"Regresso organizzato" contro l'uguaglianza di genere e i diritti delle donne. I discorsi di odio e le diverse forme di razzismo stanno diventando normali. Necessario un meccanismo Ue sulla democrazia, lo Stato di diritto e i diritti fondamentali

Europarlamento: nell’Ue è in atto un deterioramento dei diritti fondamentali

Sono sotto attacco gruppi vulnerabili, libertà di espressione, pluralismo dei media e libertà di riunione

[26 Novembre 2020]

Oggi il Parlamento ha adottato, con 330 voti favorevoli, 298 contrari e 65 astensioni la relazione 2018-2019 sullo stato dei diritti fondamentali nell’UE, individuando diverse aree problematiche.

I deputati condannano fermamente gli sforzi compiuti in alcuni Paesi UE per indebolire la separazione dei poteri e l’indipendenza della magistratura e ribadiscono la necessità di un meccanismo dell’UE sulla democrazia, lo Stato di diritto e i diritti fondamentali.

Evidenziano poi gli attacchi alla libertà, all’indipendenza e al pluralismo dei media, sottolineando il ruolo democratico di giornalisti e informatori. Inoltre, invitano gli Stati membri ad astenersi dall’adottare leggi che limitano la libertà di riunione e a porre fine agli interventi sproporzionati e violenti da parte delle forze dell’ordine.

Dopo il voto in Commissione, la relatrice, l’irlandese Clare Daly di Sinistra unita europea – Sinistra verde nordica, aveva detto che «Trovare un terreno comune in commissione è stato difficile, ma fortunatamente restano alcuni dei nostri messaggi chiave. Siamo particolarmente lieti per l’inclusione della sezione sui diritti economici e sociali. Dopo tutto, non si può parlare di diritti fondamentali senza guardare alle politiche, dalla politica sanitaria alla politica economica alla politica abitativa, che li influenzano così profondamente».

L’approvazione della relazione è chiaramente un monito ai governi di destra sovranisti dell’Europa dell’Est che stanno da tempo violando i principi fondativi dell’Unione europea e che in questi giorni hanno messo in atto una specie di mercato di scambio tra l’approvazione delle misure europee per la ripresa post-Covid e il mantenimento delle loro leggi liberticide.

L’europarlamentare socialista bulgara Elena Yoncheva, relatrice sul rafforzamento della liberta dei media, ha commentato: «I numeri parlano da sé: nel 2020, nella classifica mondiale della Libertà d’informazione, la Bulgaria occupa solo il 111esimo posto, e l’Ungheria l’89esimo. In Bulgaria e Ungheria siamo stati testimoni del sequestro e dell’accentramento dell’informazione nelle mani di politici corrotti appartenenti alle compagini di governo conservatrici della famiglia politica del Partito popolare europeo (PPE). Nel primo Rapporto annuale sullo Stato di Diritto, la Commissione ha sottolineato la necessità di trasparenza per quanto riguarda la proprietà dei mezzi d’informazione in Bulgaria e Ungheria, o oggi quest’appello è stato ribadito anche dal Gruppo S&D. Come ex giornalista so bene che la libertà dei media è una delle pietre angolari della democrazia, e ora, da europarlamentare rappresentante ideale di tutti i cittadini Ue, sento e ho il dovere di proteggere la libertà di tutti i mezzi d’informazione e il pluralismo da qualsiasi attacco. La pandemia Covid-19 ha reso gravissima una situazione che nell’Ue era già preoccupante. Molti sono i casi di giornalisti che non hanno più la libertà di restituire un’informazione indipendente, alternativa e attendibile. In qualità di guardiani della democrazia e dello Stato di Diritto, oggi più che mai, ai giornalisti va garantita la possibilità di osservare da vicino e criticare i governi».

La cosa sempre più insostenibile è che i governi autoritari dell’est Europa fanno politicamente riferimento – pur non avendo nessuna tradizione cristiano-democratica –  al Partito popolare europeo e quindi, a Bruxelles governano insieme a quei socialdemocratici e liberali ai quali in patria tentano in ogni modo di consentire l’agibilità politica. Una patata bollengte sempre più scottante per la presidente della Commissione europea: la democristiana tedesca Ursula von der Leyen

Ecco i principali punti approvati a maggioranza (con il voto contrario dei gruppi di destra e sovranisti) dal Parlamento europeo

Proteggere le persone svantaggiate

I gruppi vulnerabili (in particolare le donne, le persone con disabilità, gli anziani, i bambini, i migranti, i Rom e le persone LGBTI+), sono stati colpiti in modo sproporzionato dai tagli alla spesa pubblica. Perciò, i deputati chiedono politiche che tengano conto dei diritti umani, economici e sociali, richiamando l’attenzione anche sull’importanza di una transizione ambientale equa che protegga la povertà infantile e i giovani esclusi dall’accesso agli alloggi.

Nel testo si condanna il “regresso organizzato” nei confronti dell’uguaglianza di genere e dei diritti delle donne, compresi la salute sessuale e riproduttiva e i relativi diritti e si ribadisce il diritto a metodi contraccettivi moderni e all’aborto sicuro e legale.

Viene anche condannato vivamente l’allarmante numero di femminicidi nell’Unione europea e la segregazione etnica delle donne rom nelle strutture di assistenza sanitaria materna. Questa pratica discriminatoria deve essere immediatamente vietata. Inoltre, devono essere garantiti dei mezzi di ricorso efficaci e tempestivi per tutti i sopravvissuti a sterilizzazioni forzate.

Il Parlamento è profondamente preoccupato dalle notizie secondo cui i richiedenti asilo stanno subendo violente pressioni e per la situazione umanitaria negli hotspot. L’intimidazione, gli arresti e i procedimenti penali contro organizzazioni e individui per aver fornito assistenza umanitaria ai migranti devono cessare. Gli Stati membri sono esortati a istituire corridoi umanitari verso l’UE e a introdurre la possibilità di richiedere visti umanitari per i richiedenti asilo.

Lotta all’estremismo

I discorsi di odio e le diverse forme di razzismo si stanno normalizzando, non solo da parte degli estremisti ma anche da alcuni rappresentanti di governo o leader politici. I deputati chiedono ai Paesi UE di imporre un divieto effettivo ai gruppi neofascisti e neonazisti e condannano tutti gli attacchi contro i cristiani, chiedendo equità di trattamento in Europa e nel mondo dopo gli attacchi nei luoghi di culto cristiani.

Inoltre, il Parlamento: sottolinea il legame tra corruzione e violazione dei diritti fondamentali in vari settori quali l’indipendenza della magistratura, la libertà dei media, la libertà di espressione dei giornalisti e degli informatori, le strutture detentive, l’accesso ai diritti sociali, o la tratta di esseri umani; è preoccupato per la crescente riduzione dello spazio per una società civile indipendente; sottolinea i rischi connessi all’uso dell’Intelligenza Artificiale e al diritto alla protezione dei dati personali, e chiede standard comuni Ue sulle regole in materia di detenzione, in linea il diritto internazionale.

La socialdemocratica tedesca, Birgit Sippel, portavoce del gruppo Socialisti e Democratici per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni, conclude: «Una democrazia sana deve essere in grado di confrontarsi con persone che abbiano libero accesso a un’informazione oggettiva e onesta. I giornalisti devono essere nella condizione di lavorare senza essere sottoposti a intimidazioni, insulti o abusi di sorta. Le persone, i cittadini hanno diritto a un’informazione pubblica indipendente, libera da filtri imposti da pressioni politiche o economiche. Tuttavia, oggi siamo testimoni di come la libertà d’informazione non sia garantita in Paesi come la Bulgaria, l’Ungheria e la Polonia. La Commissione europea questa settimana ha annunciato che metterà a disposizione 3,9 milioni di euro per un’azione a livello europeo a sostegno della libertà d’informazione e del giornalismo investigativo, ma dobbiamo fare di più. Dobbiamo dare certezza ai cittadini che non un solo euro dei fondi Ue vada a finanziare azioni di governo volte a limitare o silenziare il lavoro libero dei media».