L’Italia finisce di fronte alla Corte Ue per le discariche, sono 44 quelle «non conformi»

Avrebbero dovuto essere chiuse o bonificate a partire dal 2009. Negli ultimi due anni lavori conclusi solo in 6 siti su 50

[17 Maggio 2017]

Secondo quanto prescritto dall’articolo 14 della direttiva relativa alle discariche di rifiuti (direttiva 1999/31/CE del Consiglio), l’Italia – come del resto tutti gli altri Stati Ue – era tenuta a bonificare entro il 16 luglio 2009 le discariche che avevano ottenuto un’autorizzazione o che erano già in funzione prima del 16 luglio 2001 (“discariche esistenti”), adeguandole alle norme di sicurezza stabilite in tale direttiva oppure a chiuderle. Sono passati ormai 8 anni dal termine ultimo, ma non è cambiato molto.

Malgrado i precedenti ammonimenti della Commissione europea, che da ultimo nel giugno 2015 ha esortato l’Italia a trattare adeguatamente quelle discariche che «rappresentavano ancora una minaccia per la salute umana e per l’ambiente» (allora erano 50), nel nostro Paese «le misure necessarie per la bonifica o la chiusura di 44 discariche non sono ancora state completate nel mese di maggio 2017». Oltre il danno ambientale dunque la beffa; si prospetta una nuova, maxi multa in arrivo da parte dell’Unione europea, con il nostro Paese deferito alla Corte di giustizia Ue da parte della Commissione. Che tiene comunque a precisare: ad essere illegali non sono certo le discariche in sé, come qualcuno vorrebbe affermare, ma quelle non sicure.

«A norma del diritto dell’Ue – ricorda la Commissione – gli Stati membri sono tenuti a recuperare e smaltire i rifiuti in modo tale da non mettere in pericolo la salute umana e l’ambiente, vietando l’abbandono, lo scarico e lo smaltimento incontrollato dei rifiuti». Esistono molti modi per smaltire i rifiuti. L’interramento nel suolo, ossia nella discarica «dovrebbe essere limitato al minimo assoluto», che pure rimane funzionale per alcune tipologie di rifiuti. Se ne deduce che le discariche, per operare secondo legge, sono obbligate a seguire numerosi criteri di sicurezza.

«La direttiva sulle discariche (direttiva 1999/31/CE del Consiglio) stabilisce norme – osserva ancora la Commissione – per proteggere la salute umana e l’ambiente, in particolare le acque superficiali, le acque freatiche, il suolo e l’atmosfera dagli effetti negativi della raccolta, del trasporto, del deposito, del trattamento e dello smaltimento e mira a prevenire o a ridurre il più possibile le ripercussioni negative delle discariche di rifiuti, durante l’intero ciclo di vita della discarica»