Insetti nel piatto: una corretta comunicazione per vincere il pregiudizio contrario

Il 54% degli italiani boccia il via libera Ue agli insetti nel piatto

[5 Maggio 2021]

Secondo un’analisi Coldiretti/Ixe’ sull’autorizzazione degli Stati membri dell’Ue alla commercializzazione delle larve gialle della farina (Tenebrio molitor) essiccate come alimento in seguito alla valutazione scientifica da parte dell’Efsa, «La maggioranza degli italiani (54%) considera gli insetti estranei alla cultura alimentare nazionale e non porterebbe mai a tavola la larva gialla essiccata termicamente, intera o sotto forma di farina, per il consumo umano».  Sono indifferenti il 24% degli italiani, favorevoli, il 16% e non risponde il 6%.

Coldiretti sottolinea che «Si tratta del primo via libera nell’Unione all’utilizzo alimentare umano di un insetto intero, ai sensi del regolamento (UE) 2015/2283 sui Novel Food. L’autorizzazione riguarda la possibilità di utilizzare l’insetto intero essiccato sotto forma di snack e come farina ingrediente in una serie di prodotti alimentari. Secondo gli esperti il suo consumo non risulta svantaggioso dal punto di vista nutrizionale e non pone problemi di sicurezza alimentare anche se – sottolinea la Coldiretti – il Novel Food a base di Tenibrio molitor può indurre sensibilizzazione e reazioni allergiche alle proteine dell’insetto e può causare reazioni in soggetti con allergia ai crostacei e agli acari della polvere».

Anche lo studio condotto dalle Università di Pisa e di Parma che ha appena ricevuto il premio “Foods Best Paper Award” sottolinea «L’idea di mangiare gli insetti generalmente provoca reazioni contrarie e disgusto, tuttavia si tratta di atteggiamenti in gran parte dovuti a pregiudizi che si possono superare grazie a una corretta comunicazione».

I ricercatori italiani hanno condotto una indagine su 165 persone che hanno intervistato sia prima che dopo un seminario informativo sugli insetti edibili svoltosi al Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Ateneo pisano e dicono che «Il confronto fra le risposte ha evidenziato che le informazioni ricevuto hanno influenzato positivamente tutte le opinioni sull’entomofagia riducendo in particolare proprio il disgusto verso questo cibo».

Il test successivo è stato una degustazione: 66 partecipanti al seminario hanno accettato di assaggiare due tipologie di pane, in realtà del tutto identiche e a base di sola farina, sebbene una delle due fosse etichettata come “contenente insetti”. Da qui un’ulteriore sorpresa: «I punteggi sensoriali hanno infatti indicato che i partecipanti hanno dato ai campioni etichettati “contenenti insetti” punteggi più alti per sapore, consistenza e gradimento generale».

Simone Mancini, del Dipartimento di scienze veterinarie dell’università di Pisa, spiega che «La comunicazione è un fattore cruciale quando si affrontano argomenti ignoti, specialmente se legati a preconcetti. Il nostro studio suggerisce che un approccio educativo e informativo può essere una buona strategia per ridurre il meccanismo di rigetto verso gli insetti edibili, migliorando anche la valutazione delle proprietà sensoriali».

Lo studio degli insetti edibili è uno dei filoni di ricerca portati avanti da tempo al dipartimento di scienze Veterinarie dell’Università di Pisa. Simone Mancini è anche coordinatore anche della Summer School di Ateneo su “Insects as Feed and Food”  che si terrà il prossimo 12-16 Luglio 2021.

Per i consumatori europei è infatti sempre più vicino l’arrivo degli insetti in tavola. Dopo il parere favorevole dell’Efsa, gli Stati membri dell’Ue hanno appena autorizzato a inizio maggio la commercializzazione come alimento della tarma della farina) e il  “nuovo alimento” potrà quindi essere immesso in commercio come insetto essiccato intero o come farina per biscotti, barrette proteiche e pasta.

Roberta Moruzzo, anche lei del Dipartimento di scienze veterinarie dell’Ateneo pisano, sottolinea che «Attualmente gli insetti rappresentano un settore alimentare di nicchia in Europa, e numerosi Stati membri ne segnalano un consumo umano occasionale Tuttavia l’uso di insetti come fonte di alimenti e mangimi ha, potenzialmente, importanti benefici per l’ambiente, l’economia e la sicurezza della disponibilità alimentare, in una logica di economia circolare».

Dato che nel mondo già quasi 2000 specie di insetti sono considerate commestibili e vengono consumate da almeno 2 miliardi di persone, anche la Fao punta ad estendere il consumo di insetti  e la Coldiretti ricorda che «In giro per il mondo si possono trovare molti esempi che vanno dalla pasta all’uovo artigianale ai grilli ai millepiedi cinesi arrostiti al forno per renderli croccanti e poi affumicati, dalle tarantole arrostite senza conservanti né coloranti dal Laos ai vermi giganti della farina dalla Thailandia. Ma ci sono anche il baco da seta all’americana, la vera “star” degli insetti commestibili, le farfalle delle palme dalla Guyana francese, fritte e condite, le cimici d’acqua dalla Thailandia fino agli “aperinsetti”, vermi della farina aromatizzati alla paprica, al curry e al sale marino “made in Belgio”, magari da mandare giù con un sorso di Vodka con bachi da seta. E per i palati più temerari ci sono anche scorpioni dorati dalla Cina e neri dalla Thailandia e spiedini di scarabei come aperitivo, anch’essi thailandesi. Vastissima la scelta di grilli, da quelli al curry e cocco a quelli piccanti, fino a quelli al peperoncino dolce, tutti made in Thailandia».

Attualmente, sono 11 le domande per insetti come nuove alimenti all’esame dell’Efsa, la decisione formale della Commissione europea sarà adottata nelle prossime settimane nell’ambito della strategia UE “Farm to Fork” con il piano d’azione Ue 2020-30 per i sistemi alimentari sostenibili identifica gli insetti come una fonte di proteine a basso impatto ambientale che possono sostenere la transizione “verde” della produzione alimentare Ue. Coldiretti conclude: «Una corretta alimentazione non può però prescindere dalla realtà produttiva e culturale locale nei Paesi del terzo mondo come in quelli e a questo principio non possono sfuggire neanche bruchi, coleotteri, formiche o cavallette a scopo alimentare che, anche se iperproteici, sono molto lontani dalla realtà culinaria nazionale italiana ed europea. Al di là della normale contrarietà degli italiani verso prodotti lontanissimi dalla nostra cultura, l’arrivo sulle tavole degli insetti solleva dei precisi interrogativi di carattere sanitario e salutistico ai quali è necessario dare risposte, facendo chiarezza sui metodi di produzione e sulla stessa provenienza e tracciabilità considerato che la maggior parte dei nuovi prodotti proviene da Paesi extra Ue, come la Cina o la Thailandia, da anni ai vertici delle classifiche per numero di allarmi alimentari».