Dopo l’Italia la presidenza Ue passa alla Lettonia: l’ambiente scomparso dalle priorità

Impegno ad approvare la Transatlantic Trade and Investment Partnership (TTIP) entro il 2015

[14 Gennaio 2015]

Oggi  la premier della Lettonia Laimdota Straujuma (nella foto) ha presentato al Parlamento Europeo il programma di lavoro della presidenza di turno lettone del Consiglio dell’Ue, confermando le tre priorità già esposte in precedenza: un’Europa competitiva, un’Europa digitale e un’Europa impegnata. Ma i fatti di Charlie Hebdo hanno dato all’intervento della Straujuma un forte accento sul tema della sicurezza, mentre la tensione ai confini con la Russia ha accentuato la vena polemica del Paese baltico verso l’ingombrante vicino che aveva occupato Lettonia, Estonia e Lituania durante l’epoca sovietica. La Straujuma ha detto di volere «un’Europa competitiva, digitale e forte sulla scena internazionale» ed ha aggiunto: «Vogliamo difendere i valori europei – le libertà, la sicurezza, la giustizia e la tolleranza – che caratterizzano l’Europa».

Se il semestre europeo italiano non ha certo brillato per risultati ed impegno ambientalista, nel riassunto delle priorità della presidenza di turno lettone dell’Ue, iniziata il primo gennaio, l’ambiente sembra praticamente scomparso e l’unico accenno a tematiche in qualche modo attinenti è quello all’energia: «La creazione di un’unione dell’energia. Acere una politica energetica fondata sulla solidarietà, la fiducia e la sicurezza e dare la priorità alle infrastrutture, ad un magliore governance, così come alla suicurezza ed alla diplomazie energetica». Poi, sempre con un occhio alla guerriglia energetica geostrategica con la Russia, il documento di sintesi sottolinea: «La strategia Ue-Asia centrale: favorire le discussioni sulla sicurezza, la gestione delle frontiere, l’approvvgionamento energetico e gli scambi educativi».

Ma quello che farà sicuramente più arrabbiare i movimenti ambientalisti e progressisti è l’impegno a rafforzare il partenariato transatklntico con la conclusione dell’ormai famigerato Transatlantic Trade and Investment Partnership, (TTIP) entro la fine del  2015 e di far andare avanti l’altrettanto contestato Canada and European Union Comprehensive Economic and Trade Agreement (CETA), così come l’accordo di libero scambio Ue-Giappone.

Dimitrios Papadimoulis, un eurodeputato di Syriza che fa parte del Gruppo confederale della Sinistra unitaria europea/Sinistra verde nordica, ha ribattuto al coro entusiasta dei parlamentari conservatori (ed anche socialdemocratici) ed ai bellicosi interventi anti-russi dei rappresentanti della destra lettone e baltica,  ricordando che «l’Unione europea ha bisogno di trovare delle soluzioni attraverso a diplomazia e la democrazia. E’ nel nostro interesse ridurre le tensioni, costruire delle relazioni amichevoli basate sui principi della democrazia».

Philippe Lamberts, un eurodeputato belga del gruppo Verdi/Ale, ha invitato la premier lettone a rivedere il suo programma: «Siamo stati eletti qui per soddisfare i mercati? L’Unione europea farebbe meglio a rafforzare la fiducia dei cittadini con la prosperità che era stata loro promessa».