Cosa perdiamo con la soppressione (di fatto) del Corpo forestale dello Stato

[6 Agosto 2015]

La soppressione (di fatto, al di là di tante belle chiacchiere) del Corpo forestale dello Stato stabilita poche ore fa, rappresenta oggettivamente un colpo mortale per la tutela dell’ambiente, della salute pubblica e degli animali. Si tratta di un regalo incredibile offerto su un piatto d’argento a tutti i criminali ambientali di ogni risma e specie.

Sembra un evento onirico e non reale il fatto che – di punto in bianco e sostanzialmente senza alcun motivo plausibile – si sia cancellato con un colpo di spugna una forza istituzionale dello Stato rappresentata da una preziosa combinazione operativa tra corpo tecnico e funzioni di polizia giudiziaria,  aspetto bifasico che ha caratterizzato fino oggi il CFS come il principale punto di riferimento a livello nazionale per tutta una serie di attività preventive e repressive in materia di tutela giuridica dell’ambiente, tutela della salute  pubblica, tutela degli animali e tutela del patrimonio agroalimentare.

Nato storicamente sul territorio e nel territorio, il Corpo forestale dello Stato negli ultimi decenni ha visto al suo interno una accelerazione straordinaria di crescita ed esplosione strutturale ed operativa che ha generato una evoluzione profonda, endogena ed esterna, per adeguarsi progressivamente – e rendersi flessibile – rispetto al complesso panorama dei vari emergenti e sempre più mutevoli crimini ambientali.

Un percorso lungo, duro, caratterizzato da un impegno costante che è transitato attraverso una molteplicità infinita di fattori, come infiniti sono stati fino ad oggi – ogni volta – i nuovi spunti e le nuove strategie adottate dei vari criminali che operano nei settori di prevenzione e contrasto di riferimento. Si è trattato di un percorso che è stato maturato ed elaborato attraverso le persone, i mezzi, la cultura, le scuole professionali che hanno rappresentato un’eccellenza a livello nazionale, l’impegno e la dedizione costante del personale medesimo, le tecnologie, gli approfondimenti, gli studi minuziosi di ogni singola azione criminale, le esperienze di contatto con le magistrature e con le altre forze di polizia, la pratica attuazione di operatività sul territorio con gli stivali ai piedi, un vero e proprio sudore istituzionale dedicato ogni giorno a contrastare ogni tipo di criminalità sul territorio dedita ad attaccare l’ambiente, la salute pubblica, gli animali ed il nostro patrimonio agroalimentare.

Su è creato progressivamente così un corpo di polizia con specifiche funzioni tecniche unico nel suo genere, costituito da un complesso di operatività umane e tecnologiche non dedito esclusivamente ad uno o più singoli temi, ma con un raggio di azione in se vastissimo e – soprattutto – ogni volta mutevole ed adeguabile ai cambiamenti delle strategie criminali.

Un patrimonio istituzionale unico, per quanto riguarda la polizia giudiziaria in materia. Va sottolineato che nei settori che stiamo esaminando i controlli non sono standard ed univoci sotto un unico paradigma. Soltanto per l’ambiente ed il territorio, la complessità dei controlli presenta praticamente uno spettro di azione senza limiti. Non esistono solo le azioni eclatanti a livello internazionale che qualcuno oggi propaganda come demagogica merce di scambio, ma il controllo – per essere serio e reale e non da copertina – deve partire dal basso, dalla quotidianità reale della microcriminalità diffusa, che poi è il motore che alimenta le grandi organizzazioni criminali. I controlli per essere efficaci devono essere orizzontali e verticali. E soltanto da questa intelligente intersezione si può attivare un’efficace azione sul territorio dalle attività quotidiane alle grandi azioni criminali. E proprio su questa intuizione storica il Corpo forestale dello Stato ha basato per anni, anche nelle proprie scuole didattiche specializzate, strategie culturali che hanno rappresentato il motore propulsore per la formazione di personale. Quelle scuole che nella intelligente intuizione di alcuni personaggi moderni potrebbero essere trasformate in magazzino vestiario.

Ci sono poi specifici settori che vanno considerati. Si pensi al caso del bracconaggio. Storicamente è un dato di fatto oggettivo e documentato a livelli di cronache decennali che il forte, sistematico contrasto contro ogni forma di bracconaggio sul territorio nazionale lo ha operato in primo luogo il Corpo forestale dello Stato. Ad iniziare dalle storiche “operazioni Adorno” degli anni 80 con intere squadre di forestali che si muovevano da tutta Italia per contrastare forme di bracconieri incattiviti che si muovevano spudoratamente alla luce del sole, spesso sotto ampie coperture. Verosimilmente chi con un colpo di spugna cancellato il Corpo forestale dello Stato non sa neanche cosa sono le “operazioni Adorno”. Sono un’altra fetta di competenza del CFS che va così a scomparire, facendo fare festa grande anche a tutti i bracconieri d’Italia.

C’è la tutela giuridica degli animali. Il Corpo è stato da sempre in prima linea anche in questo campo, non soltanto nelle azioni quotidiane, ma anche in coraggiose operazioni che hanno coinvolto la stampa a livello addirittura internazionale, per grandi casi di maltrattamenti industriali e di allevamenti. Con la creazione di una giurisprudenza importante a livello evolutivo in molti settori. Un altro bel regalo per chiunque utilizza gli animali come strumento di maltrattamento e di vessazione.

Vi sono poi i reparti scientifici del CFS, con i laboratori mobili ed il laboratorio fisso. Il CFS è stata la prima forza di polizia in Italia ad avere laboratori mobili per effettuare prelievi di analisi in loco in caso di inquinamento,  ed un laboratorio fisso disponibile per tutti reati ambientali. Un vero e proprio baluardo importantissimo contro gli inquinatori che fondano le proprie mire sui ritardi cronici di prelievi ed analisi. Probabilmente nelle mire degli attuali riformatori dentro i laboratori mobile del Corpo, che oggi rappresentano uno strumento insostituibile per il contrasto veloce agli inquinamenti più deteriori, ci metteremo le ruote di scorta delle auto blu.

Vanno ancora citate le altre competenze tecnologiche specializzate, in materia di investigazioni attraverso intercettazioni telefoniche ed ambientali, studio di metodologie all’avanguardia, applicazione di sistemi informatici nelle più evoluti inchieste.

L’azione, il contrasto agli incendi boschivi, le indagini di altissimo valore scientifico contro gli incendiari costituiscono poi il plusvalore finale delle competenze di questo Corpo. Proprio in questi giorni in una scuola del Corpo si sta concludendo l’attivazione di un simulatore contro gli incendi boschivi che rappresenta una tecnologia all’avanguardia europea. Un simulatore capace di fare immergere gli operatori dentro una stanza virtuale nella quale si può dire raffinare le migliori strategie in materia. Roba da fantascienza, da vedere. Probabilmente diventerà qualche magazzino attrezzi.

Insomma, appare incredibile che – di punto in bianco – in un momento in cui la criminalità ambientale – e i settori ad essa connessi – dilagano in modo diffuso sul nostro territorio, creando una contiguità ormai inesorabile tra danni all’ambiente e danni alla salute pubblica, viene con un colpo di spugna cancellato – per nessun motivo – tale istituzione operativa di contrasto a  tali forme criminali.

Vi è la necessità di una coesione – in questo momento – di tutte le forze sociali, culturali e politiche in grado di percepire la gravità della situazione. Importantissimo sarà anche il ruolo delle associazioni ambientaliste e animaliste che – a mio modesto avviso – devono trovare in questo momento una unitarietà assoluta per opporsi a questo assurdo percorso.

E anche il mondo politico dovrà evitare di personalizzare ogni presa di posizione come di bandiera, per unirsi sotto un unico tetto terzo e trasversale al fine di difendere quello che è un patrimonio istituzionale della nazione.

Sono in gioco i valori della difesa dell’ambiente, della salute pubblica, del benessere animale e del patrimonio agroalimentare. “Diritto all’ambiente” – con coerenza – resta dalla parte del Corpo forestale dello Stato ed appoggerà ogni iniziativa utile a far si che questo incredibile disegno possa trovare una soluzione alternativa.

di Maurizio Santoloci, Diritto all’Ambiente