboratori a livello umano, consentendo loro di essere sé stessi e continuare a offrire l’opportunità di sostenere i programmi e le cause che ritengono importanti». La pensa così anche JonDuschinsky, innovatore canadese con oltre vent’anni di esperienza nell’ambito delle ONG: «I collaboratori puntano i propri valori sul lavoro ed è per questo che vogliono vedere la propria azienda agire nel rispetto dell’ambiente e del progresso sociale».

A  Sodexo lamentano il fatto che «Nonostante la volontà di fare del bene, molte aziende devono affrontare un’ondata di sfiducia da parte dei lavoratori e del mercato globale sui temi di responsabilità sociale». Secondo un’indagine pubblicata su The Guardian, il 63% dei lavoratori ritiene gli amministratori delegati poco credibili e poco attenti a questa tematica. Fabian Dattner, nota attivista australiana e fondatrice di Dattner Grant, fa notare che «Compiere scelte responsabili per il bene comune non è più sufficiente perché fiducia e leadership sono in crisi. Le aziende devono lavorare sulla ricostruzione della fiducia, sedendo al tavolo con i diversi team e accettandone le critiche anche se dure». Marion Darrieutort, CEO di Edelman, concorda: «La fiducia è il cuore di ogni attività e sta collassando ovunque. Per questo motivo è necessario creare una cultura aziendale dove business e responsabilità sociale siano allineate, dando ai collaboratori i giusti mezzi per far sì che il cambiamento avvenga».

Le 3 principali aree sulle quali le aziende dovrebbero concentrarsi per avere un impatto migliore sul futuro sono: Ridefinire il significato di azienda socialmente responsabile. Le organizzazioni dovrebbero rendere conto del proprio impegno in materia di CSR sulla base di indicatori come l’impatto economico, la trasparenza e il benessere dei propri collaboratori. Coinvolgere e ispirare i collaboratori. Le aziende dovrebbero impiegare le proprie energie in programmi globali che consentano ai collaboratori di entrare in contatto con colleghi e organizzazioni in tutto il mondo e avere un ruolo attivo nella ricerca delle soluzioni. Superare la crisi di sfiducia. Le aziende devono intervenire per modificare il diffuso clima di sfiducia creatosi negli ultimi anni, permettendo ai collaboratori di diventare reali agenti del cambiamento sociale.

Stefano Biaggi, amministratore Delegato di Sodexo Italia, spiega che «Al giorno d’oggi, per eccellere, le organizzazioni devono prestare attenzione non solo agli aspetti economici della propria attività ma devono farsi promotrici del cambiamento nei confronti di problemi sociali e ambientali, posizionando i collaboratori in prima linea, Per questo motivo continueremo a monitorare i nostri progressi in termini di responsabilità sociale con il nostro programma Better Tomorrow 2025, contribuendo alla creazione di un domani migliore per le persone, le comunità e l’ambiente. In termini di riduzione degli sprechi, ad esempio, Sodexo è partner fondatore dell’International Food Waste Coalition, associazione non profit che riunisce imprese di tutto il mondo impegnate nella riduzione dello spreco alimentare. Ma non solo, ci impegniamo concretamente anche per la fornitura di servizi che consentano di ridurre le emissioni di carbonio: a sostegno di questo impegno abbiamo recentemente rinnovato la partnership conSeDiciAlberi, per sostenere un importante piano di riforestazione in Nicaragua».