Refrigerazione, l’Ue cambia le regole per gli apparecchi ecocompatibili

[9 Luglio 2015]

Arrivano le specifiche per la progettazione ecocompatibile degli armadi refrigerati professionali, degli abbattitori, delle unità di condensazione e dei chiller di processo. E arrivano anche le indicazioni dell’etichettatura indicante il consumo d’energia di tali prodotti.

L’Ue – coerentemente con quanto stabilito dalle direttive europee sulla progettazione ecocompatibile e sull’etichettatura – emana e pubblica i due relativi regolamenti sulla Gazzetta ufficiale europea di ieri. Per quanto riguarda la progettazione, si tratta di una serie di disposizioni che cercano di armonizzare i requisiti in tema di consumo di energia per gli armadi refrigerati professionali, gli abbattitori, le unità di condensazione e i chiller di processo in tutta l’Unione, contribuendo in tal modo a migliorare il funzionamento del mercato unico e le prestazioni ambientali di tali prodotti. Le specifiche, infatti, non incidono sulla funzionalità o sulla portata economica di tali prodotti dal punto di vista dell’utilizzatore finale e dal punto di vista della salute, della sicurezza o dell’ambiente. Fra l’altro tali specifiche saranno introdotte gradualmente per concedere ai fabbricanti il tempo sufficiente per riprogettare i prodotti. Si tratta di un calendario che tiene in considerazione eventuali impatti sui costi per i fabbricanti, assicurando nel contempo che gli obiettivi del regolamento siano conseguiti nei tempi previsti.

Secondo il legislatore Ue la Commissione è tenuta a fissare specifiche per la progettazione ecocompatibile dei prodotti connessi all’energia che rappresentano un significativo volume di vendite e di scambi commerciali, che hanno un significativo impatto ambientale e che hanno notevoli potenzialità di miglioramento, senza che tali specifiche comportino costi eccessivi. Dunque, ha effettuato studi preparatori per analizzare gli aspetti tecnici, ambientali ed economici.

Lo studio preparatorio ha dimostrato che il consumo di energia nella fase di utilizzo può essere ridotto drasticamente ricorrendo a tecnologie non proprietarie efficienti sotto il profilo dei costi, che riducono gli oneri complessivi di acquisto e funzionamento di tali prodotti.

Nel 2012 il consumo annuo di energia elettrica nell’Unione delle unità di condensazione, dei chiller di processo e degli armadi refrigerati professionali è stato stimato a 116,5 TWh (terawattora), il che equivale a 47 Mt di emissioni di CO2. Un consumo che, senza le necessarie accortezze, potrebbe raggiungere 134,5 TWh nel 2020 e 154,5 TWh nel 2030, il che equivale rispettivamente a 54,5 e 62,5 Mt di CO2. Si prevede, però, che l’effetto combinato delle specifiche e delle disposizioni sull’etichettatura possa produrre un risparmio annuo del consumo di energia elettrica pari a 6,3 TWh entro il 2020 e a 15,6 TWh entro il 2030 rispetto a quanto avverrebbe in mancanza di un intervento.

Le disposizioni armonizzate in tema di etichettatura e di informazioni uniformi relative a tali prodotti, infatti, hanno lo scopo di incentivare i fabbricanti a migliorare l’efficienza energetica di, incoraggiare gli utilizzatori finali ad acquistare modelli efficienti sotto il profilo energetico e contribuire al funzionamento del mercato interno.

Del resto il conseguimento dell’obiettivo di riduzione del consumo energetico di tali prodotti passa attraverso la scelta informata del consumatore. La fornitura di informazioni accurate, pertinenti e comparabili sul consumo specifico di energia, ma anche sullo smontaggio, sul riciclaggio o sullo smaltimento del prodotto (cosa che i fabbricanti degli armadi refrigerati professionali, degli abbattitori, delle unità di condensazione e dei chiller di processo sono tenuti a fare)  può orientare la scelta degli utilizzatori finali verso i prodotti che offrono o indirettamente comportano il minor consumo di energia e di altre risorse essenziali durante l’uso e l’intero ciclo di vita del prodotto.