I maggiori oneri della raccolta ammontano a oltre 2 miliardi di euro l’anno

Rifiuti: la differenziata cresce in Italia, ma i materiali riciclati chi li compra?

Quagliolo (Conai): la domanda di materiale riciclato arranca, va incentivata. Altrimenti il cerchio non si chiude

[30 Giugno 2020]

Non va a gonfie vele, ma l’avvio a riciclo dei rifiuti di imballaggi in Italia è in costante crescita e nel 2019 ha segnato un +3,1%. A preoccupare semmai è la domanda di prodotti riciclati, che è debole, e che – è la richiesta esplicita del presidente del Consorzio Conai Giorgio Quagliuolo – : «Va incentivata».

Il riciclo ha toccato quota 70% e va subito ricordato che si tratta di imballaggi, che pagano il Cac e sono oggetto di raccolta differenziata, e che rappresentano il 25% del totale dei rifiuti urbani ma solo l’8% dei rifiuti totali compresi gli speciali. In peso il 70% vuol dire: 9 milioni e 560mila tonnellate sui 13 milioni e 655mila immessi al consumo. Un incremento del 3,1%, come indicato dal Conai, rispetto ai quantitativi del 2018, che aveva visto l’avvio a riciclo di 9 milioni e 270mila tonnellate. La crescita è trainata essenzialmente da un aumento del 6,2% nel riciclo dei rifiuti provenienti dalla raccolta urbana. Ma come ha detto Quagliuolo, ora è tempo di incentivare anche la domanda di materiali riciclati, altrimenti il sistema andrà gioco forza in crisi. I metodi posso essere diversi, tramite ad esempio l’Iva più bassa su prodotti da riciclo, crediti d’imposta ad hoc (quelli varati finora però non sono divenuti operativi a causa di mancanza dei decreti attuativi) e soprattutto attraverso un’effettiva applicazione degli acquisti verdi gpp (vessata quaestio di cui greenreport scrive da anni).

Il dato più negativo, se si leggono con attenzione i dati forniti dal consorzio, è che i rifiuti di imballaggio conferiti al sistema dai Comuni italiani sono cresciuti del 14,3% a causa soprattutto “del crollo dei listini del macero a fine 2019”. Questo significa che “avviare la carta a riciclo non era più profittevole”. E così, ha spiegato sempre Quagliolo, «abbiamo aperto finestre che hanno consentito a molti Comuni l’ingresso in convenzione con Comieco, il nostro consorzio che si occupa degli imballaggi in carta e cartone. Conai si è quindi fatto carico dei maggiori oneri per l’avvio a riciclo di questo materiale in un momento in cui il suo valore di mercato era negativo, dimostrando ancora una volta il suo ruolo di sussidiarietà al mercato nel considerare l’interesse ambientale superiore a quello economico».

Il consorzio segnala anche che se alle cifre del riciclo si sommano quelle del recupero energetico, i numeri lievitano: le tonnellate di rifiuti di imballaggio recuperate superano gli 11 milioni, quasi l’81% dell’immesso al consumo. Più di quattro imballaggi su cinque, insomma, evitano di finire in discarica.

«Il sistema nel suo complesso ha già superato gli obiettivi di riciclo che l’Europa chiede entro il 2025», commenta sempre il presidente del Consorzio Giorgio Quagliuolo. «L’economia circolare in Italia funziona e si impone per l’efficacia del suo modello. Anche i risultati per i sei materiali di imballaggio che Conai gestisce sono molto positivi: per quasi tutti gli obiettivi al 2025 sono stati superati. Manca solo la plastica, che però resta indietro di pochi punti percentuali, serenamente recuperabili nel corso dei prossimi cinque anni. Per questo è importante continuare a lavorare sia sulla strada dello sviluppo di nuove tecnologie per il riciclo sia su quella della prevenzione, incentivando eco design e design for recycling». Ovvero, come scrivevamo ieri, i prodotti devono essere progettati in modo tale da poter essere facilmente riciclati (e dovrebbero anche durare segnatamente di più).

Ma veniamo ai numeri: lo scorso anno l’Italia ha avviato a riciclo 399mila tonnellate di acciaio, 51mila di alluminio, 3 milioni e 989mila di carta, 1 milione e 997mila di legno, 1 milione e 54mila di plastica e 2 milioni e 69mila di vetro. In Italia sono oltre 58 milioni gli abitanti serviti grazie all’Accordo con Anci per il ritiro dei rifiuti di imballaggio in modo differenziato. A stipulare convenzioni con il sistema consortile, lo scorso anno, è stato più del 92% dei Comuni italiani.

Ma quanto ci costa? Per coprire i maggiori oneri della raccolta differenziata – quindi i costi maggior che genera questo tipo di raccolta – nel corso del 2019 Conai ha trasferito ai Comuni del nostro paese 648 milioni di euro. «Stiamo parlando di una percentuale significativa della spesa sostenuta per la raccolta differenziata degli imballaggi che, rispetto al totale dei rifiuti urbani, rappresentano una percentuale che oscilla fra il 25% e il 28%», spiega il presidente Quagliuolo. «Si tratta di risorse provenienti dalle 800.000 aziende che, aderendo al Consorzio, si fanno carico della responsabilità di una corretta gestione degli imballaggi che immettono sul mercato, quando questi diventano rifiuti». Altri 421 milioni di euro sono stati invece destinati da Conai alla copertura dei costi per attività di trattamento, riciclo e recupero.

Il costo complessivo, però, ce lo dice oggi Cispel: i costi effettivi della raccolta differenziata ammontano a oltre 2 miliardi di euro l’anno. Come noto, anche secondo l’indagine condotta dall’AgCom nel 2016 “il finanziamento da parte dei produttori (attraverso il sistema Conai) dei costi della raccolta differenziata non supera il 20% del totale, laddove invece, dovrebbe essere per intero a loro carico”.

In ogni caso, lo scorso anno i quantitativi di rifiuti di imballaggio conferiti al sistema dai Comuni italiani sono cresciuti del 14,3%. «Un incremento notevole», commenta Quagliuolo. «Una delle sue cause è sicuramente il crollo dei listini del macero a fine 2019: avviare la carta a riciclo non era più profittevole. Per questo abbiamo aperto finestre che hanno consentito a molti Comuni l’ingresso in convenzione con Comieco, il nostro consorzio che si occupa degli imballaggi in carta e cartone. Conai si è quindi fatto carico dei maggiori oneri per l’avvio a riciclo di questo materiale in un momento in cui il suo valore di mercato era negativo, dimostrando ancora una volta il suo ruolo di sussidiarietà al mercato nel considerare l’interesse ambientale superiore a quello economico».

A influenzare il +14,3% nei conferimenti al sistema Conai ha contribuito anche lo sprint delle macro-aree geografiche del Centro e del Sud, che hanno messo a segno rispettivamente un +16,4% e un +16% di raccolta in convenzione. Crescono in particolare la raccolta della plastica, che al Centro passa da 237mila a 268mila tonnellate e a Sud da 362mila a 442mila, e quella del vetro, che balza da 314mila a 364mila tonnellate nel Centro e da 472mila a 541mila tonnellate nelle Regioni del Sud.