Cop27, l’high level expert group Onu: tolleranza zero per il greenwashing net zero

Un rapporto rivela le bugie climatiche di imprese, enti e governi. Greenpeace: a Sharm el-Sheikh Meloni ha fatto greenwashig istituzionale

[9 Novembre 2022]

L’United Nations’ High‑Level Expert Group on the Net Zero Emissions Commitments of Non-State Entities ha pubblicato il suo rapporto “Integrity Matters: Net Zero Commitments by Businesses, Financial Institutions, Cities and Regions” che critica il greenwashing – che induce l’opinione pubblica a credere che un’impresa o un Ente stia facendo di più per proteggere l’ambiente di quanto non faccia in realtà – e le deboli promesse net zero e fornisce una  roadmap per arrivare a impegni net zero reali da parte di industrie, istituzioni finanziarie, città e regioni e per sostenere una transizione globale ed equa verso un futuro sostenibile.

La presidente dell’United Nations’ High‑Level Expert Group on the Net Zero Emissions Commitments of Non-State Entities, la ex ministra dell’ambiente e dei cambiamenti climatici canadese, Catherine Mckenna, ha ricordato che «In questo momento, il pianeta non può permettersi ritardi, scuse o altro greenwashing. In un momento così cruciale, prendere impegni net zero significa ridurre le emissioni, non smussare gli angoli».

La Mckenna si è congratulata con chi sta facendo davvero passi da gigante, «Come le imprese che investono nell’innovazione, gli investitori che spostano i loro soldi dallo sporco al pulito e le città che cambiano la loro rete energetica con le rinnovabili». Ma ha aggiunto che «La cattiva notizia è che troppe promesse net zero… sono poco più che slogan vuoti e clamore. Perché il greenwashing è così brutto? In parte perché la posta in gioco è così alta. Non si tratta solo di pubblicità, le false affermazioni sul net zero fanno aumentare il costo che alla fine tutti pagheremo, incluse le persone che non sono in questa sala, a causa dell’enorme impatto, della migrazione climatica e del pericolo per le loro stesse vite».

Presentando il rapporto alla COP27 Unfccc in corso a Sharm el-Sheikh, in Egitto, il segretario generale dell’Onu, António Guterres,  ha ricordato che «Un numero crescente di governi e attori non statali si stanno impegnando a essere carbon-free e, ovviamente, questa è una buona notizia. Il problema è che i criteri e i parametri di riferimento per questi impegni net zero  hanno diversi livelli di rigore e scappatoie sufficientemente ampie da far passare un camion diesel. Dobbiamo avere tolleranza zero per il greenwashing net zero».

Nel 2021, alla COP26 di Glasgow, Guterres aveva annunciato la nomina di un Expert Group  per affrontare un «Eccesso di confusione e deficit di credibilità» sugli obiettivi net zero delle imprese ed entità non statali. Questo primo rapporto del gruppo è il risultato di un intenso lavoro e consultazion durato 7 e riflette i consigli dei 17 esperti selezionati dal capo dell’Onu. Attraverso 10 raccomandazioni pratiche, il rapporto fa chiarezza su 4 aree chiave definite dal Segretario generale: integrità, ambientale; credibilità; responsabilità; e il ruolo dei governi.  Guterres li ha riassunti brevemente: «Primo, sull’integrità ambientale, l’Intergovernmental Panel on Climate Change è la nostra stella polare scientifica. Gli impegni net zero devono essere in linea con gli scenari IPCC che limitano il riscaldamento a 1,5 gradi. Questo significa che le emissioni globali devono diminuire di almeno il 45% entro il 2030 e raggiungere il net zero entro il 2050. Gli impegni dovrebbero avere obiettivi intermedi ogni 5 anni a partire dal 2025. E questi obiettivi devono coprire tutte le emissioni di gas serra e tutti gli ambiti di emissione. Per le istituzioni finanziarie, questo significa tutte le attività finanziate. Per le aziende, significa tutte le emissioni: dirette, indirette e quelle provenienti dalle catene di approvvigionamento. E per città e regioni, significa tutte le emissioni territoriali. Il messaggio è chiaro per tutti coloro che gestiscono iniziative di volontariato esistenti, così come amministratori delegati, sindaci, governatori che si impegnano per il net zero: rispetta questo standard e aggiorna le tue linee guida immediatamente, e sicuramente non oltre la COP28. Ho anche un messaggio per le compagnie di combustibili fossili e i loro financial enablers: i cosiddetti “impegni net zero” che escludono i prodotti e le attività principali stanno avvelenando il nostro pianeta. Devono rivedere a fondo i loro impegni e allinearli a questa nuova guida».

Guterres ha rigirato il coltello nella piaga del greenwashing: «Diciamo le cose come stanno. Usare false promesse di “net zero” per coprire la massiccia espansione dei combustibili fossili è riprovevole. È un gigantesco inganno. Questo insabbiamento tossico potrebbe spingere il nostro mondo oltre il precipizio climatico. La finzione deve finire».

Il secondo punto del report è la credibilità d una decarbonizzazione completa e rapida questo decennio. «E’ il test definitivo – ha detto Guterres – I leader delle imprese, delle istituzioni finanziarie e delle autorità locali devono presentare piani di transizione con i loro impegni net zero. Questi piani dovrebbero essere disponibili pubblicamente, con azioni dettagliate e concrete per raggiungere tutti gli obiettivi. Il managemen deve essere responsabile del rispetto di questi impegni. Questo significa sostenere pubblicamente un’azione decisiva per il clima e rivelare tutte le attività di lobbying. L’assenza di standard, regolamenti e rigore nei carbon market credits  volontari è profondamente preoccupante.   I mercati ombra per i carbon credits non possono minare i veri sforzi di riduzione delle emissioni, anche a breve termine. Gli obiettivi devono essere raggiunti attraverso reali tagli alle emissioni. Occorre eliminare gradualmente i combustibili fossili e aumentare le energie rinnovabili».

Il capo dell’Onu ha ringraziato l’ High‑Level Expert Group per aver fatto chiarezza e fornito dettagli su cosa devono fare le imprese, le istituzioni finanziarie e le autorità subnazionali per eliminare gradualmente carbone, petrolio e gas: «Man mano che i finanziamenti per i combustibili fossili vengono ridotti, i finanziamenti per il clima per le energie rinnovabili dovrebbero essere aumentati. Le istituzioni finanziarie private devono ora facilitare completamente gli investimenti per una rivoluzione dell’energia rinnovabile e collaborare in modo proattivo con le istituzioni finanziarie internazionali per affrontare le questioni del costo del capitale e della percezione del rischio, in particolare il costo del capitale nei Paesi in via di sviluppo è qualcosa che ci preoccupa molto. Non dimentichiamo che le energie rinnovabili e la concentrazione dei costi nel costo del capitale, e quindi mantenere alti i tassi di interesse nei Paesi in via di sviluppo per questi progetti, potrebbero ucciderli e dobbiamo fare in modo che il sistema finanziario internazionale risponda a questa domanda. Allo stesso tempo, il passaggio al net zero deve essere giusto. I piani di transizione dovrebbero soddisfare le esigenze dei lavoratori nelle industrie dei combustibili fossili e nei settori interessati dalla transizione alle energie rinnovabili. CDi conseguenza, entro la prima metà del 2023, tutte le iniziative volontarie esistenti per il net zero devono spiegare come allineare e rivedere i propri standard e tutte le nuove iniziative devono attenersi a queste raccomandazioni. Il mio climate action team  è pronto ad assistere in questo processo. Chiedo inoltre alle agenzie delle Nazioni Unite che lavorano per sviluppare, attuare o sostenere in qualsiasi modo gli impegni volontari, di rispettare questi standard e criteri».

Il terzo punto del report riguarda la responsabilità: «La piena trasparenza è fondamentale – ha sottolineato Guterres – L’Unfccc dispone di una piattaforma globale e pubblica, il Global Climate Action Portal, che viene già utilizzata per registrare impegni, pubblicare piani di transizione e tenere traccia dei rapporti annuali sull’attuazione. Ma deve essere ampliato. Invito tutte le iniziative volontarie net zero ad accelerare gli sforzi per standardizzare i rapporti sullo stato di avanzamento, in un formato aperto e tramite piattaforme pubbliche che alimentino il portale Unfccc. Gli impegni dei governi o del settore privato per il net zero non possono essere un mero esercizio di pubbliche relazioni. Dobbiamo lavorare insieme per colmare i gap dovuti alla mancanza di autorità di terze parti credibili universalmente riconosciute e dobbiamo rafforzare i meccanismi istituiti  per condurre questo processo di verifica e responsabilità. E’ mia profonda convinzione che l’Unfccc dovrebbe svolgere un ruolo decisivo: E invito il suo segretario esecutivo a presentare un piano all’inizio del prossimo anno».

Il quarto e ultimo punto illustrato dal segretario generale dell’Onu è il fatto che i governi devono garantire che queste iniziative volontarie diventino la “nuova normalità”: «Esorto tutti i leader di governo a fornire alle entità non statali condizioni di parità per la transizione verso un futuro giusto e net zero. Risolvere la crisi climatica richiede una forte leadership politica. Il G20 – insieme a tutti i paesi dell’Ocse – deve accelerare la decarbonizzazione delle loro economie e porre fine alla loro dipendenza – e ai sussidi – dai combustibili fossili. Questo significa che devono regolamentare rapidamente, progettare politiche, approvare leggi e approvare budget per limitare il riscaldamento a 1,5 gradi. E invito tutti gli altri governi a creare un ambiente normativo a zero emissioni per soddisfare le loro esigenze e le circostanze nazionali. Seguirò da vicino la Task Force on Net-Zero Regulations che è stata proposta. Chiedo che la sua leadership e i suoi membri siano diversi e rappresentativi come questo High-Level Group.

Ieri il presidente francese Emmanuel Macron ha annunciato alla COP27 che «Per garantire che gli impegni aziendali portino a cambiamenti concreti, ho lavorato a fianco dell’inviato speciale delle Nazioni Unite per l’azione climatica, Michael Bloomberg, su una net-zero data public utility, per una metodologia e piattaforma per l’informazione affidabile e trasparente di dati climatici provenienti da attori privati. Questo viene fatto con il lancio dell’One Planet data hub».

Ma Greenpeace Italia ha praticamente accusato su Twitter il presidente del Consiglio Giorgia Meloni di aver fatto greenwashing istituzionale nel suo intervento a Sharm el-Sheikh: «Alla COP27 Meloni dichiara che l’Italia è fortemente impegnata nella lotta alla crisi climatica. Ma allora perché uno dei primi provvedimenti del suo governo punta ad aumentare le trivellazioni sul territorio italiano, per estrarre più gas fossile?»