La Toscana chiede un tavolo tecnico sulla manutenzione dei boschi

Saccardi al ministero per i beni culturali: «Taglio e tutela del paesaggio non perseguono fini diversi»

[9 Novembre 2020]

La nuova giunta regionale della Toscana è preoccupata perché «Una recente sentenza del Consiglio di Stato sta di fatto bloccando il taglio e la manutenzione dei boschi: quelli almeno che sorgono in aree sottoposte a vincolo paesaggistico, per cui  andrebbe chiesta un’autorizzazione alla Soprintendenza (con tempi e costi dunque maggiori rispetto ad oggi)».

La Toscana è la regione con la maggiore copertura forestale d’Italia: oltre un milione di ettari. Il cinquantuno per cento del territorio è coperto da boschi. In Toscana, alla scuola dei monaci di Vallombrosa, sono nate di fatto le scienze forestali: era il 15 agosto 1869 quando vi trovò casa il “Regio istituto forestale”, prima scuola del genere nella penisola e primo nucleo della futura facoltà fiorentina di Agraria istituita nel 1936. Nelle foreste che guardano il Casentino, nella seconda metà dell’Ottocento, ha studiato il corretto utilizzo dei boschi anche l’ambasciatore americano George Perkins Marsh, mandato a Firenze dal presidente Lincoln e che proprio a Vallombrosa è morto. Il patrimonio forestale toscano è cresciuto, grazie anche a leggi che lo hanno permesso, al ritmo di 12 ettari al giorno negli ultimi dieci anni. Il dieci per cento delle foreste toscane è di proprietà della Regione: circa 110 mila ettari. E questo ne fa il più grande proprietario pubblico di foreste.

La vice presidente ed assessore all’agricoltura della Toscana, Stefania  Saccardi, non nasconde la sua perplessità sulla sentenza: «Cura del bosco e tutela del paesaggio non sono di per sé contrapposti» e la Regione ha an nunciato che chiederà alla segretariato regionale del Ministero per i beni culturali di «costituire una tavolo tecnico che sia operativo entro novembre in modo da affrontare le criticità che sono già emerse, per preservare le pratiche selvicolturali che non alterano il paesaggio».

La Saccardi aggiunge che «Chiederemo anche al Parlamento di intervenire per fare chiarezza,  per consentire uniformità di giudizio e per definire precisi confini delle diverse competenze».

In una nota la Regione evidenzia che «Il taglio dei boschi, oltre ad essere un’attività economica di coltivazione, aiuta spesso a preservare le foreste: contro il rischio di incendi, ad esempio. Se correttamente eseguito aiuta anche a prevenire dissesti idrogeologici. C’è inoltre chi fa legna per consumo personale: nei piccoli appezzamenti al di sotto dei mille metri quadrati si poteva fare liberamente mentre oggi anche questa fattispecie sarebbe sottoposta all’ulteriore appesantimento burocratico di una autorizzazione paesaggistica. E il rischio, da scongiurare, è quello dell’abbandono delle proprietà.  Ci sono poi aree dove il vincolo paesaggistico non riguarda direttamente il bosco di per sé. Tutti problemi, messi in fila, da affrontare appunto ad un tavolo tecnico, anche con le quattro Soprintendenze,  in modo da individuare percorsi più agevolmente praticabili».

L’assessore regionale all’agricoltura conclude: «L’ambiente e il bosco, la sua vita e la sua consistenza si proteggono con tecniche appropriate. Il bosco è un bene dinamico e solo una sua corretta gestione ne può garantire il perpetuarsi. Peraltro i boschi oggetto di tutela sono da sempre antropizzati, risultato di centinaia e centinaia di anni di interventi selvicolturali, e solo proseguendo in queste attività si possono mantenere nello stato di fatto».