Sel: «Giornata importante per quanti si sono battuti per il rispetto della legalità e dei diritti»

Distrutto il campo di mais Ogm di Colledoro in Friuli Venezia Giulia

[21 Luglio 2014]

La Procura di Udine che ha ordinato la distruzione dell’ultimo campo di mais Ogm. Riomasto in Friuli Venezia Giulia e  Legambiente dice: «Finalmente una bella notizia per l’ambiente, l’agricoltura, la legalità e la salute pubblica».

Il presidente nazionale del Cigno Verde, Vittorio Cogliati Dezza, sottolinea: «Apprezziamo il deciso cambio di passo della Procura di Udine che, dopo le richieste sollevate dalla Task-force per un’Italia libera dagli Ogm, ha finalmente ordinato il sequestro e l’immediata distruzione del campo di Colloredo di Monte Albano (Udine), dove veniva coltivato illegalmente mais Ogm. La distruzione avvenuta questa mattina del campo in questione rappresenta una bella notizia per l’ambiente, per il futuro dell’agricoltura italiana di qualità, per la legalità e per la salute pubblica. Crediamo e vogliamo un’Italia libera dagli Ogm, per questo chiediamo al Governo Italiano di impegnarsi nel semestre europeo affinché l’Ue adotti una nuova regolamentazione che consenta agli Stati membri di vietare coltivazioni Ogm anche per ragioni economico-sociali».

Cogliati Dezza fa anche notare che «La distruzione del campo Ogm di Colloredo, che segue quella di Mereto di Tomba arriva in una settimana importante segnata anche da un’altra bella notizia, quella relativa all’approvazione della Camera del disegno di legge sull’agricoltura sociale che ora passerà in discussione al Senato. Si tratta di un primo passo importante, che riconosce la funzione sociale dell’agricoltura, legata alla qualità, al territorio, alla tipicità, alla tracciabilità dei prodotti. Oggi, più che mai, l’agricoltura può essere il più

importante alleato per le attuali sfide ambientali e per lo sviluppo dell’economia verde. Un alleato che l’Italia non può perdere e sul quale deve scommettere e puntare».

Il 16 Giugno, i deputati di Sinistra Ecologia Libertà Serena Pellegrino, della Commissione ambiente, e Franco Bordo, della Commissione agricoltura, avevano presentato alle Procure della Repubblica di Pordenone e di Udine un esposto per chiedere «Se sia ravvisabile ipotesi di reato nelle avvenute semine di mais Ogm nelle campagne di Vivaro, Mereto di Tomba e Colloredo di Montalbano».

La Pellegrino spiega: «Ci siamo mossi, il collega Bordo ed io con la consapevolezza che le norme nazionali e regionali parlano chiaro: nelle nostre campagne seminare mais Ogm è violazione del diritto. Alle iniziative ispettive parlamentari abbiamo visto affiancarsi importanti evoluzioni delle norme nazionali e regionali nel senso della tutela dell’ambiente e della biodiversità, dell’agricoltura tradizionale e biologica; alle dichiarazioni di principio sull’Italia tutelata contro gli Ogm, espresse coralmente dalla società civile, dagli ambientalisti, dagli agricoltori, finalmente corrispondono anche nuovi indirizzi politici sanciti a livello europeo sulla libertà degli stati membri in materia di coltivazioni geneticamente modificate. E’ ora necessaria , sulle situazioni specifiche che si ripetono, nonostante tutto, nelle campagne delle province di Pordenone e Udine, la verifica e la pronuncia da parte della Magistratura».

L’azione dei giorni scorsi, che ha visto uniti parlamentari di diverse forze politiche e i cittadini/coltivatori che si riconoscono nelle azioni della task force No Ogm, ha quindi prodotto i risultati sperati. La Pellegrino, al termine di un colloquio con il Prefetto di Udine, Provvidenza Delfina Raimondo, aveva avuto conferma che la Procura di Udine sarebbe intervenuta  anche sull’ultimo campo coltivato a mais MON810 a Colloredo di Montalbano. «La volontà del Parlamento e dell’opinione pubblica sono chiare sul giudizio che le campagne, i prodotti agricoli, l’ambiente e la salute degli italiani devono essere liberi dal rischio rappresentato dalla coltivazione del mais Ogm – conclude la deputata di Sel – Oggi è una giornata importante per quanti si sono battuti per il rispetto della legalità e dei diritti»