Omicidio di Angelo Vassallo, Legambiente: «Dopo 12 anni le indagini sembrano aver preso la giusta direzione»

9 indagati per l’omicidio del sindaco pescatore di Pollica: ci sono 2 carabinieri e un ex carabiniere legato alla camorra

[29 Luglio 2022]

Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente ha commentato i clamorosi sviluppi delle indagini sull’omicidio del Sindaco di Pollica Angelo Vassallo: «Dopo dodici anni dall’ uccisione di Angelo Vassallo le indagini sembrano aver preso la giusta direzione. Sarà la magistratura a dover accertare dei singoli ma Vassallo, da Sindaco innamorato di Pollica e del porto di Acciaroli, non poteva tacere di fronte al tentativo della camorra di trasformare il territorio che lui aveva riqualificato, trasformandolo in una meta turistica di qualità, in una piazza di spaccio. Sconcertano sia i “clamorosi depistaggi” su cui indaga la Dda di Salerno sul presunto coinvolgimento di un alto ufficiale dell’Arma dei carabinieri. Dopo tanto buio finalmente si intravede la luce. Il nostro pensiero è rivolto alla famiglia di Angelo che non si è mai arresa lottando per la verità e giustizia».

Come si presumeva, dietro l’assassinio di Vassallo c’è un traffico di stupefacenti che il sindaco pescatore voleva denunciare, ma nella rete della procuratore della Repubblica di Salerno, Giuseppe Borrelli, sono finite persone insospettabili come 2 carabinieri: il colonnello Fabio Cagnazzo, il suo ex attendente Luigi Molaro, accusati di aver depistato le indagini. Invece un altro degli arrestati,  Lazzaro Cioffi, è un ex carabiniere condannato a 15 anni per collusioni con i narcotrafficanti del Parco Verde di Caivano.  Per il delitto sono indagati anche il collaboratore di giustizia  ed ex boss della camorra  Romolo Ridosso, il figlio Salvatore e Giuseppe Cipriano, ex titolare di cinema in Cilento.

Secondo la Procura, il colonnello Cagnazzo e Cioffi erano «attivamente coinvolti» insieme a una famiglia di imprenditori cilentani, Domenico, Giovanni e Federico Palladino, nel traffico di droga che Vassallo aveva scoperto e che aveva una delle sue basi al porto di Acciaroli. Vassallo si era accorto di tutto quando scoprì che l’allora fidanzato della figlia era finito nel giro dello spaccio. Poi avrebbe respinto un tentativo di corruzione da parte della camorra, firmando probabilmente così la sua condanna a morte.