Un progetto a marchio Isti-Cnr, Unicoop Tirreno, Telecom e Fondazione Bruno Kessler

LivLab, i Big data nel carrello della spesa e le opportunità per acquisti più sostenibili

Parte a Livorno un esperimento sociale per migliorare le esperienze di consumo

[10 Aprile 2015]

Grazie a uno smartphone abilitato allo scopo, 100 soci della Unicoop Tirreno diventano – volontariamente, s’intende – protagonisti di un innovativo esperimento sociale incentrato sui Big data: all’interno del progetto Living Laboratory (LivLab), in partenza a Livorno, le loro spese e i loro movimenti all’interno delle sedi Unicoop labroniche saranno tracciati, memorizzati e poi elaborati, in modo da provare a migliorare «le esperienze di acquisto e partecipare alla progettazione di servizi utili».

«L’iniziativa – affermano gli ideatori del progetto – ha l’obiettivo di offrire in futuro soluzioni e modalità innovative per raccogliere, organizzare e valorizzare i dati prodotti dalle persone, nel rispetto della privacy, con lo scopo di permettere loro di migliorare e personalizzare l’esperienza di acquisto e trarne spunti per una maggior consapevolezza di sé, osservare le proprie abitudini e confrontarle con quelle degli altri».

Il Living Laboratory è il risultato della collaborazione tra Unicoop Tirreno, Telecom Italia, la Fondazione Bruno Kessler di Trento e l’Istituto di Scienza e Tecnologie dell’Informazione del Consiglio Nazionale delle Ricerche (ISTI-CNR), ieri protagonista a Pisa di quel che la ricercatrice Fosca Giannotti ha definito entusiasticamente «il Cern dei Big data».

Per raggiungere gli obiettivi prefissati, LivLav utilizzerà la piattaforma Personal Data Store (PDS), sviluppata dal Joint Open Lab SKIL di Telecom Italia con il supporto del Future Centre di Telecom Italia e della Fondazione Bruno Kessler e già sperimentata in occasione del living lab attivo a Trento dal 2012, il Mobile Territorial Lab. Inoltre verrà fornita agli sperimentatori una applicazione mobile, sviluppata dal Joint Open Lab WAVE di Telecom Italia, in grado di offrire sullo smartphone una vista dei dati di spesa integrati con i propri dati e di veicolare futuri servizi innovativi in un contesto sempre più “smart”. In questo ambiente sperimentale l’uso dei dati – assicurano da LivLab – sarà sotto il totale controllo degli individui e delle organizzazioni che li generano ed avverrà nel pieno rispetto della privacy e delle normative vigenti.

«Per noi del Cnr – ha sottolineato Fosca Giannotti – questo è un esperimento sul campo in cui vogliamo dimostrare il valore dei dati anche per chi li produce, e cioè i cittadini stessi che utilizzano prodotti e servizi – ICT e non.  Ci immaginiamo un mondo dove i cittadini possano dai loro dati avere spunti sui propri comportamenti per una maggior consapevolezza di sé, per osservare le proprie abitudini e confrontarsi con quelle degli altri».

Dal nastro di partenza è difficile immaginare quali potranno essere in concreto le ricadute dell’esperimento prodotto da LivLab, ma c’è da augurarsi che gli scopi non si riducano al mero marketing. I presupposti scientifici per lavorare con rigore ci sono tutti, come ha sottolineato Giannotti, e andando avanti con l’esperimento potrebbero affacciarsi anche quelli per promuovere consumi più sostenibili. Tenendo conto delle modalità d’acquisto dei consumatori, ad esempio, non sarebbe peregrino provare a ridefinire il layout del punto vendita in modo da facilitare l’accesso a prodotti più salutari o dal ridotto impatto ambientale, aiutando i consumatori a realizzare scelte più verdi e più attinenti ai loro reali bisogni: una strategia già da tempo analizzata all’interno del paternalismo libertario, quella filosofia del nudge che fonde economia e neuroscienze. L’architettura delle scelte potrebbe presto diventare più sostenibile anche grazie ai Big data, passando perché no proprio dalla Toscana.