Legambiente: no al depotenziamento dei controlli di Ispra, Snpa e Anac

«Così si rischia di trasformare la transizione ecologica del Paese in un’occasione d’oro per ecocriminali, corrotti e mafiosi. Sgombrare subito il campo dai rischi di una deriva pericolosa per il Paese»

[11 Giugno 2021]

Legambiente è molto preoccupata per i segnali di depotenziamento del sistema dei controlli che arrivano dal Governo e il presidente nazionale del Cigno Verde, Stefano Ciafani, intervenendo in oc casione della presentazione odierna del Rapporto Rifiuti Speciali 2021 di Ispra e Snpa, è stato molto duro e netto: «Guai a scambiare le semplificazioni necessarie in un “liberi tutti”. Ma soprattutto nessun passo indietro sul ruolo, fondamentale, di strutture come l’Ispra, il Sistema nazionale di protezione ambientale e l’Autorità nazionale anticorruzione. Si sta per aprire una grande stagione pluriennale di appalti pubblici, autorizzazioni di opere e impianti, aperture di cantieri, movimentazione di terre e rocce da scavo e trasporto e gestione di rifiuti speciali a loro connessi. Serve un’azione decisa da parte dell’esecutivo per il potenziamento degli enti pubblici che in Italia sono preposti alle istruttorie e alle valutazioni dei progetti, ai controlli ambientali e a quelli indispensabili per prevenire e contrastare la corruzione. Registriamo invece con grande preoccupazione segnali che vanno nella direzione opposta».

Il 4 giugno, il presidente del SNPA Stefano Laporta e i direttori delle Agenzie aderenti hanno inviato una lettera a Parlamento e  Governo sulle iniziative più urgenti per il rafforzamento del Sistema Nazionale, «Che oggi è in grado di fornire un importante supporto alle esigenze di tutela dell’ambiente e della salute per la transizione ecologica. Con più di 9000 professionisti, personale qualificato e specializzato in diverse discipline, tra chimici, fisici, biologi, geologi, ingegneri e anche medici, avvocati, comunicatori il Sistema è una comunità tecnico-scientifica che ha saputo “fare rete” a livello nazionale; nonostante sia ancora disomogeneo su scala nazionale, questa rete rappresenta un valore importante per il Paese, un vero e proprio servizio pubblico per l’ambiente e la sostenibilità. L’approvazione dei Decreti attuativi previsti dalla Legge 132/2016, istitutiva del Sistema, si pone come strumento indispensabile per conferire maggiore incisività all’azione del SNPA, soprattutto l’adozione del Regolamento con il quale saranno definite le modalità per individuare il personale preposto all’effettuazione degli interventi ispettivi di competenza del SNPA. Si tratta di un provvedimento essenziale, in quanto consentirebbe di assicurare, in un quadro di maggiore omogeneità nazionale, quei compiti di vigilanza e controllo che fungono da necessario completamento delle funzioni di monitoraggio e conoscenza ambientale assegnate al Sistema.

Il SNPA può e dovrebbe costituire uno dei sostegni alla corretta implementazione del PNRR, rappresentando uno dei supporti tecnico scientifici qualificati per la realizzazione dei progetti previsti nel Piano, con team multidisciplinari, che possono fare riferimento a modalità agili e innovative di collaborazione tra competenze diverse, particolarmente rilevanti per velocizzare la gestione delle procedure complesse (ambiente, urbanistica, paesaggio, appalti) e l’unico riferimento tecnico-scientifico per il potenziamento omogeneo a livello nazionale della filiera dei controlli ambientali».

Nella lettera si sottolineava che «La versione attuale del PNRR non contiene espliciti riferimenti alla valorizzazione del SNPA né alle fondamentali funzioni del controllo pubblico in materia ambientale, mentre le proposte su Ambiente/Clima/Salute con l’istituzione del SNPS sembrano prevedere un quadro di riforme che rischia di sovrapporsi alle funzioni del SNPA, anziché puntare alla definizione di un rapporto integrato, sinergico e collaborativo tra i due sistemi».

Sulla base di queste considerazioni, il Consiglio del SNPA ha chiesto al Parlamento e al Governo di «Intervenire, nell’ambito delle rispettive titolarità istituzionali, affinché venga data immediata e piena attuazione alla legge n. 132/2016, attraverso l’approvazione dei Decreti previsti; che venga individuato il SNPA quale strumento tecnico/scientifico di riferimento e per assicurare un sistema di controlli che garantisca terzietà e qualità, anche nella chiave della realizzazione del PNRR; che venga dato seguito all’impegno del Governo di assumere le iniziative opportune, anche di carattere normativo, per consentire alle ARPA di poter continuare ad esercitare le attività ispettive, di controllo e di vigilanza ambientale; che venga assicurata l’istituzione con legge dei profili professionali ambientali che consentano di dare accesso a tutti i laureati a parità di trattamento all’interno del Sistema, anche attraverso una modifica normativa che renda possibile la gestione e l’organizzazione delle attività e del personale nelle ARPA, nel rispetto delle altre professioni e dei relativi ordinamenti».

L’intervento di Ciafani arriva anche dopo quello del presidente dell’Anac, Giovanni Busia, che nei giorni scorsi ha denunciato il mancato rafforzamento dell’organico dell’Autorità e il rischio di compromettere la credibilità del sistema anticorruzione, proprio quando dovrebbe essere massima l’attenzione per mettere al riparo da tangenti di pseudo imprenditori e interessi dei clan le risorse previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Per Legambiente, quella tra corruzione e ambiente è una connessione sempre più stretta, come ha segnalato il suo ltimo Rapporto Ecomafia, «Con 134 inchieste che hanno riguardato appalti e opere pubbliche dal 1 gennaio 2019 al 17 ottobre 2020, ben 780 persone arrestate, 1.081 persone denunciate, 298 sequestri e 41 procure impegnate nelle attività d’indagine. Ridurre, di fatto, l’efficacia e l’indipendenza dei controlli rischia di spalancare anche la porta alle mafie, che sempre di più si stanno plasmando sul profilo economico delle loro attività, come conferma l’incremento del 9,7% delle interdittive antimafia nei confronti di imprese durante la fase più pesante della pandemia (marzo 2020-febbraio 2021), rispetto all’anno precedente».

Ciafani conclude: «La piena e rafforzata operatività dell’Anac deve essere affiancata dal rafforzamento delle attività di controllo garantite dall’Ispra e dal Sistema nazionale di protezione ambientale. Ad oggi non sono stati ancora emanati i decreti attuativi della legge 132 del 2016 da parte del Ministero della transizione ecologica, non sono previsti incrementi di organico per il Sistema nell’ambito del reclutamento di nuovo personale per il PNRR, non si è ancora arrivati ad una decisione sul rinnovo del vertice di Ispra, prossimo alla scadenza. Il lento scivolare dell’Ispra verso un incomprensibile ma ormai quasi certo commissariamento, insieme al permanere di ostacoli all’incremento dei controlli, come la clausola dell’invarianza della spesa pubblica prevista sia per la legge 68 che ha introdotto gli ecoreati nel Codice penale sia per l’istituzione del Sistema nazionale di protezione ambientale, rendono il quadro ancora più preoccupante. Legambiente non farà mancare, come sempre, le sue proposte, ma intanto chiediamo al governo di sgombrare il campo, non solo a parole, dal rischio di una deriva pericolosa per la stessa ripresa economica del Paese».