Le mense scolastiche salvano i bambini: quasi la metà riceve pasti gratuiti

Ma il gap fra Paesi ricchi e poveri resta enorme e i più vulnerabili sono sempre più a rischio per le crisi alimentare e climatica

[22 Marzo 2023]

Mentre una  crisi alimentare globale colpisce le famiglie di molti Paesi che faticano a mettere il cibo in tavola, il nuovo  State of School-Feeding Worldwide report del World Food Programme (WFP) afferma che «I governi di tutto il mondo sono sempre più convinti che i pasti scolastici siano un modo potente ed economico per garantire che i bambini vulnerabili ricevano il cibo del quale hanno bisogno».

Attualmente, in tutto il mondo quasi 420 milioni di bambini ricevono pasti scolastici e il rapporto fa notare che «In un momento in cui 345 milioni di persone affrontano livelli di fame critici, tra cui 153 milioni di bambini e giovani, i pasti scolastici sono una rete di sicurezza fondamentale per i bambini e le famiglie vulnerabili. L’industria di quasi 50 miliardi di dollari in programmi di pasti scolastici in tutto il mondo offre una promettente opportunità per aiutare a garantire il futuro dei bambini di tutto il mondo».

75 governi si sono ora uniti in una coalizione che punta a garantire che ogni bambino possa ricevere un pasto quotidiano e nutriente a scuola entro il 2030. Grazie a un lavoro determinato da parte dei governi per ripristinare mense scolastiche gratuite dopo le chiusure dovute alla pandemia di Covid-19, il numero di bambini che ricevono pasti scolastici è ora di 30 milioni in più rispetto al 2020, rappresentando circa il 41% di tutti i bambini che frequentano una scuola in tutto il mondo.

Ad esempio, in Rwanda, l’amministrazione del presidente Paul Kagame ha aumentato il budget per i pasti scolastici da 8 milioni di dollari nel 2020 a 80 milioni nel 2022, aumentando la copertura da 660.000 a 3,8 milioni di studenti. In Benin, il presidente Patrice Talon ha annunciato un impegno di bilancio nazionale di 270 milioni di dollari nei prossimi 5 anni per aumentare il programma nazionale.

Carmen Burbano, responsabile dei programmi scolastici del WFP, evidenzia che «Questa è una buona notizia. I governi stanno facendo del benessere dei bambini una priorità e stanno investendo nel futuro. Mentre il mondo è alle prese con una crisi alimentare globale, che rischia di privare milioni di bambini del loro futuro, i pasti scolastici possono svolgere un ruolo fondamentale. In molti dei Paesi in cui lavoriamo, il pasto che un bambino riceve a scuola potrebbe essere l’unico pasto che riceve quel giorno».

La ripresa globale ha ricevuto un sostegno cruciale dalla School Meals Coalition, un’importante rete per lo scambio di informazioni e la difesa dei bambini, costituita nel 2020 per rispondere all’impatto della pandemia. Ma il rapporto evidenzia anche le differenze tra il mondo ricco, dove il 60% degli scolari riceve i pasti, e i Paesi a basso reddito dove avviene solo per il 18%. Il WFP sottolinea che «Sebbene la ripresa sia stata rapida nella maggior parte dei Paesi, il numero di bambini nutriti a scuola nei paesi a basso reddito è ancora del 4% inferiore ai livelli pre-Covid, con i maggiori cali osservati in Africa. Questo nonostante dal 2020 i Paesi a basso reddito abbiano aumentato il loro finanziamento interno per i pasti scolastici di circa il 15%.

Il rapporto avverte che «Alcuni Paesi a basso reddito non sono stati in grado di ricostruire i loro programmi nazionali e hanno bisogno di un maggiore aiuto. In 8 Paesi africani, meno del 10% dei bambini in età scolare riceve un pasto scolastico gratuito o sovvenzionato»

La Burbano  conferma che «Gli investimenti sono più bassi dove i bambini hanno più bisogno dei pasti scolastici. Dobbiamo sostenere i Paesi a basso reddito nella ricerca di modi più sostenibili per finanziare questi programmi. Questo richiederà un sostegno limitato nel tempo da parte dei Paesi donatori e un aumento degli investimenti interni».

Il rapporto sottolinea che «I programmi di pasti scolastici in tutto il mondo forniscono una serie di vantaggi. Un pranzo gratuito attira a scuola più bambini, in particolare le ragazze, , consente loro di imparare meglio e li aiuta  a mantenersi in buona salute. Nei Paesi a basso reddito, una combinazione di salute e istruzione offre ai bambini la via migliore per uscire dalla povertà e dalla malnutrizione».

Il rapporto  WFP ha dimostrato che i programmi di pasti scolastici possono aumentare i tassi di iscrizione del 9% e la frequenza dell’8% e cita anche ricerche che dimostrano che «I programmi di alimentazione scolastica possono avere effetti benefici su agricoltura, istruzione, salute e alimentazione e protezione sociale, con 9 dollari di ritorno per ogni dollaro investito. Quando i programmi di alimentazione scolastica sono collegati ai piccoli agricoltori locali, apportano benefici anche alle economie locali e sostengono la creazione di sistemi alimentari più sostenibili. Per ogni 100.000 bambini nutriti attraverso un programma di pasti scolastici, vengono creati quasi 1.400 posti di lavoro, portando a circa 4 milioni di posti di lavoro in 85 Paesi».

Il Wfp conclude: «L’investimento annuo globale di 48 miliardi di dollari in programmi di pasti scolastici crea un mercato alimentare enorme e prevedibile in modo affidabile e offre un’opportunità straordinaria per trasformare i sistemi alimentari e le diete e per rispondere in modo proattivo alla crisi alimentare globale e al cambiamento climatico. I programmi per i pasti scolastici possono acquistare più cibo all’interno delle comunità e abbinare diete di qualità alla produzione locale, aumentando l’agrobiodiversità e rafforzando la sovranità alimentare. Questo può sostenere i piccoli agricoltori, in particolare le donne rurali e i produttori indigeni. I programmi per pasti scolastici “Climate-smart” potrebbero essere parte dell’avanguardia degli sforzi dei Paesi per diventare più resilienti ai cambiamenti climatici, diversificando le diete, allineando l’agricoltura e l’approvvigionamento alla sovranità alimentare locale e ripensando le pratiche energetiche e agricole».