In esclusiva per greenreport.it

La pesca europea affondata dai sussidi

[1 Ottobre 2013]

L’Europa sta affrontando una delle crisi economiche più serie di questa generazione. I deputati europei sono i rappresentanti eletti dai cittadini europei e devono, ora più che mai, assicurare che i soldi pubblici siano spesi efficientemente e per il bene comune. Nel caso delle sovvenzioni al settore della pesca la spesa pubblica, permettendo agli Stati Membri di sovvenzionare la modernizzazione delle navi, ha peggiorato lo sfruttamento eccessivo delle risorse marine. Questo ha permesso alle navi di pescare più lontano dalle coste, per più tempo ed in maniera più intensiva. In ottobre, il Parlamento Europeo voterà sul Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca (FEAMP), che definirà il modo in cui l’aiuto sarà accordato al settore europeo della pesca per i prossimi sette anni. L’Europa si trova quindi di fronte ad una opportunità decisiva per mettere fine allo spreco di soldi pubblici.

Tuttavia, mentre i dibattiti sono arrivati ad un punto critico, i membri della Commisione della Pesca sono determinati a mantenere una situazione dimostratasi inefficace e anche dannosa. Essi sostengono di preoccuparsi degli interessi delle comunità di pescatori, ma lottano in realtà per mantenere le vecchie misure che hanno creato la crisi attuale del settore della pesca. E’ essenziale che l’UE eviti di ripetere gli errori del passato.

Decenni di investimenti massicci hanno creato una flotta europea da due a tre volte troppo grande rispetto a ciò che gli oceani possono fornire in maniera sostenibile. Nonostante ciò, la grande maggioranza delle flotte europee non è redditizia e non potrebbe sopravvivere senza le sovvenzioni accordate dagli Stati Membri. Invece di sovvenzionare la sovrapesca, gli aiuti del FEAMP dovrebbero essere utilizzati per il bene comune e concentrati sul controllo del rispetto delle regole di gestione, sulla raccolta di dati, sulla ricerca scientifica e sulla valutazione delle scorte.

Per fermare l’ingranaggio della dipendenza del settore della pesca dalle sovvenzioni, la Commissione Europea ha proposto di eliminare gran parte delle sovvenzioni inefficaci o potenzialmente dannose, come ad esempio gli aiuti alla sostituzione dei motori o all’ammodernamento delle navi. I membri della Commissione della Pesca, e più precisamente il deputato socialista Guido Milana, della circoscrizione Italia Centrale, hanno tuttavia reintrodotto ora proprio questi aiuti. Hanno anche previsto nuovamente aiuti per la costruzione di nuove navi (“aiuti al rinnovo della flotta”), che erano stati eliminati all’epoca della riforma della Politica Comune della Pesca nel 2002. Le clausole di salvaguardia saranno inoltre inefficaci. L’aiuto al rinnovo della flotta, per esempio, sarà disponibile solo per le navi di più di 35 anni, ma la maggior parte di queste navi operano attualmente nel Mediterraneo, dove oltre l’88% delle scorte sono già sovrapescate. Sostenere la costruzione di nuove navi in una zona dove solo il 12% del pescato è nelle quote consentite è estremamente rischioso ed è un tipico esempio dell’atteggiamento controproducente che rischia di far perdere all’ UE l’opportunità di riformare veramente la Politica Comune della Pesca.

Considerando la situazione economica dell’Europa, non possiamo ignorare i milioni di euro spesi per perpetuare una situazione che mette in pericolo il futuro dell’industria della pesca e delle comunità costiere che ne dipendono. I cittadini europei devono sapere che i nostri rappresentanti al Parlamento Europeo vogliono mantenere vive delle flotte non redditizie, utilizzando i nostri soldi per svuotare i nostri oceani. E’ tempo che i rappresentanti dei cittadini si assumano sul serio le loro responsabilità e adottino una visione a lungo termine che permetta una riforma significativa delle sovvenzioni europee.

Xavier Pastor, direttore esecutivo di Oceana in Europa