Il doppio fardello di obesità e sotto-nutrizione pesa su più di un terzo dei Paesi a basso e medio reddito

Oms: due forme estreme di malnutrizione che riflettono la trasformazione dei sistemi alimentari

[16 Dicembre 2019]

Secondo un nuovo rapport pubblicato da The Lancet che si sviluppa in 4 diversi articoli, «Bisogna definire un nuovo approccio per far retrocedere simultaneamente la sotto-nutrizione e l’obesità, perché questi problemi sono sempre più interconnessi a causa dei rapidi cambiamenti che si producono a livello dei sistemi alimentari dei Paesi. Questo è particolarmente importante nei Paesi a basso o medio reddito».

Lo studio è stato finanziato dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) attraverso una donazione della Bill & Melinda Gates Foundation ed ha ricevuto fondi aggiuntivi da: National Institutes of Health, CGIAR Research Program on Agriculture for Nutrition and Health del Food Policy Research Institute e da RTI International. L’Oms spiega che «In più di un terzo di questi Paesi (45 Paesi su 123 negli anni ‘90 e 48 Paesi su 126 negli anni 2010), si è constatata la presenza simultanea di diverse forme di malnutrizione, in particolare nell’Africa subsahariana, in Asia del Sud e nella regione del sudest asiatico e del Pacifico. La sotto-nutrizione e l’obesità possono avere delle conseguenze per più generazioni. In effetti, tanto la sotto-nutrizione che l’obesità materne sono associate a dei problemi di salute nei bambini. Però, a causa della rapidità dell’evoluzione dei sistemi alimentari, sempre più persone sono esposte alle due forme di malnutrizione, in diversi stadi della loro vita, il che aggrava ancora gli effetti nefasti sulla salute».

Secondo Francesco Branca, direttore del Dipartimento nutrizione per la salute e lo sviluppo dell’Oms, «Siamo in presenza di una nuova realtà in materia di nutrizione. Nono possiamo più classificare i Paesi in due categorie, quelli a basso reddito e colpiti dalla sotto-nutrizione e quelli a reddito elevato e unici ad essere interessati dall’obesità. Tutte le forme di malnutrizione hanno un denominatore comune, cioè dei sistemi alimentari che non forniscono alle persone un’alimentazione sana, sicura, sostenibile e a un prezzo abbordabile. Per cambiare le cose, bisognerà prendere delle misure ai diversi livelli dei sistemi alimentari: dalla produzione e dal trattamento, al consumo e allo spreco, passando per la vendita, la distribuzione, la definizione dei prezzi, il marketing e l’etichettatura. Tutte le politiche e tutti gli investimenti in materia dovranno essere radicalmente riesaminati».

Nell’editoriale di The Lancet che accompagna il rapporto, il redattore capo del prestigioso giornale, Richard Horton, scrive che «la pubblicazione delle Series on the Double Burden of Malnutrition dell’Oms è il culmine di una pubblicazione di 12 mesi di articoli sull’alimentazione in tutte le sue forme. Tutti questi articoli chiariscono che la nutrizione e la malnutrizione devono essere affrontate da diverse prospettive. Sebbene le osservazioni a volte convergano, resta ancora molto da fare per arrestare le varie manifestazioni di malnutrizione … Mentre ci sono ancora 6 anni prima della fine dell’UN Decade of Action on Nutrition (2016-2025), questa serie e questo commento definiscono la direzione da seguire in futuro per eradicare nel mondo la fame e prevenire la malnutrizione in tutte le sue forme».

Secondo le stime, nel mondo sono sovrappeso circa 2,3 miliardi di bambini e di adulti e più di 150 milioni di bambini presentano un ritardo della crescita. Però, neo Paesi a reddito basso o medio questi problemi coesistono in una stessa persona o in una stessa famiglia, comunità o paese. Il nuovo rapport esamina le tendenze che hanno portato a questa giustapposizione- che chiama il doppio fardello della malnutrizione – così come i cambiamenti sociali e del sistema alimentare che possono averla originata, le sue cause, i suoi effetti biologici e le iniziative da prendere per combattere qualsiasi forma di malnutrizione.

Lo studio si basa sui dati di ricerche condotte nei Paesi a basso e medio reddito negli anni ’90 e 2010 ed stima quali siano i Paesi che patiscono il doppio fardello della malnutrizione (più del 15% della popolazione emaciata, più del 30% che presenta un ritardo della crescita, più del 20% delle donne troppo magre, più del 20% delle persone in sovrappeso) e ne viene fuori che «Tra gli anni ‘90 e gli anni 2010, 14 Paesi tra i più poveri del mondo hanno raggiunto il gruppo dei Paesi che presentano questo doppio fardello della malnutrizione. Tuttavia, il numero dei Paesi a basso o medio reddito colpito situato nella fascia più alta è diminuito in rapporto agli anni ‘90». Secondo gli autori dello studio, «Questi dati riflettono la prevalenza accresciuta e del sovrappeso nei Paesi più poveri, dove le popolazioni sono ancora colpite dall’emaciazione, dal ritardo della crescita e da magrezza».

Il rimedio sarebbe un’alimentazione di alta qualità, che riduce il rischio di malnutrizione in tutte le sue forme , favorendo una crescita sana, un buono sviluppo e una buona immunità alle malattie, così come protegge dall’obesità e dalle malattie non trasmissibili per tutta la durata della vita delle persone.

L’Oms fa la lista degli elementi necessari per un’alimentazione sana: «pratiche ottimali di allattamento materno durante i due primi anni di vita; diversità e abbondanza di frutta e legumi, cereali completi, fibre, noci e semi, quantità modesta di alimenti di provenienza animale; quantità minima di carni trasformate, di alimenti o di bevande energetiche e quantità minima di zucchero aggiunto, di grassi saturi, di acidi grassi e di sale».  Una lista della spesa indigesta per Matteo Salvini, Giorgia Meloni e i resti sparsi di Forza Italia lanciatesi nell’anacronistica e autolesionistica (per i consumatori) crociata contro la sugar tax sulle merendine e bevande dolci gassate.

Secondo il principale autore del rapporto, Barry Popkin dell’università della North Carolina, «I problemi emergenti in materia di malnutrizione dimostrano sfortunatamente che le persone sono sotto l’influenza di fattori che favoriscono una cattiva alimentazione. I Paesi a basso e medio reddito più poveri conoscono una s trasformazione rapida del modo di alimentazione delle persone, di quel che bevono e del loro modo di spostarsi per lavoro, a casa, nei trasporti e per svago. La nuova realtà in materia di nutrizione è dettata da cambiamenti a livello dei sistemi alimentari che hanno facilitato l’accesso agli alimenti ultra-trasformati – essendo quest’ultimi associati a un aumento di peso più importante e che hanno un effetto negativo sull’alimentazione dei neonati e dei bambini di età prescolare. Tra questi cambiamenti si conta la scomparsa dei mercati dei prodotti freschi, la moltiplicazione dei supermercati e il controllo crescente esercitato sulla catena alimentare dai supermercati e dalle grandi imprese alimentari, agricole e di ristorazione in numerosi Paesi del mondo».

E Salvini & company farebbero bene a sapere (ma fanno solo finta di non saperlo, perché così suggerisce di fare la “bestia” che scandaglia i social network) che l’esposizione a una cattiva alimentazione e al sovrappeso a partire dall’infanzia «aumenta il ischio di presentare una serie di malattie non trasmissibili. Così, il doppio fardello della malnutrizione è un fattore chiave all’origine delle epidemie emergenti di diabete di tipo B, di ipertensione, di ictus e di malattie cardiovascolari in tutto il mondo. Gli effetti nefasti possono essere trasmessi da una generazione all’altra. Per esempio, l’impatto dell’obesità materna sulla probabilità che i bambini siano obesi può essere esacerbato se la madre era denutrita all’inizio della sua vita».

Nonostante i legami fisiologici esistenti, le misure adottate finora per combattere tutte le forme di malnutrizione non tengono generalmente conto di questi fattori chiave e di altri parametri come l’alimentazione nella prima infanzia, la qualità del cibo, fattori socioeconomici e gli ambienti alimentari. Inoltre, Nei Paesi a basso e medio reddito in cui gli ambienti alimentari stanno cambiando rapidamente, sembra che i programmi per combattere la malnutrizione abbiano purtroppo aumentato il rischio di obesità e malattie non trasmissibili. L’Oms fa notare che «Sebbene sia essenziale mantenere questi programmi per combattere la denutrizione, devono essere riprogettati per non causare danni. I programmi esistenti gestiti attraverso i servizi sanitari, i sistemi di protezione sociale, le istituzioni educative e i sistemi agricoli e alimentari offrono opportunità per contrastare l’obesità e le malattie non trasmissibili legate all’alimentazione».

Il rapporto indica una serie di “misure a doppia azione” «che riducono contemporaneamente il rischio di carenze nutrizionali, che portano all’insufficienza ponderale, all’emaciazione, al ritardo della crescita o alla carenza di micronutrienti e al rischio di sviluppo obesità o a una malattia non trasmissibile, come parte di un singolo intervento, programma o politica. Questi possono includere, ad esempio, cure prenatali migliorate e pratiche di allattamento al seno, assistenza sociale o nuove politiche per i sistemi agricoli e alimentari il cui obiettivo principale è un’alimentazione sana».

Secondo Corinna Hawkes, del Center for Food Policy della City University di Londra, «Lo status quo non si adatta più alla realtà nutrizionale. La buona notizia è che queste strutture offrono grandi opportunità per affrontare diverse forme di malnutrizione. È giunto il momento di approfittare di queste opportunità per ottenere risultati con “misure a doppio effetto”».

Per creare i cambiamenti sistemici necessari per porre fine alla malnutrizione in tutte le sue forme, gli autori del rapporto invitano i governi, le Nazioni Unite, la società civile, gli accademici, i media, i donatori, il settore privato e le strutture economiche a «combattere contro il doppio fardello della malnutrizione» e le organizzazioni comunitarie, gli agricoltori e le loro associazioni, i leader religiosi, chi si occupa di salute globale, innovatori e investitori che finanziano attività economiche rispettose dell’ambiente, i sindaci e le associazioni dei consumatori a partecipare.

Branca. Conclude. «Data l’economia politica del cibo, la mercificazione dei sistemi alimentari e la crescita della disuguaglianza nel mondo, sarà necessaria una comunità allargata di attori per affrontare la nuova realtà nella nutrizione. Questi attori devono lavorare interconnessi su scala globale e rafforzarsi reciprocamente. Senza una profonda trasformazione dei sistemi alimentari, i costi economici, sociali e ambientali dell’inazione impediranno per decenni la crescita e lo sviluppo di persone e società».